Neo Segretaria visibilmente emozionata, ma che non rinuncia a chiedere a gran voce una svolta nel suo partito: “La destra troverà sempre un punto di contatto sulla politica del soldo e della forza. Noi invece un punto di contatto sul sociale, la giustizia e la ripartizione equa delle risorse lo dobbiamo trovare perché è molto, molto più importante”.
Un Partito Democratico che Deval, nel suo discorso all’assemblea, disegna così: “L’Autonomia della Valle d’Aosta inizia prima di tutto dall’autonomia della singola persona. Il PD oggi è l’unico partito che può fare da ponte con il governo centrale per difendere davvero la nostra autonomia, un cultura e un patrimonio immenso. Superiamo le nostre divisioni e lavoriamo assieme prima di tutto all’interno del partito stesso, ma anche all’esterno, recuperando il cuore e l’essenza di appartenere ad un partito nazionale e creando un coro con i partiti autonomisti, con tutte le categorie di lavoro e con i giovani, patrimonio per il presente. È questa la nostra natura”.
Anche il Segretario uscente, il Sindaco di Aosta Fulvio Centoz, si sofferma sul futuro del partito: “Il PD con partiti autonomisti può rivendicare un ruolo di primo piano per cambiare, anche perché il sistema valdostano va rimodellato. Non cancellando ma mettendosi attorno ad un tavolo per trovare soluzioni migliori, cambiandolo mantenendo le nostre peculiarità e rafforzandole. L’obiettivo del nuovo Segretario sarà quello di costruire l’alleanza con i partiti autonomisti, collegandosi al PD nazionale, per creare un atout per la nostra Regione e per affrontare scenari futuri che saranno molto diversi da quelli ai quali siamo abituati”.
“Un partito che non ha neanche il 10% in regione incide eccome – ha spiegato l’assessore regionale alle Attività Produttive Raimondo Donzel, a suo volta ex Segretario del PD – e questo è un orgoglio, raggiunto con l’umiltà di fare delle scelte assieme a nostri alleati. Queste non sono vittorie del PD ma di tutta la maggioranza. Centoz ha guidato il PD in un momento molto delicato, con molte tensioni a livello politico e sullo sfondo la profonda trasformazione del sistema valdostano, attraverso un dialogo che dovrà continuare”.
Ospite d’onore il Senatore Giorgio Tonini, del Trentino Alto Adige: “Qui è stata presa una decisione difficile dando vita ad una esperienza di governo, ma è stata fatta una cosa giusta, come la nostra a livello nazionale nel 2013. Dobbiamo dimostrare sempre che riusciamo a fare meglio dello Stato e spendendo meno, questa è la via per mettere al riparo l’autonomia speciale dagli attacchi ai quali è sottoposta”.
In apertura dell’assemblea ci sono stati gli auguri e i saluti istituzionali, senza polemica alcuna, dalle altre forze politiche con gli interventi di Massimo Lattanzi (Forza Italia), Carlo Marzi (Stella Alpina), Patrizia Carradore (Creare VdA) e Ennio Pastoret (Union Valdotaine) mentre qualche ruggine si è evinta da UVP, che apre comunque al dialogo: “Abbiamo criticato fortemente la scelte del PD di entrare in maggioranza regionale – ha spiegato Alessia Favre, Presidente dei Progressisti – sia per il metodo sia perché c’è stata mancanza di fiducia e di rispetto per gli elettori e per i partiti che hanno fatto un lungo percorso assieme. La speranza è che i candidati alla segreteria si mettano in prima linea in difesa dell’autonomia perché siamo dell’idea che le avventure del PD e dell’UVP non si siano affatto concluse”.
Alpe, invece, qualche sassolino dalla scarpa se l’è tolto eccome: “C’è una differenza netta tra conservatori e progressisti – ha affermato il Presidente del Galletto Alexis Vallet – ed il PD valdostano ha deciso di circondarsi di tutte le forze conservatrici della Regione rischiando di diventare esso stesso una forza conservatrice. Le scelte ultimi degli mesi sul welfare non sono progressiste. Per ricapitalizzare il Casinò sono stati trovati 20 milioni in 20 minuti, spiegatelo alle educatrici. Prima eravate il partito delle educatrici, ora siete quello dei croupier”