Dopo un iter sconnesso, durato mesi – anche se in realtà cominciato, almeno come germoglio, già nella passata consiliatura – il Regolamento del Comune di Aosta sul contrasto all'azzardopatia è oggi realtà.
Un parto vero proprio, con la discussione in Commissione iniziata giusto nove mesi fa, e stamattina votato all'unanimità in Consiglio comunale. Approvazione che prevede tutta una serie di restrizioni per i locali che comprendono al loro interno slot machines e macchinette elettroniche, e regolamenta le basi per quelle che apriranno in futuro, profondamente legato alla legge regionale 15/2015.
Soddisfatto Vincenzo Caminiti, consigliere unionista che, da Presidente della III Commissione ha lottato a fondo perché questo regolamento vedesse la luce: “La finalità – spiega nel suo intervento – è la questione sanitaria. È possibile che lo Stato tolleri, assieme alle istituzioni, lo svilupparsi di questa malattia confondendola con il divertimento? Stiamo regolamentando un problema perché uno Stato scellerato mette in condizione tutte i cittadini di correre questo rischio”.
Co-relatore Andrea Manfrin, Lega Nord: “È un momento di orgoglio per tutti noi, si comincia a mettere una pietra ferma sulle notizie su gioco d'azzardo dopo mesi di lavoro intenso, che hanno prodotto finalmente qualcosa di tangibile. Un regolamento che contiene alcuni compromessi, anche al a ribasso, ma un primo passo importante verso la direzione che vogliamo: limitare tutte le dipendenze”. Non manca una 'vis polemica' da parte del consigliere leghista: “Girano voci che parlano di 'scaricabarile', qualcuno fuori dall'aula ha detto che questo regolamento l'hanno voluto in pochi. Se qualcuno vuole disconoscerlo oggi ne ha la possibilità pubblicamente”.
Da tutti i gruppi, però, arriva un voto convinto al provvedimento che – nel dibattito generale – prende un significato nuovo: quello di essere punto d'inizio per diventare più stringente, con l'invito a tenere alta la guardia.
La delibera viene votata all'unanimità dall'aula, con l'eccezione dell'assessore Marzi (assente dall'aula) e di Nicola Prettico (UV) che esce dall'aula in quanto “Lavoratore – spiega staccando la sua scheda – di un'azienda che vive di gioco”.
Chi disconosce questo regolamento, comunque, c'è eccome: una ventina di dipendenti di Gianluca Mancuso, titolare di due società che operano nel settore, escono, a votazione conclusa, decisamente piccati. E volano anche parole grosse: “Fotograferò queste 'facce da culo' – dice una di loro a denti stretti – che vota questi provvedimenti e poi viene da noi a giocare”.