Marzo pazzerello: i sei volti della follia

Ispirati alla collaudata filastrocca sui dodici mesi dell’anno, abbiamo schedato (senza possibilità di fuga) marzo come “pazzerello” e individuato sei titoli attraverso cui il cinema e la serialità televisiva hanno esplorato il tema della follia in chiave psicologica, antropologica e sociale.
Frame American Horror Story Rubrica Aiace
Incontri ravvicinati con AIACE

Ispirati alla collaudata filastrocca sui dodici mesi dell’anno, noi di Aiace Vda abbiamo schedato marzo come “pazzerello” e individuato sei titoli attraverso cui il cinema e la serialità televisiva hanno esplorato il tema della follia in chiave psicologica, antropologica e sociale. Signore e signori, stiamo per attraversare delle turbolenze. Siete pregati di tornare immediatamente ai vostri posti e di allacciare le cinture di sicurezza. L’aereo più pazzo del mondo sta per decollare.

IDENTITY di James Mangold, disponibile su Netflix 
USA, 2003
Thriller, horror

Cast: John Cusack, Ray Liotta, Amanda Peet, Alfred Molina, John C. McGinley, Pruitt, Taylor Vince.

Una tempesta porta undici sconosciuti a sostare in un motel, ma uno dopo l’altro iniziano a morire in una sorta di remake di “Dieci piccoli indiani”: sullo sfondo, la richiesta di revisione di sentenza di condanna a morte di un pluriomicida, la notte prima dell’esecuzione.

“Identity” racconta la storia di Malcolm Rivers (Pruitt Taylor Vince), serial killer condannato alla sedia elettrica, che la notte prima di essere giustiziato vede il suo caso riaperto a fronte di nuove prove. Ecco che ci troviamo catapultati in un motel lungo la superstrada americana in cui, a causa di una tempesta fortuita, si incontrano una serie di personaggi molto ambigui. Ci sono un poliziotto con il suo detenuto, un autista di limousine con l’attrice per cui lavora, una coppia con un bambino, una coppia in crisi, una prostituta e ovviamente il concierge del motel: ma saranno davvero tutti chi dicono di essere? In un crescendo di tensione e morti sospette, il film porta le due linee narrative a unirsi, mentre la follia e l’ambiguità diventano i veri cardini della narrazione.

Se ti è piaciuto, puoi guardare “Gothika” (Mathieu Kassovitz, 2003), disponibile su Netflix, “Shutter Island” (Martin Scorsese, 2010) e “Split” (M. Night Shyamalan, 2016), disponibili su Amazon Prime.

 

TAKE SHELTER di Jeff Nichols, disponibile su Amazon Prime Video 
USA, 2011
Drammatico

Cast: Michael Shannon, Jessica Chastain, Tova Stewart

Se cercate un’opera che tratti il tema della follia in maniera tutt’altro che superficiale, “Take Shelter” di Jeff Nichols è il titolo che fa per voi.

Il film racconta la storia di Curtis LaForche, interpretato magistralmente da Michael Shannon, un uomo di provincia che vive con la moglie Samantha e la figlia sorda di 6 anni in una vecchia casa di campagna nel cuore dell’Ohio. Curtis è un lavoratore onesto, ma la sua vita inizia a essere tormentata da incubi e visioni apocalittiche che lo spingono a costruire un rifugio in giardino per proteggere la propria famiglia dalla tempesta che sta per arrivare. La follia è il tema centrale del film, che indaga sulle conseguenze di una mente che vacilla tra realtà e allucinazioni. La paura dell’ignoto e l’angoscia di non essere in grado di proteggere i propri cari creano in Curtis un senso di paranoica ossessione che lo porta al limite della ragione. 

La regia di Nichols è essenziale e tesa, con una fotografia cupa e satura di toni freddi che enfatizzano la sensazione di alienazione del protagonista. L’uso della musica, con le sue note inquietanti, contribuisce a creare un’atmosfera claustrofobica che mette lo spettatore in un costante stato di allerta. La prova d’attore di Michael Shannon è straordinaria e offre una performance intensa e struggente. La sua interpretazione di Curtis LaForche è un viaggio nella mente umana che lascia senza fiato, grazie alla sua capacità di esprimere le emozioni più profonde del personaggio e di farle diventare tangibili.  “Take Shelter” è un film che non lascia indifferenti, capace di coinvolgere e mettere a nudo le paure più profonde dell’uomo. Una pellicola che mostra come la fragilità umana possa diventare la sua forza, in una lotta per la sopravvivenza che ci interroga sul senso della realtà e della follia.

Per approfondire la filmografia di Nichols, puoi guardare “Mud” (2012) e “Loving” (2016) sempre su Amazon Prime Video. 

 

LA PAZZA GIOIA di Paolo Virzì, disponibile su Rai Play 
Italia, 2016
Commedia, drammatico

Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti

Cosa provano due donne quando riescono a fuggire dalla loro comunità riabilitativa, per ritrovare finalmente la libertà? La pazza gioia! Il film racconta con delicatezza le vicende di Beatrice e Donatella, due pazienti psichiatriche che cercano il loro posto nel mondo durante un improbabile viaggio insieme. Variando toni leggeri e passaggi commoventi, Virzì ci offre un ritratto profondo e non retorico di due donne tormentate, definite da tutti folli. 

