Drømmeland del regista olandese Joost van der Wiel si aggiudica l’Oscar dei film di montagna

Cala il sipario sull'edizione XXIII del Cervino CineMountain. Ospite della serata di chiusura Antoine Le Menestrel “a passeggio” tra i tetti e i balconi del centro di Valtournenche in un omaggio a Ennio Morricone.
Drommeland Grand Prix des Festival Conseil de la VAllée
Cultura

Va al regista olandese Joost van der Wiel, con la pellicola Drømmeland, l’”Oscar dei film di montagna”, il Grand Prix des Festivals – Conseil de la Vallée, della XXIII edizione del Cervino CineMountain. Un’edizione speciale fortemente voluta dagli organizzatori e premiata da un grande successo di pubblico. Sette giorni di proiezioni, mattinate letterarie e serate di confronto con ospiti italiani e internazionali per celebrare la montagna attraverso il cinema.

Drømmeland indaga il difficile tentativo di fuga dalla società del sessantenne Nils per rifugiarsi in montagna e la lotta con il continuo bisogno di contatto con gli altri attraverso il cellulare e i social. Questa la motivazione della giuria: “Una fotografia rigorosa e una scrittura cinematografica puramente evocativa sottolineano l’alternanza di stati d’animo di un avventuriero del ventunesimo secolo, nella sua ricerca di un equilibrio tra l’essere umano e la natura.”

GLI ALTRI PREMI ASSEGNATI

Menzione speciale va al Grand Prix “Beloved”, lo straordinario ritratto di una ottantenne che vive sola con le sue mucche nell’aspro paesaggio delle montagne iraniane. Una vita dura e indipendente a cui non vuole rinunciare, nonostante l’età e la fatica che comporta, raccontata con sensibilità e delicatezza dal regista iraniano Yaser Talebi.
Motivazione della giuria: “Un film nel segno del cinema di Kiarostami, ritratto di una donna indipendente e indistruttibile, che riesce addirittura a sostituirsi al regista utilizzando il linguaggio cinematografico per una testamentaria confessione finale.”

Beloved Menzione speciale Grand Prix
Beloved Menzione speciale Grand Prix

Il “Passo dell’acqua” del regista abruzzese Antonio Di Biase, si aggiudica il Premio Montagne d’Italia (per il miglior film italiano) e il Premio SONY (per la migliore fotografia). Il film è un omaggio alla terra abruzzese e ad un mondo antico che sta scomparendo quello di chi vive a stretto contatto con la natura, dalle vette della Maiella al mare Adriatico: sono le tre anime solitarie di Domenico, un vecchio pastore che passa le giornate con il suo gregge in alta quota, senza elettricità e acqua corrente, Nisida, una vedova di novant’anni che, mossa dalla fede, decide di intraprendere un pellegrinaggio verso l’eremo di San Bartolomeo e Nicola, un anziano pescatore in pensione che vive assieme a un gatto bianco tra le rovine del suo vecchio borgo marino circondato dalla città moderna.
Motivazione della giuria: “Dalla montagna al mare, la macchina da presa coglie con puro stile osservazionale i dettagli dell’esistenza di uomini e comunità. Un film su un territorio e un popolo, dove il passo dell’acqua è anche il passo del tempo.”

Il Premio “Montagne Tout Court” per il miglior cortometraggio va alla pellicola del regista Jon Vatne “Polyfonatura”, che documenta il progetto ambizioso del musicista Eirik Havnes: realizzare una musica nuova, attraverso una modalità innovativa, viaggiando e registrando i suoni della natura norvegese.
Motivazione della giuria: “Un musicista raccoglie suoni lavorando solo su materiali presenti in natura, contaminandoli con strumenti moderni: il risultato, un mix di poesia e ironia, è affascinante come il suo protagonista.”

Al film “Cholitas”, di Jaime Murciego, Pablo Iraburu il Premio CAI. Il film documenta l’avventura di cinque donne indigene boliviane coinvolte in una spedizione unica come gesto di emancipazione: scalare in abiti tradizionali l‘Aconcagua, la montagna più alta d‘America.

Il vento è l’elemento più imprevedibile sulle montagne polacche. “The Wind”, del regista Michal Bielawski, racconta l’angoscia degli abitanti di Zakopane, in continua attesa di sapere se e quando scatenerà la sua forza distruttiva, colpendoli e trasformando i pittoreschi sentieri alpini nel set di un film dell’orrore. Il film si aggiudica il Premio “Montagnes du monde” (per il miglior film straniero). Motivazione della giuria: “Mostrando l’esistenza di una comunità di montanari polacchi dominata dalla forza del vento, il film capta il passaggio del tempo con una fotografia straordinaria e un’altrettanta buona presa del suono. Il montaggio fa il resto, mantenendo fino alla fine il silenzio sul mistero della vita.”

THE WIND Montagnes du monde
THE WIND Montagnes du monde

Tanti gli ospiti che hanno animato questa edizione, seppure in versione ridotta ma in presenza, da Mauro Corona a Domenico Quirico, da Hans Kammerlander a François Cazzanelli, e ancora Didier Berthod, Antoine Le Menestrel, Anna Torretta, Kurt Diemberger e tanti altri.

A chiudere nella Piazzetta delle Guide, l’edizione 2020 del Festival  la suggestiva esibizione di Antoine Le Menestrel “a passeggio” tra i tetti e i balconi del centro di Valtournenche in un omaggio a Ennio Morricone.

La manifestazione è organizzata con il sostegno del Comune di Valtournenche, organizzatore del Festival, MIBAC (Ministero dei Beni Culturali, Direzione Generale Cinema), Regione Autonoma Valle d’Aosta, Conseil del La Vallée, Comune di Chamois, Fondazione CRT, CAI (Club Alpino Italiano), Film Commission VdA, Montura, Grivel, SONY Italia, Frontdoc, Borgate dal Vivo, binaria, Rai.

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