Ai primi di febbraio la Cometa verde di Neanderthal visibile (quasi) ad occhio nudo
Cosa ci riserva il cielo di febbraio? Ce lo spiegano i ricercatori della Fondazione Clément Fillietroz-onlus in questa rubrica realizzata con il contributo dellaFondazione CRT, dal titolo “Un, due, tre stella!”.
La cometa C/2022 E3 (ZTF)
Questa cometa è stata scoperta dalla Zwicky Transient Facility (ZTF), presso l’Osservatorio di Monte Palomar, il 12 marzo 2022. Tra il 1° e il 2 febbraio sarà alla minima distanza dalla Terra, a circa 42 milioni di km. In quei giorni e in quelli successivi, trovandosi nella costellazione circumpolare della Giraffa, sarà visibile per gran parte della serata, ma la contemporanea presenza della Luna che illuminerà il cielo (sarà Piena il 4 febbraio) disturberà un po’ l’osservazione. Il 5 febbraio si avvicinerà a 1,5° dalla brillante stella Capella nella costellazione dell’Auriga, una buona occasione per individuarla nel cielo. Secondo le previsioni la luminosità della C/2022 E3 (ZTF) in quei giorni dovrebbe essere poco al di sotto della soglia di visibilità a occhio nudo. Nonostante ciò, a causa della presenza della Luna molto luminosa (in fase piena proprio il 5 febbraio), una prudente valutazione ci suggerisce che la chioma e la coda della cometa saranno visibili al meglio con un binocolo o con un piccolo telescopio.
La Luna
Le fasi della Luna. Luna piena il 5 febbraio, Ultimo quarto il 13, Luna nuova il 20, Primo quarto il 27.
Congiunzioni tra la Luna e pianeti e stelle brillanti.
Il giorno 6 la Luna (in fase Piena il giorno prima) passerà a 4 gradi a est di Regolo, la stella più brillante della costellazione del Leone.
Nelle primissime ore dell’11 febbraio la Luna sarà in congiunzione con Spica, la stella principale della Vergine. Il fenomeno sarà meglio apprezzabile dopo l’una di notte.
Segnaliamo inoltre agli osservatori più mattinieri e… romantici la vicinanza della Luna alla stella Antares dello Scorpione, visibile a partire dalle 6.00 del mattino del 14 febbraio. Se la Luna è l’astro degli innamorati, la brillantezza e il colore rosso di Antares, che si coglie anche a occhio nudo in un cielo buio come quello di Saint-Barthélemy, hanno fatto sì che sia stata associata al cuore del mitico Scorpione. Insomma, un bel connubio per cominciare bene la giornata di San Valentino!
Il 22, attorno alle 19.00, la Luna, “giovanissima” (al secondo giorno del ciclo delle fasi, apparirà come una sottilissima falce) sarà… in mezzo a Giove e Venere! Il fenomeno, visibile a partire dalle 19.00, sarà uno dei più spettacolari del mese.
Il 28, infine, un quarto di Luna (fase del 64% circa) sarà molto vicino alla posizione di Marte e l’incontro avverrà tra le splendide stelle della costellazione del Toro.
I pianeti
Mercurio. Attorno al 17 o al 18 febbraio si potrà cercare l’elusivo pianeta al mattino, angolarmente piuttosto vicino al Sole (circa 25°), guardando verso sud est nella costellazione del Sagittario dalle 7.00 circa fino alle 8.00, quando il Sole sorge all’orizzonte e rischiara il cielo rendendo invisibile Mercurio.
Venere. Il 15 si avvicinerà moltissimo a Nettuno, un fenomeno apprezzabile da chi può utilizzare uno strumento ottico (vedi più sotto nella sezione dedicata a Nettuno). Nel corso del mese il pianeta più luminoso si avvicinerà progressivamente alla posizione di Giove. La minima vicinanza tra i due verrà raggiunta tra il 1° e il 2 marzo, dunque fino a fine febbraio potremo goderci lo spettacolo, perfettamente visibile a occhio nudo, di vedere i due pianeti più brillanti nel cielo terrestre avvicinarsi sempre più. Come ricordato più sopra, nella sezione sulle congiunzioni lunari, il 22 la Luna passerà tra i due corpi creando un terzetto davvero affascinante.