La pazza gioia si apre con il rocambolesco incontro tra Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella (Micaela Ramazzotti) in una comunità per malati psichiatrici. La prima ha un carattere estroverso e fatica a tacere, mentre la seconda mostra fin dal principio un’indole triste e diffidente. Tra le due nasce tuttavia un’insospettabile amicizia: durante il programma rieducativo, colgono l’occasione per fuggire insieme dal vivaio in cui stanno lavorando. Dopo una sensazione immediata di euforia, Beatrice e Donatella si trovano però a dover fare i conti con il loro passato e con le ferite aperte dai loro disturbi, in un’avventurosa fuga in giro per la Toscana.

Se la regia di Paolo Virzì e la performance di Valeria Bruni Tedeschi vi hanno appassionato, il prossimo titolo che vi consigliamo è “Il capitale umano”, disponibile su Netflix. Proprio girando la scena finale di questo film, il regista ha immaginato la personalità folle del personaggio della Bruni Tedeschi ne “La pazza gioia”.

 

IL CORRIDOIO DELLA PAURA di Samuel Fuller (1963), disponibile su Plex
USA, 1963
Drammatico

Il corridoio della paura
Il corridoio della paura

In un’intervista del 2013, Martin Scorsese ha definito Samuel Fuller “un autore unico, un poeta dell’azione e un grande narratore”. In questo film, il regista legge i drammi sociali degli Stati Uniti attraverso il microcosmo di un reparto psichiatrico.

Johnny Barrett è un ambizioso giornalista che cerca di scoprire l’assassino di una paziente di un ospedale psichiatrico. Per farlo, si finge pazzo e si fa internare nella struttura, ma la permanenza in ospedale avrà conseguenze sconvolgenti. Attraverso il corridoio dove i pazienti possono “fare amicizia”, il protagonista incontra personaggi indimenticabili che incarnano i grandi conflitti che turbano lo spirito americano e difficili da affrontare: il razzismo, la guerra fredda, il comunismo, la repressione sessuale. Grazie a una regia magistrale, il confine tra pazzia e sanità mentale si sposta continuamente seguendo il ritmo dettato dal movimento della cinepresa e dal montaggio. Memorabile anche l’uso grammaticale del colore (e la sua assenza): per descrivere i meccanismi insondabili della mente, la rappresentazione surreale in bianco e nero viene interrotta da immagini documentarie a colori.

Se ti è piaciuto, ti consigliamo “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (Miloš Forman, 1975), uscito nelle sale cinematografiche 12 anni più tardi e vincitore di 5 premi Oscar, tra cui quello al miglior attore protagonista a Jack Nicholson. 

 

JULIETTE di Lora D’addazio, disponibile su Vimeo (https://vimeo.com/149335431)
Cortometraggio horror, animazione
Belgio, 2016 – V.M 16 anni

Frame del film Juliette
Frame del film Juliette

Juliette è una ragazza apparentemente timida e repressa che si ritrova in auto con due amiche sfacciate troppo distratte dalle foto di Tinder per prestare attenzione alla strada. Ma il pericolo è fuori o dentro l’auto? 

 

AMERICAN HORROR STORY: ASYLUM di Ryan Murphy e Brad Falchuk, disponibile su Disney +
USA, 2012-2013
Horror, grottesco

Cast: Jessica Lange, Sarah Paulson, Evan Peters, Zachary Quinto, Chloё Sevigny, Lily Rabe, James Cromwell

Frame di American Horror Story
Frame di American Horror Story

La seconda stagione della serie antologica cult “American Horror Story” vi porta direttamente dentro le follie di un manicomio degli anni ‘60, dove i veri pazzi non sono i pazienti, ma i dottori e le suore che se ne prendono cura.

Per chi non conoscesse “American Horror Story, la serie presenta personaggi e storie differenti per ogni stagione (al momento undici), ma attori ricorrenti: potete dunque guardarla in ordine sparso partendo dalla prima o dall’ultima stagione. Tutta AHS mostra la follia  variegatamente declinata ad ogni annata (tra le più interessanti Cult, dove troviamo la follia politica e sociale), ma è in Asylum che il tema viene trattato nel modo più dichiarato. Siamo a Briarcliff, un manicomio dove sono internati pazienti di ogni tipo, molti ricoverati ingiustamente o per colpa di un sistema malato, che vede per esempio l’omosessualità come una patologia. Tutti sono sottoposti alle amorevoli cure di suore con passati oscuri o possedute, dottori ex nazisti o maniaci e altre adorabili figure.

Questa stagione rimane indelebile nella mente come la più rappresentativa di tutta la serie per una perfetta costruzione drammatica che tiene continuamente viva l’attenzione. La follia sembra essere l’unica tappa necessaria per riuscire a superare gli orrori di Briarcliff e della società, quasi un percorso dantesco nell’Inferno di perversioni e violenza. Circolare come un girone è il cammino di tutti i personaggi, che dalla libertà passano alla follia, per tornare allo stato di partenza, seppur profondamente cambiati. Come al solito, con Murphy i temi affrontati sono una miriade ed è impossibile citarli tutti e lo stesso vale per i film o i casi di cronaca menzionati. Un vero e proprio pastiche orchestrato abilmente che vanta, tra le altre, una stupenda colonna sonora, un cast da urlo, molte sorprese (si veda la scena di The name game) e una tensione che toglie il respiro.

Se ti è piaciuta questa stagione devi assolutamente recuperare tutte le altre su Disney +, in particolare “Cult, Freak show” e “Murder house”. E se non ti basta la follia omicida di AHS c’è quella di “Dahmer”, sempre di Murphy, su Netflix.

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