Il cielo di luglio, dalla “Superluna” alle spettacolari nubi stellari

Cosa ci riserverà questo mese, alzando gli occhi al cielo? Lo scopriamo, come di consueto, grazie ai ricercatori dell'Osservatorio astronomico regionale.
La nebulosa M16. Ripresa dallo Schulman Telescope (apertura 800 mm) at the Mount Lemmon SkyCenter. Credit: Adam Block/Mount Lemmon SkyCenter/University of Arizona
Un, due, tre stella!

A partire da sabato 1° luglio proponiamo al pubblico spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma dal martedì al sabato con prenotazione online obbligatoria. Per informazioni, consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it/. Ma cosa ci riserverà il cielo di luglio?

La Luna

Le fasi della Luna. Luna (anzi, Superluna o Super Luna) piena lunedì 3 luglio, nella fase di ultimo quarto lunedì 10, Luna nuova martedì 18 e Primo quarto mercoledì 26.

Paragone tra le dimensioni angolari della Luna piena in situazioni diverse: a sinistra, il caso ideale della Luna piena esattamente al perigeo, cioè alla minima distanza orbitale dalla Terra; a destra, il caso opposto della Luna piena esattamente all’apogeo, cioè alla massima distanza orbitale dalla Terra, detta anche Microluna; al centro, il caso del 3 luglio 2023. La Superluna di questo mese è prossima alla situazione più favorevole, ma a occhio nudo non è possibile accorgersi delle piccole differenze rispetto alla norma. Credit: immagini simulate della Luna di Tom Ruen; confronto realizzato da Dominic Ford per il sito In-The-Sky.org (https://in-the-sky.org/news.php?id=20230703_08_101); elaborazione grafica di Andrea Bernagozzi
Paragone tra le dimensioni angolari della Luna piena in situazioni diverse: a sinistra, il caso ideale della Luna piena esattamente al perigeo, cioè alla minima distanza orbitale dalla Terra; a destra, il caso opposto della Luna piena esattamente all’apogeo, cioè alla massima distanza orbitale dalla Terra, detta anche Microluna; al centro, il caso del 3 luglio 2023. La Superluna di questo mese è prossima alla situazione più favorevole, ma a occhio nudo non è possibile accorgersi delle piccole differenze rispetto alla norma. Credit: immagini simulate della Luna di Tom Ruen; confronto realizzato da Dominic Ford per il sito In-The-Sky.org (https://in-the-sky.org/news.php?id=20230703_08_101); elaborazione grafica di Andrea Bernagozzi

La Superluna

Si parla di Superluna (o Super Luna) quando la fase di Luna piena si verifica con il nostro satellite nei pressi del perigeo, ovvero il punto della sua orbita alla minima distanza dalla Terra. Il nostro satellite, rispetto alla sua distanza media dalla Terra di circa 384.000 km, si troverà invece a ‘soli’ 361.934 km, secondo i calcoli (li trovate qui) di uno dei maggiori esperti mondiali in materia, lo studioso statunitense Fred Espenak, già ricercatore della NASA. Quindi il disco lunare apparirà lievemente più grande come dimensione angolare e un po’ più brillante rispetto a quanto abbiamo visto nei mesi precedenti del 2023, quando la fase di Luna piena è capitata con il satellite meno vicino alla Terra. Benché negli ultimi anni la Superluna sia diventata sempre più popolare a livello mediatico, non noteremo nulla a occhio nudo: vanno utilizzati strumenti adeguati per constatare e misurare con precisione queste variazioni.

Congiunzioni tra la Luna, pianeti e stelle brillanti

Sabato 1° luglio la Luna sarà vicina a Antares, la stella più brillante della costellazione dello Scorpione, di cui parliamo qui sotto.

Nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 luglio la Luna sarà molto vicina a Saturno. Verso le 1.30 di venerdì la coppia apparirà bassa sull’orizzonte sudest, entrambi i corpi celesti si troveranno nella costellazione dell’Acquario.

Tra l’11 e il 12 luglio, a notte inoltrata, Giove si trova in una bella congiunzione con la Luna calante, apprezzabile ad occhio nudo a patto di far tardi: la coppia sorge infatti poco prima delle ore 2.00.

