“Affaire” piscina di Pré-Saint-Didier, Regisport, la società che gestisce la struttura non ci sta e risponde alla Slc Cgil che stamattina esternava la sua preoccupazione per un servizio che, chiuso fino al 2021 per lavori di ristrutturazione, ha visto i suoi cinque dipendenti “trasferiti in piscina ad Aosta ma senza rimborso”.
La società, attraverso il Presidente del Cda Nicola Abbrescia, scrive come “effettivamente abbia sbagliato”, sì, ma solamente “ad avere troppo a cuore i propri dipendenti”.
“A seguito, infatti, della chiusura per problemi strutturali della piscina di Pré-Saint-Didier occorsa il 27 giugno 2018 – spiega la società nella sua nota di risposta al sindacato –, e dal momento in cui vi è stata certezza che la stessa non sarebbe stata riaperta prima degli ultimi mesi dell’anno 2020, Regisport in data 6 settembre 2018, anziché procedere al licenziamento del personale già applicato a Pré-Saint-Didier per come ben avrebbe potuto legittimamente fare, ha cercato di tutelare i dipendenti, limitandosi a disporne il trasferimento alla piscina di Aosta nel rispetto di quanto previsto dal Ccnl e, peraltro, in pieno accordo con i lavoratori”.
Non solo: “Comprendendo peraltro il disagio che avrebbero potuto subire i dipendenti e per cercare di soddisfare le loro diverse necessità – continua il comunicato – il direttore nell’occasione, pur non essendo Regisport tenuta ad alcun obbligo in forza del Ccnl vigente, peraltro sottoscritto anche dalla Cgil, e nonostante gli ingenti mancati introiti connessi alla chiusura forzata della piscina, si è dichiarato disponibile ad offrire ai dipendenti di scegliere, a fronte del trasferimento, tra due opzioni: la prima conteggiare la durata del viaggio di andata e ritorno quantificata in un’ora considerandola lavorata, con i conseguenti oneri retributivi anche differiti e contributivi per la scrivente; la seconda ottenere dei rimborsi economici forfettariamente quantificati”.
Doppia opzione che, prosegue Abbrescia, ha fatto sì che ciascun dipendente operasse la propria scelta, seppur “ben conscio di avere la possibilità di impugnare il trasferimento, che, tuttavia, era del tutto legittimo a fronte dei suoi presupposti, o di far valere eventuali diritti, che nella realtà erano insussistenti, e sino ad oggi i vertici aziendali della società, salva in un’occasione inerente una vertenza individuale e non collettiva in cui hanno esplicitato il tutto alla signora Capelli, non sono stati ulteriormente contattati dalla Slc Cgil”.
Società che si dice infine stupita per il fatto che “la Slc CGIL, seppur consapevole della correttezza dei comportamenti assunti” da Regisport “nei confronti del proprio personale che vanno ben oltre le pattuizioni del Ccnl sottoscritto dalla Cgil e della circostanza che la chiusura di una sede lavorativa costituisce nella maggior parte dei casi motivazione legittimante addirittura il licenziamento, formuli attacchi nei confronti di un’azienda che ha dato piena dimostrazione di tutelare gli interessi dei dipendenti e, peraltro, con il loro pieno consenso”.
Regisport che, comunque “ritenendo non veritiero e lesivo della propria immagine il comunicato stampa della Slc Cgil Valle d’Aosta, si riserva ogni più opportuna azione a tutela dei propri interessi”.