Chiuse le indagini legate al maxi-sequestro di Fontine a Giuseppe Balicco

La Procura contesta al produttore, che è anche presidente della Coldiretti della Valle d'Aosta, la tentata frode in commercio e la violazione del testo di legge sulla "Disciplina igienica della produzione e della vendita delle bevande".
Concorso Fontina d'Alpeggio 2014
Cronaca

Si è chisua l’indagine legata al maxi-sequestro di Fontine operato, alla fine della scorsa estate, in più magazzini dell’alta valle di Saint-Barthélemy, nei confronti di Giuseppe Balicco, presidente della “Coldiretti” regionale e dell’Association “Amis des Batailles des Reines”.

La Procura contesta al produttore, cui gli agenti del Corpo Forestale Valdostano avevano prelevato circa seicento forme, la violazione delle norme sulla “Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande” e la tentata frode in commercio.

In particolare, riguardo alla prima delle due ipotesi di reato, la violazione sostenuta dagli inquirenti è il divieto di “detenere per vendere, o comunque distribuire per il consumo" delle "sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione”.

La tentata frode in commercio, invece, risiederebbe nella turbativa al mercato rappresentata dalla volontà di immettervi prodotti non conformi alle norme in materia, alterando quindi gli equilibri di concorrenza nei confronti dei produttori che si attengono a norme e procedure.

Balicco ha ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini e, nel frattempo, prosegue anche l’iter giuridico sul destino delle Fontine. L’Azienda Unità Sanitaria Locale, coinvolta nella vicenda per motivi amministrativo-sanitari, aveva chiesto al Pm Carlo Introvigne, titolare del fascicolo che include il sequestro a fini probatori delle forme, il dissequestro e la distruzione delle stesse.

Il pubblico ministero non si era opposto, ma Balicco aveva fatto ricorso, sostenendo la genuinità dei formaggi. L’opposizione del produttore era stata rigettata dal Giudice per le indagini preliminari D’Abrusco nello scorso dicembre, aprendo la porta alla loro distruzione. Un destino che Balicco, difeso dall’avvocato Paola Pellissier, è intenzionato a scongiurare ad ogni costo, tanto che ha presentato un nuovo ricorso, stavolta alla Corte di Cassazione. In attesa del pronunciamento, le Fontine restano nei magazzini dove sono state portate dopo il sequestro.

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