Alla scoperta del Lago Perrin in Val d’Ayas

Non si tratta solo di camminare lungo un sentiero, ma di scoprire passo dopo passo come la vita umana, le attività pastorali e la natura si siano legate creando un equilibrio perfetto tra uomo e montagna.
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Montagna e dintorni

Uno dei percorsi più suggestivi che possiamo consigliare in alta Val d’Ayas è sicuramente la salita al lago Perrin. Non si tratta solo di camminare lungo un sentiero, ma di scoprire passo dopo passo come la vita umana, le attività pastorali e la natura si siano legate creando un equilibrio perfetto tra uomo e montagna.

Lasciata la telecabina del Crest, seguiamo il sentiero per Cuneaz, villaggio a 2032 metri tra i cui vicoli scorre ancora la vita di un tempo, scandita dal ritmo delle stagioni. Baite e antichi rascard ci ricordano come sapienti popoli walser siano riusciti ad organizzare un paese totalmente autosufficiente. Per fare un paragone “naturalistico”, come gli stambecchi preferiscono i margini del ghiacciaio, così i Walser hanno scelto di fare nicchia in terre ghiacciate per la maggior parte dell’anno, ripide e inospitali, per trasformarle con le proprie mani in pascoli, terre fertili e villaggi. Vivere in alto, vivere al limite, una sfida che i Walser sono riusciti a vincere nel loro quotidiano. Anche noi siamo Walser, la nostra sfida si è spostata su valori meno materiali e più spirituali, la montagna come terapia e come ricerca di se stessi. In fondo l’uomo ha sempre cercato il significato della propria vita nel divino. E quale luogo sulla nostra terra è più vicino al cielo se non le nostre montagne?

Alle spalle del paese si apre la valle, il sentiero sale con pendenze piacevoli, il paesaggio ci distrae e tira fuori le emozioni che suscitano i pascoli d’alta quota, le erbe di montagna, le alte pareti rocciose, i ruscelli cristallini. I passi sono cadenzati dallo scampanio delle mandrie, ma mai camminare a testa bassa: quando la fatica si fa sentire, meglio fermarsi, guardarsi attorno e ascoltare. Ogni dettaglio intorno ci racconta una storia, bisogna solo saperla leggere.
Le montagne intorno a noi sono immobili, ma non sono immutabili, i ghiaioni alla base sono un ottimo laboratorio di rocce da osservare; ad esempio l’imponente mole della Testa Grigia, 3313 metri, che domina dall’alto, null’altro è che una scheggia di quello che era il fondale di un antico oceano perduto! O quella roccia che vediamo sotto i nostri piedi inizia a raccontarci una storia incredibile, e i suoi colori dal grigio al verde smeraldo ci ricordano, per associazione di idee, i colori di quel mare oggi scomparso.

Salendo diamo quasi sempre le spalle al Monte Rosa, ma arrivati al Colle uno sguardo fiero e soddisfatto corre lungo il sentiero appena percorso, e il cuore sale in gola per lo spettacolo che si presenta davanti ai nostri occhi dal Cervino alle cime del Monte Rosa con la maestosità dei suoi ghiacciai! Sembra di volare insieme a questi giganti, e il mondo da cui siamo partiti sembra così lontano laggiù nel fondovalle.
Una conca appena sotto al colle ospita il lago Perrin a 2635 metri, uno specchio d’acqua di considerevoli dimensioni dalle acque scure, ricche di vita; un’oasi di pace le cui rive sono colorate da genziane, margherite, ranuncoli dalle tonalità e forme che superano la fantasia del migliore degli artisti.
La nostra avventura continua. la discesa ci porta a scoprire una nuova valle, selvaggia e incontaminata fino al villaggio Walser di Mascognaz, dove un gruppo di chalet e baite in legno e pietra, sono diventate oggi un Hotel di Charme diffuso, un eremo di lusso lontano dalla frenesia, immerso nel silenzio e nella natura.
Una sosta rigenerante lungo il torrente, acqua fresca e piedi a bagno, e siamo pronti per completare la nostra escursione. Lasciati i prati che circondano il villaggio, il sentiero si addentra in una selva oscura. Niente paura, non è una visione dantesca ma un bosco fitto di abeti rossi che regala ombra e fresco nelle calde giornate estive, e riparo dal freddo e dal vento nei lunghi inverni. Un leggero “sali e scendi” che ci permette, senza toglierci il fiato, di ammirare ancora scorci fiabeschi sul fondovalle, sui villaggi di quota e sull’imponente mole del Cervino che svetta dal lontano colle delle Cime Bianche.

La nostra avventura termina al Crest. Nelle gambe la distanza si fa sentire, il percorso si sviluppa in circa 15 chilometri e tanto dislivello, ma chissà perché la gioia e la bellezza dei luoghi visti supera di gran lunga la fatica e tornando a casa speriamo che la montagna e tutto ciò che le appartiene, entri nei cuori delle persone. “Ci si ammala sulle montagne; si soffre quando si lasciano. Poi si guarisce quando si ritorna.” E la promessa è sempre di un Ritorno.

Date previste: Tutti i giorni da giugno ad ottobre
Dislivello: 700 m
Quota di partenza: 1924 m
Quota di arrivo: 2650 m
Tempo di percorrenza: giornata intera
Info e prenotazioni info@guide-trek-alps.com

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