Monte Bianco patrimonio Unesco, avanza la candidatura del “Tetto d’Italia”

L'incontro del Comitato esecutivo ieri, 23 luglio, ha cercato di definire l’"Eccezionale valore universale" del Massiccio in quanto "paesaggio culturale". Intanto Valle d'Aosta, Savoia e Vallese coinvolgeranno i Ministeri dei rispettivi Paesi nel sostegno al progetto.
Monte Bianco da Punta Helbronner
Società

Poco più di un anno dopo la presentazione della candidatura del Monte Bianco a patrimonio Mondiale Unesco a Roma, il riconoscimento del “Tetto d’Italia” come “Paesaggio culturale” torna a far parlare di sé.

Non solo per la vetta di per sé, la sua storia, il suo valore simbolico e culturale, ma anche per una nuova e cambiata sensibilità che le restrizioni sanitarie dovute a Covid-19 hanno offerto e stanno ancora facendo, mostrando sempre più la montagna come uno spazio aperto di cui le persone hanno bisogno per vivere.

Ieri, giovedì 23 luglio, il Comitato esecutivo dell’Espace Mont-Blanc si è riunito per la prima volta dopo il “lockdown” imposto dalla pandemia di Coronavirus, periodo che ha visto comunque proseguire la cooperazione transfrontaliera fatta di incontri tecnici, seminari, formazione professionale, ma in forma virtuale.

Incontro che – a Saint-Christophe – è stato dedicato principalmente alla candidatura del massiccio del Monte Bianco a Patrimonio mondiale, definendone l’”Eccezionale valore universale ” in quanto paesaggio culturale, identificando le qualità potenziali di questo territorio emblematico, per rispondere i criteri molto rigorosi e stringenti stabiliti dall’Unesco.

Si tratta di un passaggio molto tecnico – scrive in una nota l’Assessorato all’Ambiente – che richiede un’analisi dettagliata delle caratteristiche del paesaggio e di quelle culturali e ambientali, ma necessario per convincere i diversi Paesi a presentare le candidature alla Commissione Unesco.

La proposta – si legga ancora nel comunicato –, si focalizza sul carattere del Monte Bianco come territorio simbolico e rappresentativo del paesaggio alpino.

Un approccio “trinazionale” 

Il Comitato esecutivo, dopo aver esaminato la relazione dell’équipe transfrontaliera di esperti, ha affidato a ciascuna delegazione il mandato di passare alla nuova fase, quelle cioè che prevede il coinvolgimento dei Ministeri dei diversi paesi nelle proposte sviluppate, perché valutino la possibilità di classificare il Monte Bianco nella categoriaPaesaggio culturale”.

A questo si aggiunge la lettera che Espace Mont-Blanc ha firmato per chiedere alle tre autorità di gestione dei futuri programmi Interreg Italia-Francia, Italia-Svizzera e Francia-Svizzera di tenere da conto e facilitare i progetti che insistono sui rispettivi territori, ovvero Savoia, Valle d’Aosta e Vallese.

Un approccio transfrontaliero “trinazionale” – scrivono dal Comitato –, che attraverso dibattiti e riflessioni sull’area del Monte Bianco potrebbe portare a migliorare la gestione dei fondi europei e diventare ilcementodi un’identità comune. Con l’intenzione, dichiarata, di proseguire le azioni lungo le frontiere dei tre paesi puntando a favore il territorio del Monte Bianco “promuovendo i suoi beni senza banalizzarlo, rendendo la montagna accessibile e sicura e identificando percorsi diversificati a seconda del pubblico”.

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