Marte. Si muoverà tra le stelle del Toro, “rientrando” a fine mese nello spazio tra le sue corna da cui era “uscito” all’inizio di dicembre scorso.
Giove. Visibile a inizio febbraio dal tramonto del Sole (a partire dalle 18.30 circa) fino alle 21.00, verso la fine del mese già alle 20.00 sarà praticamente scomparso dall’osservazione.
Saturno. Teoricamente ancora visibile nelle primissime ore dopo il tramonto, diventerà rapidamente invisibile in quanto immerso nel chiarore solare. Durante il resto del mese non sarà osservabile, essendo in congiunzione con il Sole a metà febbraio. Proprio in quel periodo passerà dalla costellazione del Capricorno a quella dell’Acquario.
Urano. Per tutto il mese nella costellazione dell’Ariete, sarà visibile con un binocolo fino a mezzanotte circa, quando tramonterà. Il suo tramonto a fine febbraio anticipa di una mezz’oretta.
Nettuno. Durante il mese percorrerà a lentissima velocità il suo moto apparente nella costellazione dell’Acquario. Il giorno 15 alle 18.30 sarà vicinissimo a Venere, a meno di 15 primi d’arco, la metà del diametro del disco della Luna piena. Il fenomeno è osservabile a partire dalle 18.30 circa con un binocolo o, meglio, dato che il cielo verso ovest sarà ancora chiaro, con un piccolo telescopio. Apparirà prospetticamente vicino a Venere fino al 20 febbraio, quando quest’ultimo si allontanerà decisamente per spostarsi nei Pesci e “raggiungere” Giove. Nettuno si potrà comunque osservare fino alla fine del mese entro le 19.00 molto basso a occidente.
Stelle e costellazioni visibili nelle serate di febbraio
All’inizio della serata si può osservare a sud la maestosa costellazione di Orione, famosa per la presenza delle tre stelle che costituiscono la cintura: da sinistra a destra, Alnitak, Alnilam e Mintaka. La stella centrale, Alnilam, è una stella veramente notevole, dato che si trova a una distanza di circa 2.000 anni luce (1 anno luce = 9.460 miliardi di km circa), mentre Alnitak e Mintaka sono “solo” a circa 1.200 anni luce. Il fatto che Alnilam sia apparentemente brillante come le altre due stelle ci suggerisce che è una stella intrinsecamente estremamente brillante: si stima infatti che abbia una luminosità di circa 500-800 mila volte quella del nostro Sole!
Sotto la cintura pende la spada che contiene la Grande Nebulosa di Orione, M42, una nebulosa e emissione che costituisce la sede di formazione stellare più vicina a noi (distanza di circa 1350 anni luce). Durante le visite guidate notturne al nostro Osservatorio Astronomico costituisce uno degli oggetti più apprezzati al telescopio.
Ai piedi di Orione si nota Sirio, la stella apparentemente più brillante di tutto il cielo, che rappresenta il cuore del Cane Maggiore (tanto che anticamente il suo appellativo, per estensione, era “il Cane”), mentre più a est vediamo Procione, la stella più luminosa del Cane Minore.
La Via Lattea e l’Esagono Invernale. La Via Lattea si snoda in queste serate tra le costellazioni invernali. All’inizio della serata, attorno alle 21.00, si può seguire il suo sinuoso percorso a partire dallo zenit (il punto al di sopra delle nostre teste che a quell’ora si trova tra le costellazioni dell’Auriga e della Lince) e proseguendo in direzione nord ovest fino a Cassiopea e alla Lucertola.
Verso sud possiamo invece ammirare l’Esagono Invernale, l’asterismo (disegno di stelle) a forma di esagono allungato i cui vertici sono costituiti da Capella (costellazione dell’Auriga), Aldebaran (Toro), Rigel (Orione), le già citate Sirio (Cane maggiore)e Procione (Cane minore), infine Castore e Polluce (Gemelli): un insieme di stelle che possiamo prendere a riferimento per riconoscere le rispettive costellazioni di appartenenza. Al centro dell’immaginaria figura geometrica splende Betelgeuse (Orione).
