Il Consiglio di Stato ha messo il punto alla “querelle” sulla gara d’appalto, bandita dalla Centrale unica di committenza della Regione nel 2017, per l’affidamento dei servizi con elicotteri per operazioni di lavoro aereo, trasporto persone, antincendio boschivo e interventi di protezione civile. Secondo i giudici – che hanno accolto l’appello proposto dall’amministrazione regionale, rovesciando una precedente sentenza del Tar della Valle d’Aosta – la revoca operata al tempo da piazza Deffeyes alla società “Pellissier Helicopter”, risultata aggiudicataria, era legittima.
La procedura di gara si era conclusa il 12 gennaio 2018, ma tre mesi dopo il Dipartimento della Protezione civile regionale aveva comunicato alla società assegnataria di aver riscontrato un’irregolarità nel versamento di contributi previdenziali, risultante dal Durc e di avere quindi avviato la revoca, poi disposta il 5 giugno 2018, con il contestuale avvio di un nuovo appalto per l’affidamento del servizio e l’incameramento della cauzione provvisoria versata dall’aggiudicatario (per oltre 20.500 euro).
Tali provvedimenti erano stati impugnati dalla “Pellissier Helicopter” dinanzi al Tar della Valle d’Aosta, sostenendo che l’irregolarità contributiva risalisse ad un momento successivo all’aggiudicazione ed era stata regolarizzata prima del contratto con la Regione. Nel luglio 2018, i giudici amministrativi davano ragione alla società, pronunciandosi per la fondaetzza del ricorso. Una decisione divenuta oggetto di appello della Regione al Consiglio di Stato, notificato in settembre.
La “Pellissier Helicopter” si costituiva in giudizio, per sostenere l’infondatezza dell’opposizione, ma nel frattempo, il 3 aprile 2019, il Tribunale di Aosta la dichiarava fallita. Il processo veniva quindi dichiarato sospeso, ma l’anno dopo l’amministrazione regionale lo ha “riassunto”, nei confronti della procedura fallimentare (rappresentata nella controversia dall’avvocato Emanuele Mazzocchi).
La causa è così stata discussa lo scorso 23 aprile, con gli interessi della Regione tutelati dal legale Francesco Pastorino dell’avvocatura interna. Nella sentenza, i giudici della quinta sezione del Consiglio di Stato (presieduta da Francesco Caringella) ritengono di “non aderire alle scelte interpretative del Tribunale amministrativo della Valle d’Aosta”, ribadendo il principio per cui, in un appalto pubblico, “l’impresa è tenuta a mantenere la regolarità contributiva per tutto lo svolgimento della procedura senza soluzione di continuità”.
In sostanza, agli occhi del Consiglio di Stato, le norme del Codice dei contratti hanno per obiettivo la “salvaguardia della stazione appaltante”, affinché possa contare su un contraente privato la cui regolarità fiscale e contributiva “permanga sempre, ossia dalla presentazione della domanda di partecipazione alla gara e fino ad tutta la durata delle prestazioni contrattuali”. Quindi, contrariamente alla lettura data dal Tar, “senza distinguere il momento dell’aggiudicazione, pur momento topico dell’intera procedura”. Da qui, il verdetto di legittimità dell’operato della Regione.