Un protocollo di sicurezza sanitaria anche per le case vacanze

Riceviamo e pubblichiamo
I lettori di AostaSera
I lettori di Aostasera

Gentili destinatari della Task force tecnica R.A.V.A.,

mi permetto di seguito di porgere alla vostra cortese attenzione il protocollo nazionale per l’accoglienza nelle strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere ufficialmente riconosciute in relazione all’emergenza Covid-19.
In ambito ricettività è uno degli aspetti che dovrete sicuramente modulare per la nostra Regione in visione della fase 3 e riapertura degli spostamenti liberi sul territorio nazionale, piuttosto dall’estero.

Purtroppo, come voi ben sapete nella vostra incolpevole posizione professionale di dirigenti al massimo livello della Pubblica Amministrazione regionale, noi operatori della ricettività ufficiali abbiamo subito la precisa volontà delle diverse Giunte regionali che si sono assecondate negli ultimi 4 anni di NON aver voluto portare in Consiglio regionale la legge predisposta, con la conseguenza che il turismo breve a tutt’oggi resta NON regolato. Forse siamo una delle poche, se non l’unica, regione d’Italia in questa situazione di far-west sul tema specifico case/turismo.

Tralasciando in questo momento aspetti come la tassa di soggiorno, le statistiche non rilevate, le valutazioni economiche e non ultimo urbanistiche, come voi potete testimoniare con certezza non esiste un ufficio regionale, comunale, di un Sindaco, del Celva, di una Unité, o dell’Office du tourisme, riguardo agli appartamenti e case che troviamo su tutti i portali commerciali quali AirBnb, Booking.com, Trivago, ecc.
che conosca e abbia censito:

1- dove si trovino esattamente
2- chi siano i proprietari
3- chi li gestisce operativamente
4- quante persone di volte in volta li occupano
5- per quanto tempo

Siamo quindi nel paradosso che il protocollo di sicurezza sanitaria valdostano che formulerete rischia di NON essere applicato e NON poter essere monitorato per gli appartamenti e case di privati dedicate al turismo breve stimate in circa 3.500 unità abitative.

Fiducioso che saprete trovare una soluzione almeno censuaria per applicare la sicurezza sanitaria in periodo Coronavirus per tutti i cittadini valdostani, per gli ospiti turisti che verranno in Valle d’Aosta e che soggiorneranno nelle abitazioni private, vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro buon lavoro.

Con stima e supporto

Luca Ghiorzi

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