“Polvere di stelle” nell’Auriga. Alto nel cielo, in direzione sud-ovest, si nota un gruppo di stelle a forma stavolta di pentagono irregolare: è l’Auriga, ovvero il Cocchiere, che ospita l’anticentro galattico, la direzione opposta al centro della nostra Galassia. Non è un caso che in questa zona del cielo la Via Lattea appaia poco brillante.
La stella più luminosa dell’Auriga, Capella (rappresentava per i greci la capretta Amaltea che allattò Zeus infante) risplende con il suo bel colore giallo. Anche se a occhio nudo ci sembra di vedere una stella singola, in realtà Capella è una stella multipla, con le sue quattro componenti reciprocamente legate dalla gravità.
All’interno dell’Auriga si può scorgere, anche solo con un piccolo binocolo, M37, un ammasso aperto di circa 500 stelle distante da noi 4.000 anni luce. Appare come un insieme di stelle molto fitto e suggestivo: “polvere di stelle” è il simpatico soprannome che gli diede una nostra visitatrice alcuni anni fa, ammirandolo all’oculare di uno dei telescopi didattici del nostro Osservatorio Astronomico.
M37 ci riserva una piccola sorpresa: comprende infatti anche alcune stelle di colore rosso, in fase evolutiva più avanzata delle loro “consorelle”, che permettono di stimare l’età dell’ammasso pari a circa 300 milioni di anni.
La costellazione zodiacale del mese: i Gemelli
Gemelli, ma diversi. La costellazione dei Gemelli appare come un grande rettangolo allungato piuttosto facile da individuare a nord est di Orione. Le due stelle principali portano i nomi di Castore e di Polluce, i due Dioscuri figli del re Tindaro e della regina Leda.
Eratostene, nel suo Catasterismi, ci dice che i Dioscuri, cresciuti in Laconia (la regione sud orientale delle Grecia che comprende Sparta e Atene), si distinsero per il loro amore fraterno: non litigarono mai né per il predominio né per altri motivi, per cui Zeus “li pose insieme nello stesso luogo celeste”.
Dal punto di vista astronomico, però, sono “gemelli” per modo di dire, in quanto Castore appare bianco-azzurra e il colore di Polluce vira verso l’arancione. La diversità cromatica si può facilmente constatare a occhio nudo con la tecnica del confronto, osservando in modo alternato le due stelle fissando ciascuna per pochi istanti. Dopo tre o quattro passaggi la differenza balzerà (letteralmente) agli occhi. In questo procedimento noteremo anche il loro divario di luminosità: Polluce è più brillante di Castore di circa mezza magnitudine. Una terza importante differenza è di tipo fisico: Polluce è una stella singola, mentre Castore costituisce addirittura un sistema sestuplo, cioè formato da sei stelle tenute insieme dalla reciproca attrazione gravitazionale: lo si è appurato grazie all’applicazione di raffinate tecniche osservative (come la spettroscopia) e all’utilizzo di sofisticati strumenti scientifici.
Le costellazioni che non tramontano mai: Cassiopea
Verso le ore 21.00, se guardiamo verso nord, a sinistra (a ovest) dell’Orsa Minore, in posizione diametralmente opposta a quella del Grande Carro rispetto alla Stella Polare, possiamo notare un quintetto di stelle luminose che formano una sorta di “M” maiuscola: si tratta della costellazione di Cassiopea. Nel mito greco era la vanitosa Regina dell’Etiopia. È una costellazione circumpolare facilmente riconoscibile dai neofiti che tra l’altro ci permette di trovare la Stella Polare: come scritto prima, infatti, questa stella si trova a metà strada tra Cassiopea e il Grande Carro.
In posizione vicina alla stella Caph, o Beta Cassiopeiae,troviamo una stella molto brillante: Rho Cassiopeiae, un raro esemplare di una categoria di stelle chiamate “ipergiganti gialle”. La sua massa è superiore di 40 volte a quella del Sole, e il raggio di 3450 volte rispetto a quest’ultimo. Nonostante si trovi ad almeno 3.400 anni luce da noi, grazie alle sue eccezionali caratteristiche è visibile anche a occhio nudo.
A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli