Dopo le richieste di rinvio a giudizio depositate dal pm Carlo Introvigne, è stata fissata dal Gup del Tribunale di Aosta, al prossimo 8 novembre, l’udienza preliminare per i due dirigenti e i due geometri dell’Amministrazione regionale imputati di vari reati nell’ambito dell’inchiesta sul vallo di Courmayeur. L’opera era stata realizzata nel 2014 al fine di proteggere i villaggi di Palud ed Entrèves dalla frana del monte La Saxe. In ragione dell’urgenza dell’intervento, il Dipartimento nazionale della Protezione civile aveva trasferito alla Regione fondi per 8 milioni di euro.
Il commissario delegato per la gestione dell’emergenza Raffaele Rocco ed il dirigente dell’assessorato alle opere pubbliche Valerio Segor sono accusati di malversazione a danno dello Stato. Secondo le indagini, non avrebbero utilizzato tutte le risorse economiche destinate alle opere previste dal progetto. Il riferimento è in particolare alla mancata realizzazione del “by-pass” della Dora di Ferret. Inoltre, la capacità di contenimento del “muraglione” realizzato, lungo 750 metri, sarebbe inferiore al distacco ipotizzato nello scenario franoso alla base della costruzione.
Le altre accuse riguardano il ciclo amministrativo dell’opera. Il dirigente Segor e i tecnici regionali Furio Saravalle e Ronny Salvato sono imputati di abusivo esercizio di una professione aggravato e continuato. Avrebbero co-firmato gli elaborati e le tavole del progetto esecutivo dell’aprile 2014 (tutti e tre), assunto gli incarichi di progettista architettonico (i due geometri) e incarnato la responsabilità di direttore dei lavori (Saravalle). In questo modo, per la Procura, avrebbero svolto surrettiziamente la professione d’ingegnere, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato.
Gli atti di nomina dei due progettisti e del direttore dei lavori fanno scattare anche l’imputazione, per il solo Segor, di abuso d’ufficio continuato. La tesi dell’accusa è che, assumendo quei provvedimenti, avrebbe procurato intenzionalmente un “ingiusto vantaggio patrimoniale” ai due geometri dell’Assessorato. Le indagini avevano avuto origine ad inizio 2017, da un esposto dell’Ordine degli ingegneri, imperniato sulla realizzazione di un’opera da milioni di euro (ai fondi dello Stato si erano aggiunti circa tre milioni di risorse proprie della Regione), senza il ricorso ad un professionista iscritto.