Contributo affitti, ok “condizionato” dalla Commissione che chiede tempi stretti

Tra le richieste della seconda Commissione l'erogazione immediata della misura per chi ne ha già usufruito nel 2018, la distribuzione del contributo entro 30 giorni dalla presentazione della domanda e non più 90 e il permesso di lungo soggiorno per i cittadini di Stati non UE.
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Politica

Un “via libera” – condizionato – alle misure di sostegno del “contributo affitti”, ma anche la richiesta di tempi stretti.

Nel pomeriggio di ieri –  giovedì 23 aprile –  la seconda Commissione regionaleAffari generali“, riunita in videoconferenza, ha infatti espresso parere favorevole condizionato, con sei voti a favore (Marquis, Barocco, Lavevaz, Aggravi, Cognetta, Mossa) e una astensione (Daudry), sul nuovo testo delle disposizioni attuative per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, presentato dalla Giunta all’interno della legge con le prime misure regionali urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19.

“La Commissione – ha specificato il Presidente della “seconda” Pierluigi Marquis –, pur apprezzando che alcune delle osservazioni riguardanti le modalità di accesso al contributo siano state recepite nel nuovo testo (introduzione dell’autocertificazione per l’ISEE, possibilità di presentare le domande anche in via telematica, mantenimento della validità della domanda su più anni a meno che non vi siano variazioni dei requisiti), ritiene che vi sia ancora uno sforzo da fare per accelerare i tempi di erogazione. Abbiamo quindi presentato, a maggioranza, tre proposte modificative al provvedimento che sarà approvato dalla Giunta”.

Le tre proposte della Commissione

Le tre proposte che arrivano dalla Commissione riguardano: l’erogazione immediata della misura per chi ha già usufruito del contributo nel 2018, l’erogazione del contributo entro 30 giorni dalla presentazione della domanda e non più entro 90 come previsto ed il permesso di lungo soggiorno per i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea.

“Crediamo che l’Amministrazione debba rivedere i suoi modelli e i suoi tempi di lavoro – chiude Marquis – e chiediamo che il Governo dia un indirizzo alle strutture in questo senso”.

 

 

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