Il cielo del mese: la luce cinerea della Luna e le Liridi, le stelle cadenti di aprile

Quando osservare la luce cinerea della Luna e le Liridi, le stelle cadenti. Tutto quello che c'è da sapere sul cielo nel mese di aprile, nella rubrica dell'Osservatorio astronomico della Valle d'Aosta.
Il terzetto di galassie composto da M65 (in basso), M66 (in alto a sinistra) e NGC 3628 (a destra). Credit: Francis Bozon (https://apod.nasa.gov/apod/ap210320.html)
Un, due, tre stella!

Cosa ci riserva il cielo di aprile? A raccontarcelo è la Fondazione Clément Fillietroz Onlus che gestisce l’Osservatorio astronomico di Saint-Barthélemy.

Le fasi della Luna

Questo mese si verificherà due volte la Luna nuova. Ciò è possibile in quanto il ciclo delle fasi (chiamato anche sinodico) è di 29,5 giorni, e la prima Luna nuova si verifica proprio il primo di aprile.

Ecco quindi le date delle cinque fasi lunari principali: Luna nuova il 1°, Primo quarto il 9, Luna piena il 16, Ultimo quarto il 23 aprile e Luna nuova il 30.

La luce cinerea della Luna

Nei giorni 4 e 5 aprile, sarà possibile osservare il fenomeno della Luce cinerea della Luna. A partire dalle ore 20.30, con il cielo che comincia a scurire, sarà possibile osservare a fianco della sottile falce di Luna (illuminata direttamente dai raggi del Sole) anche il resto della sua superficie debolmente rischiarata dalla luce solare riflessa su di essa dalla Terra. Questo fenomeno è visibile solo all’inizio e/o alla fine del ciclo lunare, quando l’angolo compreso tra Luna, Terra e Sole è di pochi gradi e vi sono quindi le condizioni affinché il nostro pianeta possa illuminare la Luna con una luce diffusa e diafana, idealmente color grigio chiaro, appunto “cinerea” (dal latino “cinis”, “cenere”).    

Il fenomeno della luce cinerea. Credit: Paolo Calcidese per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS
Il fenomeno della luce cinerea. Credit: Paolo Calcidese per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS

Venere, Marte, Giove e Saturno vicini nel cielo prima dell’alba. Segnaliamo agli osservatori mattinieri che i pianeti più luminosi saranno visibili appena prima dell’alba, a partire dalle 6.00 del mattino fino alle 6.30, bassi sull’orizzonte sud est, entro una ristretta zona di cielo ampia non più di 6 gradi e mezzo. Il giorno 5 Marte e Saturno saranno in congiunzione stretta (a meno di un terzo di grado, praticamente indistinguibili a occhio nudo). Nei giorni successivi Venere si sposterà molto velocemente verso est, incontrando Giove verso fine mese: fino a quattro pianeti potranno essere dunque visibili a occhio nudo prima dell’alba! Aggiungiamo che, tra il 25 e il 27 la Luna “farà visita” ai pianeti, passando a sud della spettacolare formazione.

Aspetto del cielo il 25 aprile alle 6.00 (immagine generata con il software Stellarium https://stellarium.org)
Aspetto del cielo il 25 aprile alle 6.00 (immagine generata con il software Stellarium https://stellarium.org)

Liridi, le stelle cadenti di aprile

In seconda serata sorge la Lira, costellazione nella quale è situato il punto da cui appaiono diramarsi le stelle cadenti (le Liridi) visibili in maggior numero dal 21 al 23 aprile.

La spiegazione di questo fatto risiede nel fatto che la Terra incrocia ogni anno in quei giorni le particelle lasciate dalla cometa C/1861 G1 Thatcher lungo la propria orbita. I granelli di questa polvere cometaria, entrando in atmosfera a grande velocità, producono le scie luminose che chiamiamo stelle cadenti (termine popolare) o meteore.

Dopo la mezzanotte in media sono osservabili circa 20 meteore all’ora. La Luna, in fase di ultimo quarto proprio il 23, sorgendo attorno alle 1.30 non disturberà con il suo chiarore le osservazioni, se condotte in prima serata.

La costellazione del mese: il Leone

Nel cielo primaverile la nostra attenzione è attratta dall’inconfondibile sagoma del Leone, una fra le poche costellazioni in grado di rappresentare in modo realistico ciò di cui portano il nome. La stella più brillante è Regolo (in latino “il piccolo re”), o Alfa Leonis. Ventunesima stella in ordine di luminosità, si trova alla distanza da noi di 79 anni luce (un anno luce = 9˙460 miliardi di km).

