L’amministratore unico del Casinò Giulio Di Matteo, sul quale pende la spada di Damocle della revoca (è all’ordine del giorno dell’assemblea in programma alle 18 di oggi, martedì 9 ottobre), è stato in Procura stamane. Ha depositato un seguito all’esposto con cui, lo scorso 31 agosto, aveva trasmesso all’ufficio diretto dal procuratore capo Paolo Fortuna la bozza di bilancio della Saint-Vincent Resort & Casinò, predisposta dalla società e non ancora oggetto di approvazione da parte dei soci.
L’integrazione è costituita dalla corrispondenza tra la gestione del Casinò e gli assessori regionali ad esso competenti, succedutisi dal settembre 2017 ad oggi. Un compendio documentale letto in maniera “speculare” a quello che l’assessore Stefano Aggravi ha portato all’attenzione della magistratura inquirente attraverso l’esposto per cui è stato sentito ieri, lunedì 8, dal procuratore Fortuna, assieme ai sostituti Luca Ceccanti ed Eugenia Menichetti.
Non si è trattato, peraltro, della prima segnalazione depositata dall’Assessore in carica, relativamente alle vicende della Casa da gioco. Una precedente, risalente al periodo estivo, riguardava alcuni aspetti dell’attività della “De Vere Concept” (società cui il Casinò ha affidato, contrattualmente, la gestione di tornei di poker e della sala “Evolution”) nell’ambito dell’azienda di Saint-Vincent.
Sono quindi in tutto tre gli esposti, inoltrati alla Procura negli ultimi tre mesi, sulle vicende del Casinò de la Vallée. Per ognuno è stato aperto un fascicolo “modello 45”: iscritto, cioè, nel registro dei “fatti non costituenti notizia di reato”. A quanto si apprende, infatti, da nessuno dei tre emergono elementi penalmente rilevanti, nemmeno in termini di vaghezza. L’incremento di segnalazioni alla magistratura sulla Casa da gioco non è tuttavia passato inosservato negli uffici di via Ollietti.
Al riguardo, si registra a Palazzo di giustizia una dose tutt’altro che latente di idiosincrasia per l’infiammarsi della “guerra degli esposti” nell’approssimarsi di scadenze rilevanti della vita dell’azienda di Saint-Vincent. Se, come deve essere in un sistema civile – è il ragionamento non esplicitato a voce alta, ma nemmeno impercettibile – l’azione giudiziaria ha per “bussola” esclusivamente l’accertamento di eventuali fatti e condotte rilevanti sul piano penale, non esiste la possibilità di strumentalizzarla per finalità politiche, per cui sono tracciati necessariamente binari diversi.