Ciaspolando nel Parco del Mont Avic

01 Febbraio 2019

Raggiungere il luogo di partenza per chi non è abituato ai tornanti di montagna è già divertente. Siamo nel vallone di Champdepraz, il meno conosciuto e frequentato dei due che compongono il Parco Naturale del Mont Avic. In effetti la strada che ci porta a Covarey è caratteristica, arrampicandosi sul lato della montagna supera in brevissimo spazio un dislivello importante. Qui si trova uno dei due centri visita del Parco e, alla fine della strada, c’è anche il piazzale dove poter lasciare la macchina e partire per la nostra avventura: ciaspole ai piedi e via, si parte!

Si imbocca la strada poderale che costeggia sulla destra una caratteristica frazione, famosa per la sua posizione “da cartolina”, con il campanile della chiesetta che si staglia nel cielo, quasi a volersi confrontare con la vetta appuntita del Monte Avic sul suo sfondo. Il primo tratto è molto facile e piacevole in quanto in falso piano, con pendenze molto dolci e un paesaggio rilassante, fatto di radure e pascoli aperti, ambienti ideali per Caprioli e Lepri comuni che adorano avventurarsi all’aperto fuori dai loro nascondigli giornalieri per cercare qualcosa da mettere sotto i denti, specialmente durante il rigido e severo inverno.

Senza neanche accorgersene, d’improvviso, ci si addentra all’interno di un bosco incantato, attraversato da lame di luce che bucano l’oscurità e da canti e suoni che ci fanno capire di non essere soli in questa piccola avventura. Il Parco Naturale del Mont Avic è nato proprio per proteggere questo vecchio bosco, costituito principalmente dal Pino Uncinato, una conifera molto rara da trovare nella nostra Regione, che ha permesso l’espansione di importanti specie di uccelli come il Picchio nero, strettamente legato alla presenza di vecchi alberi. L’importanza di questo bosco è data anche dal fatto che è diventato “bosco da seme” per i rimboschimenti di questa specie per l’arco alpino da diversi anni.

Dopo circa un’oretta di camminata, rimanendo sempre sulla poderale, si arriva all’alpeggio della Servaz, posto al bordo superiore di una grande radura, tipica sosta per le vacche di rientro all’alpeggio. Questo può essere già un ottimo punto di arrivo per chi non vuole faticare troppo, avendo già fatto circa 200 m di dislivello. Ci si può rilassare, godere il sole, il paesaggio e il cinguettio degli uccelli. Per chi invece vuole continuare basta prendere il sentiero che sulla destra sale verso il Lago di Servaz, posto a circa 250 m di dislivello sopra di noi.

Non è una salita troppo faticosa, soprattutto perché la nostra mente è distratta dalle forme che questi alberi assumono mentre ci si alza di quota per resistere alle dure condizioni dell’alta quota. Il tratto prima di arrivare al lago torna ad essere più facile visto che il sentiero sotto i nostri piedi diventa quasi piano, e in men che non si dica il nostro sguardo abbraccia orizzonti più lontani ritrovandosi fuori dal bosco; di fronte a noi uno “Specchio di ghiaccio”, ricoperto a tratti da nevischio, uno spettacolo così bello che viene voglia scivolarci sopra, tornando un po’ bambini: questo incanto è il Lago di Servaz. Dopo un giusto tempo di riposo, e soprattutto dopo esserci riempiti gli occhi di tanta bellezza, possiamo riprendere il cammino per tornare al punto di partenza, grati per tutte le emozioni che la giornata ci ha regalato.

Date previste per questa escursione: tutti i giorni
Dislivello: 450 m
Quota partenza: 1280 m
Quota arrivo: 1800 m
Tempo di salita: 2h30
Info e prenotazioni: 3408247725 – info@guide-trek-alps.com

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