Il Leone in un’immagine del 2010, con i pianeti Marte e Saturno ad abbellire la costellazione. Credit: Babak Tafreshi (TWAN) - https://apod.nasa.gov/apod/image/1006/MarsLeoKurdistan1_tafreshi.jpg
Il Leone in un’immagine del 2010, con i pianeti Marte e Saturno ad abbellire la costellazione. Credit: Babak Tafreshi (TWAN) – https://apod.nasa.gov/apod/image/1006/MarsLeoKurdistan1_tafreshi.jpg

Nell’antico Egitto, nel periodo in cui il Sole si trovava prospetticamente in questa costellazione, i leoni andavano a rinfrescarsi presso il Nilo, proprio nei giorni in cui il grande fiume esondava depositando sulle sue rive il fertile limo che permetteva un’agricoltura florida. Anche per questo motivo il Leone era considerato un animale sacro. Nell’VIII secolo a.C. il “Solleone” si verificava attorno alla metà di agosto, attualmente il periodo più caldo per tutta l’area mediterranea.

Nella mitologia greca il Leone è quello di Nemea, la cui uccisione costituiva una delle fatiche di Ercole. In questo caso la belva, proveniente dalla Luna, in seguito alla sua uccisione da parte dal prode semidio fu “rispedita” in cielo.

Regolo in latino significa “reuccio”. L’origine del nome potrebbe dipendere dal fatto che nell’antica Persia vigeva l’usanza di dividere il cielo in quattro parti rette dalle “Stelle reali”, di cui Regolo, la stella della primavera, è la meno brillante, da qui l’appellativo di “Piccolo re”.

In realtà Alpha Leonis è una stella binaria, ovvero costituita da una coppia di stelle, di cui la principale è una stella molto calda (circa 13 ̇000 gradi) e intrinsecamente 360 volte più luminosa del Sole, mentre la compagna è probabilmente una piccola nana bianca, che le orbita attorno con un periodo di circa 40 giorni. Nel tempo sono state scoperte altre due stelle compagne, prospetticamente vicine a Regolo, unite in una stella binaria che, a sua volta, completa un’orbita attorno a Regolo in non meno di 130 ̇000 anni! Quindi alpha Leonis è in realtà un sistema costituito da ben quattro stelle.

Un terzetto di galassie. La Via Lattea, la porzione più densa della nostra galassia, è visibile solo alla fine della notte; quindi, osservando in prima serata attraverso uno spessore minore del nostro sistema galattico, è possibile individuare le galassie esterne alla nostra.

Con un telescopio è possibile osservare nella costellazione del Leone le galassie M65 e M66, alla distanza di circa 35 milioni di anni luce. Al telescopio la prima galassia si presenta come un fuso di luminosità uniforme, mentre la seconda è più interessante, in quanto presenta delle polveri lungo i bracci che ne movimentano l’aspetto (si veda l’immagine della copertina, ripresa con una sensibile camera digitale). Assieme a una terza galassia (NGC 3628) costituiscono un gruppo noto come il terzetto del Leone; la distanza media tra una galassia e l’altra è di circa 250.000 anni luce.

Costellazioni che ritornano. Nelle serate di aprile attorno alle 22.30 si intravede verso sud, leggermente a destra della sagoma del Leone e sotto le stelle del Cancro (di cui abbiamo parlato la scorsa volta), la testa dell’Idra femmina. Poco in basso possiamo vedere Alphard, la sua stella più brillante. La sinuosa figura dell’Idra prosegue a zig zag verso sud est passando “sotto” al quadrilatero del Corvo (di cui parleremo la prossima volta).

La costellazione dell’Idra tra Il Leone, il Cancro e il Corvo. Immagine generata con il software Stellarium (https://stellarium.org)
Idra Leone e Cancro

Più ad est, quasi a contrastare il colore azzurro di Regolo, brilla la gigante arancione Arturo, mentre a nord culmina l’Orsa Maggiore, che contiene al suo interno l’asterismo del Grande Carro. A proposito di costellazioni vicine alla stella polare, questo mese presentiamo una nuova costellazione… dal lungo collo.

Le costellazioni che non tramontano: la Giraffa. Attorno alle 22.00, a sinistra della stella Polare (si può usare il Piccolo Carro allineando le stelle del suo timone verso “sinistra”, o a ovest), si possono notare alcune deboli stelle, che fanno parte della costellazione della Giraffa, introdotta da Jakob Bartsch, genero di Keplero, nel 1624, a rappresentare l’episodio biblico del cammello che portò Rebecca dal suo futuro sposo Isacco. Formata da stelle di quarta magnitudine, la costellazione del “cammello leopardato” (in latino Camelopardalis, o Camelopardus) richiede un cielo scuro e limpido per essere osservata.

La costellazione dell’Idra tra Il Leone, il Cancro e il Corvo. Immagine generata con il software Stellarium (https://stellarium.org)
La costellazione dell’Idra tra Il Leone, il Cancro e il Corvo. Immagine generata con il software Stellarium (https://stellarium.org)

Nel mese di aprile l’Osservatorio astronomico di Saint-Barthélemy propone spettacoli al Planetario e visite guidate notturne. Per informazioni, consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it

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