Nel 1994 Paolo Maffei, grande astrofisico italiano, fu tra i primi a sottolineare come le regioni interne dell’Antartide offrissero condizioni privilegiate per l’osservazione astronomica. Partì così il pioneristico progetto IRAIT (International Robotic Antarctic Infrared Telescope) che, dopo la scomparsa di Maffei nel 2009, si è evoluto nel progetto come IRAIT/ITM (il secondo acronimo sta per International Telescope Maffei). Si tratta di un innovativo telescopio robotizzato da 80 cm di apertura per osservazioni nell’infrarosso, posizionato alla base italo-francese Concordia sull’altopiano di Dome C, al Polo sud.
Dal 2016, il leader del progetto internazionale è l’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA), anche grazie al sostegno della Fondazione CRT-Cassa di Risparmio di Torino. Il responsabile di IRAIT/ITM è il dott. Jean Marc Christille, direttore dell’OAVdA, che ha partecipato a tre spedizioni a Dome C, curando la robotizzazione del telescopio. Tra gli altri istituti italiani maggiormente coinvolti, vanno ricordati il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli Studi di Perugia e l’INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste.
Per spiegare perché l’Antartide rappresenti un luogo particolare per indagare l’universo e quali ostacoli si possano incontrare lavorando in un ambiente tanto estremo e remoto, Jean Marc Christille dialogherà, grazie a uno speciale collegamento telematico, con il dott. Stefano Sartor, tecnologo dell’OAVdA in missione al Polo sud proprio nell’ambito del progetto IRAIT/ITM.
Scopriremo così come i ricercatori si addestrino sul Monte Bianco per prepararsi al lavoro in uno dei luoghi più freddi e inospitali della Terra e perché la base Concordia sia paragonabile alla Stazione Spaziale Internazionale.
L’appuntamento con la conferenza di stagione “In diretta dell’Antartide. Astronomia e tecnologia ai confini del mondo” è in programma giovedì 23 gennaio 2020 alle ore 21 alla Biblioteca regionale “Bruno Salvadori” di Aosta.