Il nuovo romanzo di Alessandro Perissinotto “Il silenzio della collina” (Mondadori, 2019) è costruito attorno a un vero caso di femminicidio dimenticato dai più: il rapimento e la morte della tredicenne Maria Teresa Novara, avvenuto nell’astigiano alla fine degli anni Sessanta.
È una donna, dunque, al centro del suo nuovo libro, un romanzo che accende i riflettori sul primo sequestro di una minorenne e scava dentro un segreto che è rimasto tale per oltre mezzo secolo.
Maria Teresa fu trovata morta nell’agosto 1969 in una botola scavata nei sotterranei di una cascina sulle colline delle Langhe. Era stata rapita da Bartolomeo Calleri e Luciano Rossi nel dicembre 1968 dalla casa degli zii, a Villafranca d’Asti, con l’intento di chiederne il riscatto, e trascorse quei mesi incatenata in una cantina e abusata per mesi dagli uomini della zona.
La sua prigione fu trovata quando Calleri morì affogato nel Po, mentre cercava di fuggire dopo un tentato furto a Torino. Il suo complice fu arrestato, senza proferire parola sulla ragazzina. Dopo più di un sopralluogo, gli inquirenti la trovarono, morta asfissiata perché qualcuno aveva tappato la presa d’aria della botola. Nessuno degli uomini che la usavano come una baby prostituta intervenne né parlò dopo la sua morte. Il caso ebbe un po’ di eco mediatica ma fu presto dimenticato.
Un romanzo-verità che rompe il silenzio sul primo sequestro di una minorenne nell’Italia repubblicana. Un libro feroce e al tempo stesso necessario per capire da dove viene la violenza sulle donne, per comprendere che, contro quella violenza, sono gli uomini a doversi muovere.
Perissinotto, troinese classe ’64 – docente all’Università di Torino e collaboratore del quotidiano La Stampa – presenterà “Il silenzio della collina” alla Libreria Brivio di piazza Chanoux, ad Aosta, giovedì 20 giugno alle 18.30.