L’ospedale sembra far più paura dei probabili sintomi di un infarto o di un ictus. E’ quanto emerge dai dati sui ricoveri effettuati all’Ospedale Parini di Aosta. Un calo sensibile, del 45% per l’infarto del miocardio acuto di ogni tipo (nel periodo gennaio – 23 aprile 2020), del 70% degli accessi per ictus (nel periodo marzo-aprile 2020).
“Questo fenomeno non può far altro che tradursi in un aumento della mortalità extraospedaliera per infarto o arresto cardiaco – spiega il direttore della Sc Cardiologia e Utic, Paolo Scacciatella – ed in un aumento dei pazienti con scompenso cardiaco che richiederanno cure cardiologiche nelle prossime settimane.”
Analizzando le tipologie di infarto, è stato dimostrato un calo del 23% dei ricoveri per Infarto con sopraslivellamento del tratto ST (ovvero, la forma più grave con necessità di intervento immediato di angioplastica coronarica) e un calo del 60% dei ricoveri per infarto senza sopraslivellamento del tratto ST (la forma meno grave, con necessità di intervento di angioplastica coronarica entro 24 ore).
Dati non troppo difformi da quelli emersi a livello italiano, europeo ma anche americano.
“Il nostro dato può essere solo in piccola parte spiegato con la riduzione dell’afflusso turistico – continua il dottor Scacciatella. Ritengo che la causa più importante sia la paura di recarsi in Ospedale per il timore di contrarre l’infezione da Coronavirus. A questo proposito mi sento di rassicurare i pazienti in quanto, nonostante la fase emergenziale ci obblighi a riorganizzazioni continue dei nostri protocolli di gestione dei pazienti con cardiopatia acuta, il nostro Ospedale è in grado di fornire tutte le cure necessarie per i casi di infarto miocardico con un ottimo livello di sicurezza”.
Anche gli accessi per ictus sono fortemente calati in tutta Italia.
“In realtà molti pazienti condotti ai pronto soccorsi erano anche febbrili e quindi sono stati ricoverati in reparti Covid – spiega il direttore della struttura di Neurologia e Stroke unit, Guido Giardini – altri probabilmente hanno preferito non rivolgersi al 112 per timore di infezione in caso di ricovero. Anche in Valle d’Aosta abbiamo assistito allo stesso singolare fenomeno.”
Nel periodo 1 marzo-27 aprile 2020 i ricoveri per ischemia ed emorragia cerebrale sono stati 17, mentre nel medesimo periodo del 2019 erano stati 62.
Entrambi i primi di cardiologia e neurologia rassicurano i valdostani sul fatto che all’ospedale Parini esiste un percorso sicuro sia per pazienti non Covid che per pazienti Covid. Inoltre entrambi sottolineano l’esigenza di “intervenire quanto prima in caso di sintomi sospetti” chiamando il 112 tempestivamente. Ovvero la paura del virus le persone non devono rischiare di morire di infarto o ictus.
Nonostante gli effetti della pandemia sull’organizzazione sanitaria l’unità neurovascolare di Neurologia e Stroke Unit è stata accorpata alla Cardiologia/Unità Coronarica in modo da unire le competenze multidisciplinari di neurologi e cardiologi interventisti esperti di ictus ed infarto.
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Pazzesco, per colpa del “ state a casa non venite in ospedale” Avete talmente terrorizzato le persone con sto covid che si preferisce morire a casa. Complimenti