Risorse, indennità, assunzioni. La sanità valdostana traccia il suo post-emergenza

Il dl approvato ieri in Giunta ridisegna l'assetto del Sistema sanitario locale. L'imperativo è assumere, con l'obbligo del francese a slittare, e attrarre, con più soldi ai dipendenti. A questi si aggiungono le indennità per i lavoratori coinvolti nell'emergenza ed i soldi per un piano tamponi e test sierologici.
Ospedale Parini
Società

Soldi, possibilità di nuove assunzioni senza l’obbligo del francese, misure per attrarre personale sanitario, risorse per chi ha maggiormente lavorato durante l’emergenza e non solo.

La “Fase 3” della crisi Covid-19 vede la sanità valdostana guardarsi allo specchio, cercando di modificarsi in corsa. Il disegno di legge annunciato ieri dalla Giunta regionale, il famoso “Terzo pacchetto” di misure anticrisi, non può che partire da qui, dalle “disposizioni urgenti per i settori sanitario e socio-sanitario regionale”.

Le risorse, le Rsa ed il piano di tamponi e test sierologici

La manovra parte dalle risorse economiche ridefinendo il finanziamento della spesa sanitaria di parte corrente per il 2020, con un aumento di 14 milioni 025mila 981 euro, per far fronte ai maggiori costi – già sostenuti e da sostenere – che l’emergenza porta con sé: farmaci, servizi per la disinfezione, servizi alberghieri e logistici, spese di personale, convenzioni con strutture private accreditate, acquisto di DPI e reagenti per tamponi e test sierologici.

500mila euro sono destinati all’attivazione sul territorio di strutture socio-sanitarie residenziali, che la Giunta regionale avrà facoltà di determinare. 600mila euro, invece, sono destinati al potenziamento dell’assistenza sanitaria nelle stesse strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali residenziali pubbliche, implementando la direzione medico-sanitaria di struttura.

A questi si aggiungono 2 milioni 600mila euro destinati ad attuare un programma strutturato di effettuazione di tamponi e test sierologici e per le attività dell’Osservatorio epidemiologico dell’Usl.

Riguardo la spesa sanitaria per investimenti, sempre per l’anno 2020, il dl prevede un incremento di risorse di 2 milioni 987mila euro, per far fronte ai maggiori oneri sostenuti e da sostenere per l’emergenza epidemiologica Covid-19 come: lavori di adeguamento reparti, acquisto di tecnologie biomedicali, costi di natura informatica, tra le altre.

Di questo maggiore finanziamento, 400mila euro serviranno per implementare i sistemi informativi dei sistemi di telemedicina e telepsichiatria.

Assumere personale e tenere chi arriva in Valle

La carenza di personale è una nota dolente del Sistema sanitario valdostano, spesso lamentata negli anni e divenuto un problema ancor più serio con l’incedere dell’epidemia, che ha sollecitato non poco le strutture sul territorio.

Il nuovo dl prova ad invertire la tendenza, anzitutto introducendo, fino al 31 luglio 2022, delle deroghe per il reclutamento a tempo determinato per sopperire alle carenze tra dirigenza medica, veterinaria e sanitaria. E lo fa eliminando l’obbligo del previo accertamento della conoscenza della lingua francese, o, nel caso, italiana.

Il personale assunto in questo modo avrà comunque l’obbligo di frequentare, al di fuori dell’orario di servizio, il corso di studio della lingua mancante, organizzato e finanziato dall’Usl, e di superare la prova di accertamento entro diciotto mesi dalla data di assunzione, pena la risoluzione di diritto del rapporto di lavoro.

Il personale assunto ha, oltretutto, l’obbligo di partecipare, nei tre anni successivi dal superamento della prova di lingua, ai concorsi a tempo indeterminato banditi dall’Azienda per la specialità per cui è stato assunto (o una specialità equipollente) e a prestare servizio per l’Azienda medesima per un periodo minimo di tre anni.

In caso di inadempienza scatta l’obbligo “a ristorare l’Azienda Usl rispettivamente del costo pro-capite, determinato in modo forfettario, di organizzazione del corso di lingua e dell’importo equivalente a una mensilità retributiva”.

