Qualità dell’aria: stabile il 2017, migliora a inizio 2018. Col problema storico del benzo(a)pirene

Resta stabile la qualità dell’aria di Aosta nel 2017, fatta eccezione per il benzo(a)pirene i cui valori continuano ad essere oltre soglia, mentre qualche novità, dovuta ad una cambio netto delle condizioni climatiche, si vede con l'anno nuovo.
Osservatorio sulla qualità dell'aria
Società

Resta stabile la qualità dell’aria di Aosta nel 2017 – fatta eccezione per il benzo(a)pirene i cui valori continuano ad essere oltre soglia mentre qualche novità, dovuta principalmente ad una cambio netto delle condizioni climatiche, si vede nei primi mesi del 2018, in parallelo con i dati dello scorso anno.

A spiegarlo, questa mattina durante i lavori dell’Osservatorio sulla qualità dell’aria del Comune di Aosta, è stata l’Arpa, che ha snocciolato i valori riscontrati nello scorso anno: “In sintesi – ha spiegato Claudia Tarricone – il 2017 non ha presentato criticità per inquinanti storici senza valenza ambientale come il biossido di zolfo (SO2), il monossido di carbonio (CO) ed il benzene, molto inferiori al valore limite. Il valore di Pm10 è in linea con quello degli anni precedenti, con il nichel in diminuzione su tutte le stazioni, mentre il benzo(a)pirene, anche lo scorso anno, ha superato il valore obiettivo fissato dalla normativa”.

Riguardo i Pm10 Tarricone specifica: “Il riscaldamento contribuisce al 71% al particolato delle polveri sottili su Aosta, seguono i trasporti ed i processi produttivi industriali  che contribuiscono per il 5%. Risulta evidente che la combustione di biomassa, come quella delle caldaie a legna, produca inquinanti in cifre molto superiori rispetto al metano o al gasolio”.

Pm10 e Pm2.5
Riguardo le polveri sottili Pm10 – ovvero il particolato inalabile – il valore limite definito dalla normativa è di 40 µg/m³, mentre quello definito dall’Organizzazione mondiale della sanità è molto più basso. L’ultimo anno, nelle stazioni aostane di piazza Plouves, Liconi e Pépinière – stando ai rilievi Arpa – i valori galleggiano intorno ai 20µg/m³, indicato, spiega Tarricone “come il valore sotto il quale non ci sono effetti nocivi su salute. Aosta è una delle città che ha le concentrazioni medie annue migliori in Italia”.

Situazione simile per i Pm2.5: “Il valore limite di 25 è sempre rispettato – prosegue l’analista dell’Arpa -, siamo attorno agli 11/12 in piazza Plouves, 13/14 in via Liconi”.

L’effetto “clima”, le polveri da fuori Valle ed le “prime polveri” del 2018
“L’anno scorso a fine gennaio – prosegue Tarricone – abbiamo avuto concentrazioni anche di 100 µg/m³, assolutamente inusuali in Valle dove in genere ce ne sono 50 di media, un caso eccezionale dovuto all’avvezione (il trasporto, ndr.) di polveri dalla Pianura Padana. La stessa cosa è avvenuta nel periodo autunnale, con i grandi incendi in Val Chiusella, ed i venti che hanno portato in Valle polveri non prodotte localmente”.

Discorso che cambia stando ai primi numeri del 2018, nel quale la pioggia – a momenti “estenuante”, ha invece portato beneficio: “A gennaio 2017 la media mensile era di 43,7 µg/m³, quest’anno la media è invece di 21,1, ovvero la metà, dovuta ad un gennaio estremamente piovoso, una condizione che ha favorito le qualità dell’aria proprio in un mese di concentrazioni elevate, mentre gli altri mesi sono assolutamente paragonabili all’anno scorso”.

I metalli ed il problema storico del benzo(a)pirene
I metalli presenti nell’aria di Aosta sono ben al di sotto del valore obiettivo, stando ai rilievi Arpa. Il cadmio, che l’anno scorso presentava un valore anomalo nelle deposizioni e in qualità dell’aria è tornato non solo in linea ma è diminuito, mentre il piombo – il cui valore limite è di 55 ng/m³ qui è si attesta sui 2/3. In linea con gli scorsi anni anche il biossido di azoto.

Spina nel fianco” è sempre il microinquinante benzo(a)pirene, indicatore degli idrocarburi policiclici aromatici, la cui sorgente di maggior contributo è il riscaldamento, specificamente da combustione di biomassa, inquinante tipico dei luoghi urbanizzati come il fondo Valle e la Valle centrale: “Rispetto agli ultimi anni – spiega Tarricone – si è riscontrato un ulteriore aumento, siamo all’1,4 in Liconi e Pépinière rispetto al valore di riferimento 1.0, che è il valore in piazza Plouves”.

La nuova vecchia centralina
Dopo quattro anni, la novità principale del 2018 è il ripristino della centralina in via 1° Maggio, spostata alla Pépinière per permettere i lavori del parcheggio pluripiano: “È stata installata nuovamente la cabina – spiega ancora l’Arpa – ma abbiamo deciso per un anno di tenere ancora il parallelo con la Pépinière per incrociare i dati. Il primo confronto primi con i Pm10 mostrano un andamento estremamente similare, con quella in 1° Maggio con valori leggermente superiori”.

Per avere un’idea più precisa riguardo il 2018 serve però tempo: “Per ora – chiude Tarricone – i dati di piazza Plouves, della Pépinière e di via 1° Maggio sono confrontabili. Se torniamo indietro i mesi invernali erano quelli di minori concentrazioni in 1° Maggio, ai livelli di piazza Plouves. Serve aspettare i mesi centrali, con i massimi di concentrazione metalli polveri vicino alla Cogne. Piazza Plouves ha i massimi in inverno e i minimi in estate, in 1° Maggio è il contrario”.

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