Quando si parla di peperoncino, nel linguaggio comune, ci si riferisce al frutto di una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle solanacee, la Capsicum annuum, la stessa delle patate, del pomodoro e della melanzana. Generalmente è rosso ma ci sono varietà con colori variabili dal porpora all’arancio e al giallo.
Oggi è coltivato in molti paesi dal clima caldo, in particolare nel Sud-est asiatico, in Cina, nell’Italia meridionale e in Messico; è soprattutto in questi paesi che il peperoncino è l’ingrediente principe della cucina tradizionale.
Durante il XV e XVI secolo, il peperoncino e gli altri peperoni arrivarono in tutti i continenti: fu Cristoforo Colombo che incontrò queste piante piccanti durante l’esplorazione dei Caraibi, le portò in Europa, qui furono usate in sostituzione del pepe nero, che essendo importato dall’Asia, era molto costoso.
Ferdinando Magellano, nel corso delle sue esplorazioni, diffuse il peperoncino in Africa e Asia. In questi paesi il peperoncino non veniva usato solo nella cucina, ma anche nella medicina.
Spagna, Cina, Turchia, Nigeria e Messico ne sono oggi i produttori principali; nelle nazioni dell’Est europeo viene coltivata una varietà meno piccante da cui si ricava la paprika, ingrediente del gulash, piatto a base di carne della tradizione culinaria ungherese.
In Italia nel 1994 è nata l’associazione Accademia Italiana del Peperoncino una Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS), che vuole approfondire e diffondere la cultura del peperoncino, chiamato anche Diavolillo; contando su molte delegazioni regionali l’Accademia promuove e organizza eventi come sagre, corsi e lezioni di gastronomia, festival, campionati di mangiatori di peperoncino; in Calabria sostiene il Centro Sperimentale per la coltivazione del peperoncino, Centro Calabria Capsicum dove ne vengono coltivate oltre 200 varietà a scopi scientifici.
Il principio attivo principale nel peperoncino è la capsaicina che conferisce il tipico gusto piccante al frutto ed è presente soprattutto nella placenta, la parte interna bianca che sorregge i semi.
La capsaicina è un principio attivo riconosciuto dalle ricerche cliniche come efficace antidolorifico, utile nel processo di digestione e per combattere l’ulcera.
Malgrado il peperoncino sia conosciuto come “produttore di calore”, in realtà aiuta l’organismo a gestire il caldo in quanto la capsaicina stimola il centro del “raffreddamento” dell’ipotalamo ed è anche uno stimolante del metabolismo, sostiene infatti la combustione dei grassi per trasformarli in energia.
Nonostante la capsaicina sia responsabile dell’effetto irritante del peperoncino sulla pelle a causa della sua capacità di liberare la sostanza P dalle cellule nervose, è dimostrato che ripetute applicazioni di pomate o unguenti a base di peperoncino, siano in grado di esaurire la produzione di sostanza P e quindi di bloccare la sensazione di dolore. Questo accade anche nel caso dell’ingestione: più lo si consuma, maggiore è la tolleranza. Creme e gel contenenti capsaicina hanno ricevuto l’approvazione della Federal Drug Administration (Ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) per il trattamento dell’artrite e dei dolori provocati dalla neuropatia diabetica.
Studi clinici evidenziano che i prodotti a base di capsaicina applicati localmente ottengono significativi risultati in caso di psoriasi, artrite reumatoide, nevralgia posterpetica.
Il peperoncino ha effetti benefici anche per un uso interno: il più importante è quello di stimolare e migliorare la digestione. Uno studio del New England Journal of Medicine ha trovato che dosi giornaliere di peperoncino riducono in modo rilevante i sintomi di indigestione in individui con dispepsia funzionale.
Chi soffre di ulcera peptica attiva può essere infastidito dai piatti piccanti a base di peperoncino, ma questi cibi non provocano ulcere in individui normali.
Il peperoncino ha effetti benefici sul sistema cardiocircolatorio, riducendo la probabilità di sviluppare l’aterosclerosi, abbassando i livelli di colesterolo e dei trigliceridi nel sangue, migliorando anche l’aggregazione piastrinica.
Diversi studi hanno provato che il consumo di peperoncino può essere un modo efficace per aumentare il metabolismo basale e il consumo di grassi per produrre energia. La capsaicina ha anche un effetto stimolante sul muco delle membrane dei seni nasali e del naso.
In molte culture, presso le quali il peperoncino viene usato tradizionalmente, viene tenuto sul tavolo un contenitore che racchiude il peperoncino o la paprika. E poi si sa che aggiunto alla cioccolata calda dà un tocco di gusto messicano e nel cioccolato fondente conferisce un sapore pungente ma accattivante.