Il pomodoro è l’ingrediente che ha dominato le tavole estive: con la mozzarella, ripieno, alla griglia o semplicemente in insalata; è un alimento con poche calorie ma ricco di sostanze nutritive, soprattutto quando è pienamente maturo.
Appartenente alla famiglia delle solanacee come il peperone, la melanzana e la patata, il pomodoro è originario dell’America Meridionale e probabilmente il pomodoro selvatico era simile al pomodoro ciliegia. I primi a coltivarlo furono gli indiani messicani per la preparazione della salsa tomatillo, alimento base della loro cucina.
I conquistatori spagnoli portarono i semi in Spagna, iniziandone così la sua coltivazione in Europa. Anche se la coltivazione del pomodoro si diffuse velocemente in tutta Europa e in Italia era conosciuta già nel XVII secolo, all’inizio il consumo del pomodoro come alimento fu osteggiato perché si credeva fosse velenoso in quanto appartenente alla stessa famiglia della mortifera Belladonna e in effetti per diversi secoli, in Europa, il pomodoro fu coltivato solo come pianta ornamentale.
Le proprietà nutraceutiche dei pomodori sono dovute all’elevata presenza di licopene che attribuisce a questo alimento evidente efficacia nella protezione dal cancro. Il licopene è un carotenoide che conferisce al pomodoro il colore rosso; è dimostrato che i pomodori rossi hanno una quantità di licopene 4 volte più elevata di quelli verdi. Il licopene è un antiossidante, cioè una sostanza in grado di neutralizzare i radicali liberi, quindi in grado di prevenire diverse patologie riducendo il rischio di contrarre malattie cardiache, la cataratta e la maculopatia.
In uno studio particolarmente dettagliato, ricercatori dell’Università di Harvard hanno scoperto che gli uomini che seguivano una dieta ricca di licopene (6,5 mg al giorno) mostravano una diminuzione del 21% di rischio di sviluppare il cancro alla prostata, rispetto a chi ne consumava quantità inferiori.
La quantità di licopene nei pomodori può variare in modo significativo a seconda del tipo di frutto e del suo grado di maturazione. Nelle varietà più rosse la concentrazione di licopene si avvicina a 50 mg per chilogrammo, a confronto dei soli 5 mg delle varietà gialle. Il contenuto di licopene sembra rimanere relativamente stabile durante la cottura e la lavorazione del prodotto, anzi il contenuto di licopene nella passata e nel succo di pomodoro è 5 volte quella dei pomodori crudi, perché il processo di cottura “libera” questa sostanza dalle cellule. Anche consumare licopene con l’olio di oliva può migliorarne il suo assorbimento. Questa è una delle ragioni per cui la dieta mediterranea possiede tante proprietà salutari.
Oltre tutto sembrerebbe proprio che il pomodoro italiano sia il migliore e il più apprezzato, tanto che la “pummarola” è uno dei prodotti agroalimentari italiani più imitati al mondo.
Il paese di San Marzano sul Sarno, nel Salernitano, è considerato la patria del pomodoro “pelato”: dal 1996 il pomodoro coltivato nell’Agro Sarnese Nocerino si avvale del titolo di DOP, marchio di qualità riconosciuto a livello europeo, e la prima documentazione per dimostrare la caratteristica dell’ecotipo marzanese, chiamato “oro rosso”, risale al 1902. Non sarà solo un caso, ma a pochi chilometri di distanza dal paese di San Marzano è possibile trovare un altro prodotto italiano che va incontro a sempre più frequenti imitazioni, la Pasta di Gragnano IGP, insomma un altro prodotto che con il pomodoro di San Marzano, come si dice, “ci va a nozze”.
Per smascherare l’inganno dei prodotti coltivati all’estero e poi importati per essere spacciati come italiani, dal 25 agosto è entrato in vigore un importante provvedimento interministeriale a tutela del vero Made in Italy che prevedel’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrati e altri derivati del pomodoro come i sughi, che siano però composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. I prodotti Made in Italy, ottenuti con pomodori coltivati e trasformati in Italia, saranno finalmente riconoscibili sugli scaffali dalla dicitura “origine del pomodoro: Italia”.
E a conclusione di questa lunga estate godiamoci gli ultimi pomodori maturati in pieno campo con la luce e il caldo del sole per poi dedicarci alla verdura autunno-invernale, quali cavoli, verze, zucche, porri arricchiti dalla natura di altre sostanze che al nostro organismo sono utili per affrontare il periodo invernale. Per l’insalata caprese con basilico fresco aspettiamo, poi, la prossima estate. L’esperienza dimostra che le reazioni avverse per il consumo di solanacee, tra cui il pomodoro, peggiorano con i prodotti coltivati nella stagione invernale.
Silvana Piotti
Dott.ssa in Agraria, Naturopata e Consulente per la sicurezza alimentare
www.silvanapiotti.com