Martedì 20 sarà il turno di Venere ad essere raggiunto dal nostro satellite naturale, anche se l’avvicinamento tra i due sarà visibile solo a partire dalle 21.15, con il cielo ancora chiaro e i due oggetti molto vicini uno all’altro nella costellazione del Leone.

La galassia M101 nell'Orsa Maggiore con la supernova SN 2023ixf indicata dai due tratti perpendicolari, 1. Foto di Marco Robecchi ripresa dalle piazzole dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Credit: https://www.flickr.com/photos/196742394@N03/52934082493/
La galassia M101 nell’Orsa Maggiore con la supernova SN 2023ixf indicata dai due tratti perpendicolari, 1. Foto di Marco Robecchi ripresa dalle piazzole dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Credit: https://www.flickr.com/photos/196742394@N03/52934082493/

I pianeti

Mercurio

Il pianeta più piccolo e veloce del Sistema Solare risulta inosservabile a inizio mese perché vicinissimo al Sole (si trova in congiunzione superiore il 1° luglio); la sua elongazione orientale va aumentando e a fine mese si può tentare l’osservazione poco dopo il tramonto, molto basso nelle luci del crepuscolo serale, più o meno nella direzione in cui è calato il Sole, nella stessa zona di cielo dove si trova Venere. Passa dalla costellazione dei Gemelli a quella del Cancro e poi nel Leone.

Venere

Dopo aver raggiunto la massima elongazione orientale all’inizio del mese scorso, il pianeta più brillante del cielo si muove velocemente verso la congiunzione inferiore col Sole, che raggiungerà il 13 agosto. Ne consegue che la sua visibilità nel crepuscolo serale diminuisce drasticamente in luglio: a inizio luglio è ancora possibile vederlo per un’oretta, mentre a fine mese diventa praticamente invisibile perché troppo vicino al Sole. Però, quanto verrà perso in tempo di osservabilità, verrà compensato in spettacolarità, in quanto il pianeta, in avvicinamento alla Terra, al telescopio appare sempre più grande (a fine mese si trova a ‘soli’ 47 milioni di km da Terra) e la fase tende sempre più a quella di falce, la più bella da vedere. Il 7 luglio raggiunge anche la massima luminosità, con magnitudine apparente pari a -4,5. Il pianeta per tutto il mese di luglio si trova nella costellazione del Leone.

Marte

Il pianeta rosso, nella costellazione del Leone, continua ad allontanarsi dalla Terra e a indebolirsi; inoltre, appare sempre più vicino al Sole per cui la sua visibilità diviene difficoltosa, perso nelle luci del crepuscolo serale verso occidente. Il 1° luglio si trova prospetticamente appaiato a Venere, con quest’ultimo decisamente più brillante. Poco lontano dai due pianeti vediamo Regolo, la stella più brillante del Leone. Marte la affianca (prospetticamente) nelle sere del 9 e 10 luglio. In entrambi i casi, pianeti e stella sono bassi sull’orizzonte, che quindi dev’essere ben sgombro verso ovest; inoltre sono visibili per poco tempo, attorno alle ore 22.00-22.30, dopodiché tramontano.

Giove

Il pianeta più grande del Sistema Solare continua a essere osservabile nelle ore antelucane, ma il periodo di osservabilità va aumentando. Se a inizio mese lo si vede basso verso oriente dopo le 3.00 del mattino, a fine mese comincia a essere visibile intorno all’una di notte, sempre nella costellazione dell’Ariete.

Saturno

Nella costellazione dell’Acquario, sorge un paio d’ore prima di Giove e risulta visibile dall’una di notte a inizio mese, mentre a fine mese la sua visibilità comincia a raggiungere orari più comodi in quanto sorge intorno alle 23.00. Lo si osserva verso sud-est.

