Dopo la sentenza sui finanziamenti al Casinò, oggi al Tribunale di Aosta è attesa la conclusione di un altro procedimento nato da inchieste che hanno destato scalpore tra la fine del 2017 e l’anno scorso. Si tratta di quello su un presunto giro di corruzione in società partecipate regionali. L’udienza è iniziata alle 9.20 di oggi, giovedì 28 marzo. La discussione delle parti si è già conclusa nelle sedute precedenti e si è da poco conclusa la replica alle arringhe difensive del pm Luca Ceccanti, che ha anche depositato una memoria. Dopo le eventuali contro-repliche dei legali, che hanno chiesto una pausa per consultare il documento. il Gup Paolo De Paola si ritirerà in camera di consiglio e ne uscirà per leggere la sentenza.
Dei sette imputati finiti a processo dopo le indagini dei Carabinieri del Reparto operativo, durate oltre un anno e mezzo, quelli dall’accusa più grave – associazione a delinquere finalizzata alla corruzione continuata per plurimi atti contrari ai doveri d’ufficio – sono l’ex presidente della Regione Augusto Rollandin (per cui l’accusa ha chiesto 6 anni di reclusione), il titolare del “Caseificio Valdostano” Gerardo Cuomo e il già consigliere delegato del Forte di Bard Gabriele Accornero (richiesti 6 anni per il primo e 6 anni e 6 mesi per il secondo).
Con contestazioni, mosse a vario titolo, di concorso in corruzione continuata e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, sono alla sbarra anche il libero professionista Simone D’Anello (31 anni, di Aosta), l’artigiano edile Salvatore D’Anello (45, Aosta), l’imprenditore Davide Bochet (50, Saint-Pierre) e l’artigiano Francesco Maruca (43, Saint-Christophe). Per loro, il pm Ceccanti ha chiesto condanne che vanno da 6 mesi a 3 anni.
L’inchiesta, nell’ambito della quale Cuomo ed Accornero erano stati arrestati a novembre 2017, mentre il Gip aveva respinto nell’aprile 2018 analoga richiesta per Rollandin, hanno riguardato vari episodi. Su tutti, il trasferimento nei locali di proprietà della “Autoporto SpA” (già occupati dalla “Deval”) del “Caseificio Valdostano”, che secondo la Procura sarebbe avvenuto attraverso “plurimi interessamenti” dell’allora presidente della Regione, che avrebbe ricevuto in cambio dall’imprenditore alimentare varie utilità, tra le quali un incontro elettorale all’interno della ditta di Cuomo.
Inoltre, nella tesi accusatoria, alcune opere commissionate dal Forte di Bard sarebbero state assegnate da Accornero ad artigiani e professionisti a lui “vicini”, venendo “ricompensato” con lavori nella sua abitazione. L’udienza preliminare del procedimento si era tenuta lo scorso 20 febbraio, occasione in cui tutti gli imputati avevano chiesto di essere giudicati con rito abbreviato. Dopo alcune eccezioni difensive, il procedimento era entrato nel vivo, con la requisitoria del pm e le diverse arringhe difensive. Oggi, il momento della verità (processuale).