Nell’agosto del 2010, ad appena ventidue anni, era subentrato nella conduzione di una ditta del settore edile, con sede a Donnas, la “Ecoprogetti Engineering”. Poco tempo dopo, anche per problemi di salute, ha smesso di occuparsi degli affari e la società, nel maggio 2014 è stata dichiarata fallita, sostanzialmente inattiva dal momento del suo subentro.
Il passivo accumulato al momento del fallimento, però, non era indifferente: circa cinquecentomila euro. Cifra che ha fatto scattare per Mattia Bosio, ventottenne originario di Torino, l’imputazione per bancarotta, per non aver tenuto “libri e altre scritture contabili previste dalla legge”.
Difeso dall’avvocato Davide Meloni, il ragazzo è comparso a processo stamane al Tribunale di Aosta (a rappresentare l’accusa, il pubblico ministero Pasquale Longarini). Il suo legale ha riferito al collegio giudicante (composto dai magistrati Massimo Scuffi, Marco Tornatore e Anna Bonfilio) dell’inattività della ditta e dell’abbandono dei precedenti soci. Il giovane ha quindi patteggiato otto mesi di reclusione (pena sospesa).