Urano

Non molto distante da Giove, si trova anch’esso nella costellazione dell’Ariete, ai confini con il Toro, dalla parte dove c’è l’ammasso delle Pleiadi. Le sue condizioni di osservabilità vanno migliorando nel corso del mese: nel complesso, sorge una mezz’ora dopo Giove. Seppur debolmente visibile a occhio nudo (ma in un cielo davvero buio e terso), lo si vede meglio con un binocolo, mentre al telescopio mostra il suo disco di color turchese.

Nettuno

Si trova nella costellazione dei Pesci tra la posizione di Giove e quella di Saturno; per questo, sorgendo prima di Giove, lo si deve cercare con un telescopio a partire dalle 2.00 circa a inizio mese, da mezzanotte verso la fine.

Gli sciami meteorici di luglio: le Sud Delta Aquaridi

Tra il 28 e il 30 luglio si verifica il picco dello sciame meteorico della Sud Delta Aquaridi, potenzialmente in grado di arrivare a 20-25 meteore all’ora in condizioni ideali di osservazione. La Luna crescente a fine mese (sarà piena il 1° agosto) disturberà un po’ l’osservazione nelle prime ore della notte, ma non vi preoccupate: il picco non è così pronunciato e lo sciame è visibile da metà luglio fino a metà agosto.

Le meteore sono in genere prodotte dalle polveri lasciate nello spazio vicino all’orbita terrestre dalle comete. Nel caso delle Sud Delta Aquaridi non è ancora stata identificata con certezza la cometa progenitrice. Si ipotizza che possano essere originate dalla cometa P/2008 Y12 (SOHO), come riporta il database della NASA  sugli sciami meteorici [vedi a questo link https://ssd.jpl.nasa.gov/sb/meteor_streams.html]

Stelle e costellazioni visibili nelle serate di luglio

Siamo all’inizio dell’estate e quindi il buio si fa attendere un po’, ma appena cala, in seconda serata, possiamo scorgere Boote con la brillantissima stella Arturo, la Corona Boreale, Ercole, il Serpente, Ofiuco e lo Scorpione, quest’ultimo basso sull’orizzonte meridionale.

Attorno alle 22.30 l’Orsa Maggiore, con l’asterismo del Grande Carro, si vede verso nord ovest a metà altezza in cielo. In questa costellazione si trova la galassia M101, nella quale recentemente è stata scoperta una supernova, una stella di grande massa che, giunta alla fine della sua vita, è esplosa catastroficamente.

Le nubi stellari della nostra galassia

La parte più luminosa della Via Lattea sorge in tutta la sua magnificenza verso sud est. Con il buio e senza la Luna sono perfettamente visibili le sue nubi stellari, che a Lignan, sede del nostro Osservatorio Astronomico e primo Starlight Stellar Park in Italia, in ogni sera limpida si scorgono senza difficoltà: sembrano quasi nuvole terrestri illuminate da una luce lontana! Basta un binocolo per vedere il loro chiarore risolversi in una miriade di stelle, troppo deboli per poterle scorgere singolarmente a occhio nudo.

Risalendo lungo questa grande striscia luminosa, che corrisponde al disco galattico, nella costellazione del Serpente possiamo trovare un altro interessante oggetto del profondo cielo: M16, la “Nebulosa Aquila”, un insieme diffuso di gas e polveri alla distanza di circa 6.000 anni luce, che costituisce un bell’esempio di zona di formazione stellare della nostra galassia e a cui abbiamo dedicato la copertina di questo mese.

La costellazione zodiacale del mese: lo Scorpione

Kudurru (pietra di confine) che raffigura i simboli del Sole, Luna e Venere e probabilmente la costellazione dello Scorpione. Nel testo in caratteri cuneiformi si riporta la dichiarazione con cui il governatore Eanna-shum-iddina assegna una porzione di terra a un certo Gula-eresh. Credit: da Wikicommons (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f4/Kudurru_of_Eanna-shum-iddina_BM_K.3401.jpg)
Kudurru (pietra di confine) che raffigura i simboli del Sole, Luna e Venere e probabilmente la costellazione dello Scorpione. Nel testo in caratteri cuneiformi si riporta la dichiarazione con cui il governatore Eanna-shum-iddina assegna una porzione di terra a un certo Gula-eresh. Credit: da Wikicommons (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f4/Kudurru_of_Eanna-shum-iddina_BM_K.3401.jpg)

