Proseguono senza sosta i lavori della III Commissione consiliare di Aosta pronta ormai ad arrivare, martedì prossimo, ad approvare una bozza di regolamento per contrastare il gioco d’azzardo patologico sul territorio comunale del Capoluogo.
A sollevare qualche dubbio stamane è stato Silvestro Mancuso, responsabile giochi di Confcommercio, che già la settimana scorsa, via comunicato stampa, eccepiva sulla retroattività della Legge regionale del 15 giugno 2015 per il contrasto al gioco d’azzardo: “Non sono certo favorevole al gioco – ha spiegato Mancuso, titolare dello Slot Café di via Chambéry – ma bisogna calcolare che l’ingresso in questi locali è vietato ai minorenni, e le sale sono controllate da videocamere collegate direttamente con Roma. Sappiamo che il ‘Proibizionismo’ non ha mai portato risultati, e potrebbe anzi portare alla creazione di bische clandestine che ad oggi non esistono. Nel mio locale ho clienti di oltre 90anni che giocano semplicemente per divertirsi. Inoltre abbiamo controlli continui da parte delle Forze dell’Ordine, ed i rischi di avere giovani nelle sale sono molto scarsi”. Insomma, prosegue Mancuso: “Sono d’accordissimo sul vietare l’accesso ai giovani, ma non possiamo limitare il divertimento a chi vuole giocare”.
“Qui non si tratta di un vizio – gli risponde Vincenzo Lamartora, psichiatra presso il Ser.D – questa è una patologia, ed è una cosa molto diversa. I costi sociali poi sono impressionanti, non traducibili in numeri, e rischiamo di perdere un’intera generazione che esce dalla scuola e non entra né nel mondo dell’università né in quello del lavoro”.
Gli fa eco, senza mezzi termini anche Bruno Trentin, Presidente dell’associazione ‘Mi ripiglio SOS gioco d’azzardo’, a sua volta ex giocatore riuscito ad uscire dal tunnel: “Nessun ‘Proibizionismo’, ma il mercato del gioco d’azzardo è cambiato completamente negli ultimi dieci anni. La distribuzione capillare del gioco è il vero problema, e qui si deve intervenire, come hanno fatto altri Comuni, Regioni e Stati. Non sono giochi di bravura, è un computer che ogni tanto dà e spesso prende, ed è importante che si sappia. Dire solo quanto si è vinto è scorretto, ci fosse scritto ‘vinti qui 500mila euro e persi giocando 7 miliardi’ darebbe un altro senso. L’azzardo è progettato per essere predatorio ed irresponsabile, è impossibile giocare ‘responsabilmente’”.
In realtà una bozza di regolamento c’è, redatta da Andrea Manfrin della Lega Nord, che punta anzitutto ad un ferreo controllo sugli orari: “Un lavoro stringente sugli orari di questi esercizi – ha spiegato Manfrin – impedirebbe questo tipo di promozione scorretta. Nella bozza poi è previsto un articolo sulla prevenzione ed il lavoro di informazione da fare nelle scuole, ripristinando anche le ore di Educazione Civica a supporto. Anche perché nei bar i minori sono attirati dalle macchinette, e vengono ‘iniziati’ al gioco anche in questa maniera”.
Idee che verranno discusse martedì prossimo, alle quali però si aggiungono input continui: “La percentuale di vincita sui Gratta&Vinci è pari allo 0,0000034% – afferma Luca Lotto, M5S – e questa è un’informazione molto chiara che deve essere data pubblicamente. Il problema è che il gioco d’azzardo rende allo Stato”. Per Loris Sartore, Alpe: “Il Comune deve mettere in campo tutte le azioni possibili contro questa piaga sociale. Che ogni quattro passi si possano trovare delle macchinette slot è il vero problema”.
Echi che arrivano anche dalla maggioranza consiliare, con Josette Borre (UV), che asserisce che è “Finito il tempo di far finta di niente”, mentre Luca Girasole (Stella Alpina) spiega che “Fare quanto possibile da parte nostra è il nostro compito, soprattutto limitando la facilità di accesso a questi sistemi che rovinano le persone e le famiglie e poi ricadono sulla collettività. È necessario far sì che ci sia un controllo, e che il regolamento adottato venga poi rispettato”.