Dopo Elso Gerandin anche il gruppo Alpe ribadisce che "non esiste nessun obbligo per il colosso Cva di proprietà di tutti i valdostani, di intraprendere il percorso di quotazione in borsa".
Per i Consiglieri del gruppo Alpe "questa scelta, fatta da tempo e tenuta volutamente nascosta, è il frutto di una decisione assunta in solitaria dal Presidente della Regione. Siamo stupiti, e anche un po' inquieti, del silenzio della maggioranza".
Il gruppo ALPE chiede quindi che "la decisione di quotare in borsa la Cva sia rinviata e che sia oggetto di un'attenta valutazione, dal momento in cui non si tratta di un obbligo bensì di una scelta politica precisa. La sentenza della Corte costituzionale sulla legge Madia – concludono i Consiglieri – avrà delle ricadute sulle partecipate dei Comuni, aprendo scenari diversi da quelli prospettati: noi riteniamo, da convinti autonomisti quali siamo, che la Valle d'Aosta non possa rimanere al traino di altre Regioni, come il Veneto che ha promosso il ricorso alla Corte costituzionale, ma debba assumersi la responsabilità di difendere la propria specialità e le prerogative dei propri Comuni."