Lo sci piange Hugo Hoff, promessa del freeride morta sul Monte Bianco

L'incidente si è verificato ieri, domenica 31 maggio, sul Mont-Blanc du Tacul, sul versante francese del massiccio. L'atleta procedeva con un amico (rimasto solo leggermente ferito) lungo il “Couloir Gervasutti” ed improvvisamente è precipitato per 700 metri.
Hugo Hoff (foto da Facebook).
Cronaca

Sgomento e dolore sta destando, nel mondo degli sport invernali, la notizia della morte della promessa del freeride, il 21enne di Briançon Hugo Hoff, avvenuta ieri, domenica 31 maggio, in un incidente sul versante francese del Monte Bianco. L’atleta procedeva con un amico lungo il “Couloir Gervasutti” del Mont-Blanc du Tacul, canale particolarmente ripido, che raggiunge una pendenza anche del cinquanta per cento, quando improvvisamente la coppia è precipitata.

Una caduta di quasi 700 metri, nella ricostruzione del Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne di Chamonix, intervenuto sul posto, dopo l’allarme dato da un testimone attorno alle 12.40. Per Hoff non c’è stato nulla da fare, mentre il suo compagno, precipitato assieme a lui, ha riportato solo leggere ferite. I gendarmi d’oltralpe non esitano a definirlo “un miracolato”, vista la zona e la dinamica dell’incidente.

Le cause alla base dell’accaduto non sono note, al momento. Il Pghm non si sbilancia, non è possibile dire se si sia trattato di un errore dei due sciatori, o se una valanga di modeste dimensioni li abbia travolti. Ad essere acclarato è tuttavia che non sono caduti per il distacco di seracchi o il cedimento di una cornice di neve. Comunque, per fare luce sulla morte di Hoff servirà un’inchiesta e a Chamonix cercano testimoni per una ricostruzione più accurata possibile della dinamica.

Hoff, 21 anni compiuti lo scorso 15 maggio, era un componente del “Team Les Arcs” e testimonial dell’omonima stazione sciistica in Savoia, dove stava per sostenere gli esami da maestro di sci. Aveva trionfato al Freeride Junior World tour 2016-7 e partecipava al Freeride World qualifier. Un amore di famiglia quello per lo sci: il padre, Jean-Christophe, era stato direttore degli impianti del Monginevro, poi dell’Alpe d’Huez e quindi della Satelc, a La Clusaz.

 

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