Quella dello Scorpione è sicuramente una delle costellazioni zodiacali più antiche. Secondo gli studiosi, a partire dal 1300 a. C. circa, alcune iscrizioni su pietra (sulle pietre confinarie chiamate Kudurru) riportano, oltre ai simboli del Sole, della Luna e dei pianeti, anche alcune figure che si potrebbero associare a costellazioni. Nell’immagine qui sopra possiamo notare un’antica rappresentazione babilonese dello Scorpione scolpita su una pietra di confine (in calcare dal colore scuro) risalente al XII sec. a.C. e conservata al British Museum.

La costellazione dello Scorpione: Antares è la brillante stella dalle sfumature aranciate che si vede in alto a destra rispetto al centro dell’immagine. Credit: Akira Fujii per ESA/Hubble (https://esahubble.org/images/heic0211e/)
La costellazione dello Scorpione: Antares è la brillante stella dalle sfumature aranciate che si vede in alto a destra rispetto al centro dell’immagine. Credit: Akira Fujii per ESA/Hubble (https://esahubble.org/images/heic0211e/)

Attorno alle 22.30, mentre il crepuscolo sfuma nell’oscurità della notte, a sud occhieggia Antares, la supergigante rossa al centro di questa costellazione. Riferendoci ancora alla cultura babilonese, l’espressione che designava questa stella era GABA GIR.TAB, ossia “il petto dello Scorpione”, e così venne definita anche nella tradizione araba.

In greco Antares significa “la rivale di Ares”, in quanto a volte il suo splendore rossastro sembra rivaleggiare con quello di Marte (di cui Ares è il nome greco).

Questa stella, la quindicesima più brillante del cielo, è enorme: se si trovasse al centro del nostro Sistema Solare i suoi strati gassosi più esterni si troverebbero tra l’orbita di Marte e quella di Giove! Pur avendo un’età di una decina di milioni di anni, si sta già avviando verso le fasi finali della sua evoluzione, che entro 1-2  milioni di anni culminerà in un’esplosione di supernova.

Al di là di questi scenari… apocalittici, Antares è un’interessantissima stella doppia: la compagna, Antares B, è una stella di colore azzurro e di luminosità decisamente inferiore, il che rende assai ardua la sua osservazione con piccoli telescopi, in quanto la sua luce è sovrastata dallo splendore della supergigante.

Non a caso Antares B fu scoperta nel 1819 solo grazie a un’occultazione lunare: il bordo del nostro satellite, occultando prima una stella e poi l’altra, fece registrare una doppia caduta di luce, prima della definitiva scomparsa del segnale luminoso. Dapprima si pensò che l’effetto fosse dovuto alla luce di Antares riflessa e diffusa da una presunta (ma inesistente) atmosfera lunare, poi successive osservazioni confermarono la duplicità del sistema.

La coppia Antares A + B dista da noi circa 550 anni luce e le due sono separate da 550 Unità Astronomiche o U.A. (l’U.A. è la distanza media tra il Sole e la Terra e vale circa 150 milioni di chilometri). Le due stelle orbitano una attorno all’altra con un periodo superiore ai 1200 anni.

Ed ora vi raccontiamo una curiosità. Alle latitudini del Medio oriente e in generale dell’area del Mediterraneo, Antares appare sempre piuttosto bassa sull’orizzonte e quindi, per effetto della turbolenza atmosferica, maggiormente avvertibile a basse elevazioni, la sua luce, di un colore intensamente rosso, sembra scintillare vistosamente. Gli antichi osservatori l’hanno quindi accostata all’immagine di un rosso cuore pulsante, e per questo motivo le due stelle Sigma e Tau Scorpii sono state soprannominate Al Niyat (“le arterie”).

A patto di avere un orizzonte meridionale sgombro da ostacoli, a tarda serata lo Scorpione è visibile per intero, dalle chele fino al pungiglione rappresentato dalle stelle Shaula (Lambda Scorpii) e Lesath (Upsilon Scorpii).

A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli

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