Sanità, l’estate porta la “tegola” dei pediatri: due in meno ad Aosta

La carenza, già importante a livello nazionale sarà colmata dai colleghi che si divideranno i bambini da seguire per i mesi di luglio/agosto. Il Commissario Usl Pescarmona: "Soluzione/tampone, a settembre ci sarà ci sarà il pediatra definitivo”.
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Società

Tra le criticità che accompagnano la Sanità valdostana si tende sempre a pensare all’ospedale e alle strutture pubbliche. A scombinare i piani dei genitori per l’estate è sorto però un problema legato ai pediatri di libera scelta, ovvero gli specialisti che lavorano in convenzione con l’Azienda sanitaria.

Due pediatri in meno su Aosta (Salomone andata in pensione a inizio giugno, Cirillo che nelle prossime settimane si trasferirà), 2.200 bambini da ripartire fra i colleghi rimasti ed il tentativo, da parte dell’Usl, di “stringere i denti” e recuperare il pieno organico a settembre.

Non fa drammi il Commissario Usl Angelo Pescarmona, che spiega l’obiettivo dell’Azienda: “Per queste aree scoperte abbiamo provveduto, per il bimestre luglio/agosto ad assegnare i bambini e ragazzi in carico ai due pediatri agli altri colleghi della zona, mentre a settembre ci sarà poi il pediatra definitivo”.

Decisione che però ha messo sul piede di guerra alcuni genitori.

Nessuna “libera scelta” violata, ma – spiega ancora il Commissario Usl – “una soluzione/tampone, oltretutto in una zona comoda per i pazienti che dovranno cambiare pediatra perché rimane su Aosta”.

La speranza è quella dell’assegnazione a settembre, obbligata da una sostituzione temporanea andata deserta e resa non semplice dalla situazione nazionale. La mancanza di specialisti comincia a farsi sentire anche in Ospedale, dove ai pediatri di libera scelta è stato chiesto di coprire alcuni turni in Pronto soccorso.

“In linea generale – spiega ancora Pescarmona – il problema della carenza di pediatri è da ricercarsi in una cattiva programmazione a livello universitario, dal momento che si specializzano molti meno medici rispetto a quelli che vanno in pensione. La Valle d’Aosta peraltro cerca di sopperire in proprio a questa carenza, anche grazie ad una borsa finanziata con risorse regionali”.

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