La fretta che ha contraddistinto il lavoro della Commissione speciale, l’assenza di tutte le informazioni necessarie per assumere una decisione, peraltro già preconfezionata. Su Cva la minoranza si compatta. Nel lungo dibattito, iniziato nel tardo pomeriggio di ieri e tuttora in corsa, dai banchi dell’opposizione si sono sollevate più o meno sempre le stesse obiezioni.
“L’unico scenario davvero preso in considerazione nella Commissione speciale è la quotazione in borsa della Compagnia” denuncia Chiara Minelli di Rete Civica. “Davvero la Regione ha tutti gli elementi per prendere la scelta migliore?” si chiede Stefano Aggravi della Lega Vda. “A tutti noi mancano degli importanti elementi, valutazioni di confronto, mancano delle analisi e delle informazioni”. Roberto Cognetta di Mouv’ invita i colleghi alla prudenza: “Si fanno i conti senza l’oste, ovvero la Corte dei Conti, la dimenticate sempre quando prendete decisioni affrettate, poi arriva e vi castiga”.
La quotazione è il male per una parte della minoranza. Luciano Mossa del M5S: “Il processo di quotazione in borsa è il primo passo verso la privatizzazione, il cui obiettivo non sarà più la tutela dell’ambiente ma il mero profitto economico” . Daria Pulz di Adu Vda: “Vi sono vari motivi che portano a dire no alla quotazione, il primo dei quali è che il sistema capitalista non è guidato dall’etica e dal bene comune, bensì dal profitto con speculatori che puntano a dividendi sempre maggiori.”
A difendere la scelta della quotazione è la maggioranza, che in tutti gli interventi ribadisce come la proprietà delle acque non verrà toccata, in borsa finirà una parte minoritaria (il 30/35% delle azioni) e tale scelta metterà Cva nelle condizioni di poter crescere.
“I lavori della commissione speciale sono stati proficui e impegnativi per tutti, svolti nei tempi previsti. E’ una dimostrazione di serietà” ricorda Patrizia Morelli di Alliance valdotaine. Sulla stessa linea il Presidente Alessandro Nogara che rimanda al mittente le accuse di parzialità. “Vi ho rincorso per settimane chiedendovi i nomi delle persone da audire”.
Le norme di attuazione non sono la panacea di tutti i mali per Giovanni Barocco dell’Uv: “Alcune, come ha ricordato Roberto Louvin, giacciono da diversi anni sul tavolo delle trattative con lo Stato.”
Per Pierluigi Marquis di Stella Alpina: “Su questo tema non si può più tergiversare perché sarebbe un dramma per l’economia della Valle d’Aosta e per il futuro della comunità. Oggi, ci troviamo di fronte a un bivio della stessa importanza di quello del 2000, quando la Regione acquisì gli impianti dell’Enel e creò la Compagnia Valdostana delle Acque.”