Con cinquantuno ricorsi nel 2019, esattamente tanti quanti l’anno prima, il contenzioso amministrativo è stabile nella regione. Lo ha spiegato, all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar della Valle d’Aosta, il presidente Andrea Migliozzi, aggiungendo che 8 impugnazioni hanno riguardato gli appalti pubblici, servizi e forniture, 18 l’edilizia e l’urbanistica, 5 le autorizzazioni e concessioni e gli altri atti di vario genere.
Quanto all’attività del Tribunale amministrativo, lo scorso anno sono stati definiti 51 ricorsi, di cui 47 con sentenza, 2 con sentenza breve ed altri due con decreto decisorio. Sul versante degli esiti, 12 opposizioni sono state accolte, 22 respinte, gli altri dichiarati inammissibili, improcedibili o interessati da perenzione. Delle 49 sentenze emesse, 11 sono state appellate e i ricorsi pendenti allo scorso 31 dicembre sono 32, uno in più rispetto al 2018.
Si tratta però, ha specificato Migliozzi, di una “giacenza non riducibile, tenuto conto dei termini processuali accordati dal codice del processo amministrativo a garanzia del diritto di difesa delle parti”. A colpire il Presidente del Tar è il fatto che “la situazione è quasi del tutto analoga a quella degli anni immediatamente precedenti, con una sorta di cristallizzazione negli ultimi tre anni del contenzioso, secondo un trend che non è in diminuzione ma nemmeno in aumento”.
Il fenomeno, si è chiesto il magistrato nella sala della biblioteca regionale, sede della cerimonia inaugurale, è imputabile al fatto che le amministrazioni hanno fatto “corretto uso delle procedure amministrative”, oppure è riconducibile all’“inasprimento dei costi di giustizia dovuti ad una non accorta politica giudiziaria”? Sulla prima ipotesi “voglio augurarmi vivamente che sia così (e in fondo mi piace anche crederlo”, ma della seconda “non possiamo non dispiacerci”, perché “lo Stato deve agevolare e non ostacolare l’acceso a tutti”.
Al di là della risposta, “l’assenza di grandi numeri ha permesso e permette a questo Tar di fornire una risposta di giustizia efficiente e tempestiva con la definizione del merito delle ause nei tempi strettamente necessari per rispettare i termini processuali imposti dal codice del processo amministrativo”. La “dignità e la valenza” di un presidio giurisdizionale di piccole dimensioni “si basa e si deve basare “sull’elemento di giudizio di tipo qualitativo”.
Così, se l’anno scorso aveva citato Chanoux, oggi Migliozzi ha chiesto di permettergli “l’irriverente richiamo ad una nota pubblicità che ha imperversato negli anni passati”, sostenendo che “qui non occorre un ‘pennello grande’, ma ‘un grande pennello’”, giacché “la differenza la fa proprio la portata dei giudizi che si instaurano in relazione all’incidenza sul tessuto socio-economico del territorio” e “la valenza delle decisioni che definiscono i vari contenziosi”.
Tra quelli più significativi giunti a definizione, il Presidente ha ricordato le sentenze sul concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici in Valle d’Aosta, sull’adeguamento delle tariffe di pedaggio autostradale, sulla procedura di affidamento del servizio di pulizia di stabili comunali e sulla non ammissione alla classe successiva di un alunno affetto da disturbo specifico dell’apprendimento.
Molti meno dubbi, sulle ragioni del contenzioso che rimane ai livelli del passato, nutre Domenico Palmas, presidente dell’Ordine degli avvocati di Aosta. “È conseguente all’aumento del contributo unificato (per il deposito dei ricorsi, ndr.) – ha detto, intervenendo in conclusione della cerimonia – E’ esperienza degli avvocati di Aosta che piccole e medie imprese rinuncino a ricorrere sull’atto di un concorso o un servizio, perché non conviene. Questa è denegata giustizia”.