Con tutta evidenza in Italia le attuali misure di contrasto alla pandemia non sono sufficienti a contenerla. E’ ciò che si evince dai dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità (aggiornati al 3 marzo) e dalla Protezione Civile (aggiornati al 6 marzo).
L’effetto delle restrizioni durante il periodo natalizio si è ormai esaurito. Dopo un periodo di relativa stabilità, da qualche settimana la diffusione del virus, almeno per quanto riguarda i casi diagnosticati con le procedure messe in atto, ha ripreso ad aumentare. In Valle un po’ meno che nelle regioni vicine ma con un trend del tutto analogo. In termini quantitativi, la stima nazionale di Rt ha superato l’unità (1,06) e quella della Valle d’Aosta (1,21), che peraltro ha margini di incertezza nettamente maggiori, ha superato il Piemonte (1,18) e la Lombardia (1,09): il che significa che la pandemia sta accelerando. E’ ragionevole immaginare che tutto ciò dipenda dai due fattori che attualmente sono dominanti: il diffondersi della variante B.1.7.7 (quella inglese) ed il ritardo nella campagna vaccinale. Riguardo alla prima, l’ISS segnala che in Italia essa è responsabile di oltre la metà dei contagi (54% al 18 febbraio),mentre le altre varianti sono a tutt’oggi marginali, con un netto aumento della stima di sole due settimane prima, che era di circa un quinto dei casi (17,8%). Vedremo in futuro a quale livello si troverà l’equilibrio tra le diverse varianti in causa.
L’aumento del numero dei nuovi casi positivi, passato da 7,0 a 10,6 al giorno (media giornaliera dell’ultima settimana) è ancora molto inferiore a quello della media nazionale (da 26,5 a 32,9), del Piemonte (da 26,5 a 37,5) e della Lombardia (da 32,4 a 42,7), ma è probabile che questo divario sarà sempre meno evidente.
Lo stesso andamento si osserva per quanto riguarda i ricoveri, sia ordinari sia in Terapia Intensiva.
Riguardo ai decessi, l’andamento in Valle è invece ancora nettamente favorevole rispetto ai confronti effettuati, ma com’è noto essi risentano della situazione dei contagi nelle 2-3 settimane precedenti, per cui è probabile che dalla prossima settimana anche questa curva tenderà ad aumentare.
L’unico contrasto a questi eventi drammatici è dato, ad oggi, dalla vaccinazione: in Valle d’Aosta, regione in questo ambito tra le più efficienti, stiamo arrivando quasi alla metà degli over 80 vaccinati. Per l’esattezza il 41% ha ricevuto la prima dose ed il 12% la seconda. Non va però dimenticato che ci vuole almeno un mese dalla prima dose affinché il vaccino sia efficace nel prevenire la malattia in forma grave.