A questo si aggiunge il tentativo di coprire un’altra falla storica della sanità valdostana: la capacità di attrarre personale dirigente ma, anche, di evitare che se ne vada.

Per il personale della dirigenza medica, allora, il disegno di legge introduce una misura di attrattività, fino al 31 luglio 2022, diretta ai neoassunti a tempo indeterminato.

Un’indennità mensile di 600 euro lordi in busta paga erogabile per ventiquattro mesi.

Più soldi che significa “restare in Valle”, dal momento che i 600 euro richiedono un impegno: prestare servizio per l’Azienda Usl per un periodo minimo di tre anni, maturati esclusivamente nell’ambito del contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

Indennità che può essere estesa anche al personale a tempo determinato, non oltre il diciottesimo mese dall’assunzione. In questo caso il riconoscimento dell’indennità ai neoassunti a tempo determinato è subordinato all’impegno, assunto e sottoscritto all’atto della nomina, di partecipare, nei due anni successivi alla data di assunzione, ai concorsi pubblici per l’assunzione a tempo indeterminato banditi, per la medesima o equipollente specialità, dall’Azienda e di prestare servizio, in caso di assunzione all’esito dei medesimi, per un periodo minimo complessivo di diciotto mesi.

Anche qui in caso di inadempimento, l’interessato dovrà rimborsare l’Usl per un importo pari al 30% della spesa sostenuta per l’indennità di attrattività già percepita.

I soldi “una tantum” per i dipendenti coinvolti nell’emergenza

L’articolo 13 del dl prevede invece un “riconoscimento economico una tantum per il personale dell’Azienda Usl più direttamente coinvolto nell’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

La misura riguarda tutto il personale dipendente (con qualsiasi profilo professionale e tipologia contrattuale) e convenzionato dell’Azienda, impegnato nelle strutture o nei servizi operanti per l’emergenza sanitaria.

L’indennità – i fondi stanziati sono 2 milioni 400mila euro per il 2020 – si struttura su due livelli: un’indennità di disagio una tantum, per ogni giornata effettivamente lavorata nei mesi di marzo e aprile 2020, e un’indennità Covid-19 una-tantum, per ogni giornata effettivamente lavorata in presenza nei mesi di marzo e aprile 2020, graduata sui profili professionali di dirigente sanitario, medico e non medico, e medico convenzionato, infermiere, fisioterapista e tecnico in ambito sanitario, operatore socio-sanitario, operatore tecnico addetto all’assistenza e altri profili.

La prima – si parla di 10 euro lordi in busta paga per ogni giornata effettivamente lavorata a marzo e aprile – è rivolta a tutti coloro che hanno effettivamente lavorato in condizioni di disagio, mentre la seconda, aggiuntiva, è destinata solo ai profili professionali elencati che abbiano lavorato in condizioni particolarmente pressanti, nei reparti ospedalieri Covid, sul territorio con l’impiego di tutti i Dpi per parecchie ore continuative nell’arco della giornata.

Questa seconda indennità – che comunque è aggiuntiva rispetto alla prima – ha diverse fasce: si parte dai 30 euro per i dirigenti sanitari medici e non medici e i medici convenzionati; 24 euro per infermieri, fisioterapisti e tecnici in ambito sanitario; 17 euro per gli operatori socio-sanitari e gli operatori tecnici addetti all’assistenza; 14 euro per tutti gli altri profili professionali.

Sospeso il “superticket”, ma anche la retta per gli anziani per i giorni di positività al virus

Per “promuovere maggiore equità nell’accesso alle cure” il dl prevede la cancellazione, per il periodo 1° settembre/31 dicembre 2020, della quota di partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, il cosiddetto superticket.

In chiusura, il disegno di legge dispone l’esonero dal pagamento della retta, per tutti i giorni di positività nei mesi di marzo e aprile 2020, per gli utenti contagiati da Covid-19 inseriti nei nuclei residenziali per il trattamento delle persone affette da demenza, siano essi pubblici o privati.

Costi che verranno compensati dal versamento da parte dell’Usl dei corrispettivi direttamente agli enti gestori dei nuclei NRTD. L’onere per la Regione dall’applicazione dell’articolo è determinato, per l’anno 2020, in 15mila euro.

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