A dirlo, questa mattina durante i lavori dell’Osservatorio della qualità dell’ambiente urbano, è stato il ricercatore ambientale dell'Arpa Valle d’Aosta Edoardo Cremonese: "Ci stiamo scaldando, non è mai successo con questa rapidità negli ultimi diecimila anni". Le prospettive - ad usare un eufemismo - non sono rosee, ma le vie d'uscita ci sono.
I dati sono emersi dal rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente “Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la mobilità sostenibile”. I trend positivi sono quelli sui rifiuti e la mobilità. Da migliorare, invece, la percentuale di verde urbano e l'impermeabilizzazione del suolo, tra i più bassi.
Oggi, venerdì 24 giugno, i commissari hanno compiuto un sopralluogo ai ghiacciai di Planpincieux e delle Grandes Jorasses e approfondito altri temi in una tavola rotonda.
Promossa e organizzata dal Forte di Bard, l’esposizione sarà visitabile dal 17 giugno al 18 novembre. La mostra - in 90 confronti fotografici - raccoglie un percorso lungo 13 anni, nato per documentare e mostrare gli sconvolgenti effetti dei cambiamenti climatici sul pianeta.
Il progetto - finanziato da risorse europee per 950mila e che vedrà come soggetto attuatore la Fondazione Montagna sicura - implementa le iniziative di studio e ricerca sui rischi di origine glaciale, correlati ai cambiamenti climatici, e investe su strumentazioni di avanguardia per prevederne l'evoluzione nel tempo.
Le previsioni indicano che il ghiacciaio potrebbe consumare le esigue riserve invernali già nella prima metà del mese di luglio, almeno con più di un mese di anticipo rispetto agli ultimi 23 anni.
L'allarme viene lanciato dalla società meteorologica italiana, segnalando la fusione della neve straordinariamente precoce nel ghiacciaio del Ciardoney nel Gran Paradiso.
Lo studio - pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research Letters - mostra come il larice sia sì resistente agli estremi climatici ma non quando questi avvengano nei periodi più delicati dello sviluppo stagionale. Fattore che può ridurne l’accrescimento legnoso del 20% anche a 2000 metri di quota.
"È ancora presto per essere ufficialmente in emergenza - scrive nel suo report l'Agenzia di protezione ambientale -, capita spesso che ci siano eventi di precipitazione nevosa molto importanti nei mesi di marzo e aprile, che potrebbero compensare".
Il climatologo molto noto al pubblico per le sue apparizioni televisive è intervenuto oggi in diretta su Radio Proposta inBlu: “sarei molto preoccupato per la siccità soltanto se saltassimo anche le piogge di primavera”.
Il finanziamento, finalizzato alla mitigazione e all’adattamento dei cambiamenti climatici, porta oltre 12,5 milioni di euro gli investimenti diretti sul territorio da parte dell’Ente Parco in tre anni. Gli interventi prevedono anche l'acquisto di mezzi ibridi e azioni di conservazione di habitat.
Il dato è emerso durante la presentazione di due studi condotti da Arpa, Fondazione CIMA, Fondazione Montagna Sicura e dal Dipartimento Ambiente della Regione. In prospettiva futura, si vedrà una Valle d'Aosta divisa in due per le precipitazioni, mentre preoccupano i ghiacciai: ogni anno sparisce l'equivalente del centro di Aosta.
Lo studio, pubblicato sulla rivista "Nature", ha identificato tre fattori chiave del comportamento degli ecosistemi: la massima capacità di assimilare CO2 dall’atmosfera attraverso la fotosintesi, l’efficienza d’uso dell’acqua, e quella del carbonio per produrre biomassa.
La grandine e le gelate primaverili hanno colpito duramente anche la produzione delle mele, con risultati che variano però di zona in zona. Si salva la raccolta a Saint-Pierre, comunque in perdita, mentre si aggrava dall'altro lato della Dora. Nicoletta (Coldiretti): "Per alcuni è stato un anno catastrofico".
La maggior parte degli ecosistemi sopra il limite della foresta – scrive Arpa in una nota – ha mostrato negli ultimi 20 anni una forte tendenza al rinverdimento, soprattutto in alcune aree delle Alpi, i cosiddetti "greening hotspots". A livello regionale il fenomeno è particolarmente forte nella zona dell’alta valle.
A scandirlo, oggi in piazza Chanoux, sono stati i ragazzi di Fridays for Future, tornati a chiedere alla politica di invertire la rotta prima che sia troppo tardi: "C’è un’ombra indelebile sui governi che non hanno fatto nulla”.