Addio a “Les Mots”, ma i librai hanno pronto il piano B. Senza la Regione

La notizia della chiusura del "Festival della Parola" di Aosta apre scenari all'inziativa privata. I librai di Aosta si stanno organizzando senza "Mamma Regione" e gli esempi non mancano: da "Portici di Carta" a "Festivaletteratura" e, soprattutto, GiocAosta.
L'inaugurazione di Les Mots 2018
Cultura

Ha colpito, ieri sera, il lancio battuto dall’Ansa sul sipario calato definitivamente suLes Mots” – il “Festival della parola” primaverile di piazza Chanoux, ad Aosta – rimasto incagliato nelle secche amministrative di una politica in ordinaria amministrazione, azzoppata inoltre da un esercizio provvisorio arrivato col finire d’anno.

E sebbene la chiusura di una manifestazione, a maggior ragione che si vuole culturale come la “grande libreria” nel salotto buono del Capoluogo, sia inevitabilmente una sconfitta di tutti, la possibilità – anche di slacciarsi dalle scelte di vertice e di Palazzo – c’è eccome.

Anche in Valle d’Aosta c’è infatti un mondo possibile oltre la Regione, ed i librai del centro città l’hanno capito. E si stanno organizzando.

“Avevamo il sentore da tempo che l’edizione 2020 non ci sarebbe stata – spiega Stefano Tringali, titolare della Libreria Aubert –, ma non abbiamo mai avuto risposte ufficiali. L’idea di Les Mots, una manifestazione legata all’editoria, era ottima. Ho sempre difficilmente digerito la gestione eccessivamente lunga, ma il vero ‘vulnus’ è che queste iniziative, in genere, dovrebbero essere private ma a partecipazione pubblica come nel resto d’Italia. Anche perché una direzione privata permetterebbe una gestione più snella e più stabile, anche in un momento in cui la politica non lo è”.

L’occasione da non perdere

Il saluto a Les Mots certo “fa male al cuore” come spiega su Facebook la Presidente del Consiglio Emily Rini che aggiunge: “Trovo alquanto bizzarro il tentativo di scaricare sull’attuale situazione la non programmazione di questo evento. Ci troviamo in regime di ordinaria amministrazione, il che non vuol dire paralisi dell’attività. Sfatiamo questo mito”.

E mentre annuncia la volontà di “approfondire e andare a fondo di questa vicenda che priverà la nostra regione di un evento meraviglioso e qualificato” e di “un grave, gravissimo errore”, chi i libri li vende pensa a come reagire.

Tringali lo dice chiaramente, qualcosa bolle in pentola: “Potrebbe essere una grande occasione – spiega – per proporre una cosa diversa, economicamente vantaggiosa e facilmente gestibile. È un momento in cui le librerie possono essere responsabilizzate e andare nei palazzi con un progetto da presentare”.

Al di là dell’addio al Festival, la direzione sembra tracciata: “Era un’occasione che non si poteva perdere – spiega Romaine Pernettaz, che gestisce la Libreria Brivio di piazza Chanoux –, l’ho sempre considerata la ‘mia libreria’ in piena piazza per quei 17 giorni. Sicuramente mancherà come mancherà incontrare tante persone come durante Les Mots, ma sicuramente non stiamo fermi. Si capiva che la nuova edizione non si sarebbe fatta, c’erano ipotesi vaghe che parlavano di ottobre, ma in tutta Italia ci sono manifestazioni quasi esclusivamente organizzate dai librai a loro spese, si può fare. Noi stessi saremo ospiti in uno spazio a Maison & Loisirs con gli editori valdostani, è un’occasione anche per loro”. Anche se aggiunge: “Da soli, comunque, senza un contributo la vedo dura. Dovremmo trovare uno sponsor”.

Sulla stessa linea anche Clara Acerbi, contitolare della Libreria À La Page con la sorella Carlotta, in via Porta Praetoria: “Quando si è arrivati al 31 dicembre senza un Bilancio approvato – racconta –sapevamo che Les Mots non ci sarebbe stato, nonostante le ipotesi di spostarlo ad ottobre. È un’occasione persa perché è una vetrina che viene meno, in un periodo dell’anno perfetto, tra i due ponti festivi del 25 aprile e del 1° maggio. Aosta perde l’ennesima opportunità, ma fornisce ai librai quella di provare ad organizzarsi da soli e dimostrare che possiamo farlo”.

L’esempio c’è, ed è dietro l’angolo

Gli esempi – che i librai aostani citano – ci sono, e sono perfettamente centrati sul tema (l’organizzazione da parte dei privati) e sull’argomento (i libri, appunto) ed in effetti sono iniziative virtuose e di successo: dalla “libreria più lunga del mondo” di Portici di Carta a Torino, nata nel 2007, all’ormai ultraventennale Festivaletteratura di Mantova, la cui idea risale addirittura al lontano 1997.

Esempi di manifestazioni “brevi ma intense”, ad altissimo tasso di iniziativa privata e con le Amministrazioni in posizione defilata, ma a raccogliere i frutti – anche turistici – di idee diventate traino e riferimento internazionale.

Il modelloa km zero”, però, è forse ancora più interessante e tutti e tre i librai lo individuano all’istante: “Abbiamo in città l’esempio di GiocAosta – chiude Tringali –, e così dovrebbero essere tante manifestazioni in cui il pubblico partecipa con costi bassi e ritorni importanti. Mi auguro che ci sia intelligenza e umiltà da parte della nuova Giunta per riconoscere un’opportunità come questa”.

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