Preoccupano i contagi nelle microcomunità, ma a mettere in allarme sindaci e presidenti delle Unités che le strutture le coordinano sono le positività degli operatori. Sostituti non se ne trovano e quelli ancora in servizio si trovano a far turni massacranti, per coprire le assenze dei colleghi malati o in quarantena. L’ultimo bando lanciato dalla Protezione civile nazionale per il reclutamento di medici, infermieri e Oss assegna solo tre risorse alla Valle d’Aosta. Troppo poche per coprire i bisogni che stanno nuovamente emergendo.
“I territori sono preoccupatissimi per la mancanza di personale – sottolinea France Manes, Presidente del Celva e sindaco di Doues – e per quello che potrà succedere in pieno inverno. Stiamo combattendo una battaglia senza armi. La necessità degli enti locali è di trovare delle soluzioni insieme all’Usl e alla Regione per derogare ad alcune disposizioni di legge per recuperare personale”.
Nell’aprile scorso l’ex Assessore alle politiche sociali Mauro Baccega aveva annunciato l’arrivo di un decreto per consentire alle ex Adest di poter affiancare le Oss nell’emergenza.
“Non sono tante – spiega Manes – ma in questo momento sono fondamentali, così come tutte quelle risorse che gli enti locali avevano assunto in passato a tempo determinato e poi non hanno più potuto confermare per non andare incontro a sanzioni”.
Ad oggi sono oltre un centinaio gli ospiti delle microcomunità valdostane risultati positivi al Coronavirus. Oltre alla situazione preoccupante di Fénis (100% ospiti positivi e metà del personale), c’è la Domus Pacis di Donnas con 56 ospiti e 15 operatori positivi, Introd con i suoi nove casi, altrettanti al J.B Festaz. Casi sono registrati anche all’ex Hotel Bellevue di Aosta, a Roisan, Antey-Saint-André, Perloz e Doues.
Qui è da segnalare come gli esiti dei tamponi eseguiti su personale e ospiti la scorsa settimana, non siano ancora tutti arrivati (ne mancherebbero almeno undici all’appello).
“Un’ottima idea quella del sindaco di Fénis di lanciare un appello ai volontari – chiosa ancora Manes – un’iniziativa che dovrà ora essere fatta propria dalla Regione, ma questo potrà risolvere solo una minima parte del lavoro delle microcomunità, perché i volontari non possono coprire la parte sanitaria. Tocca ora alle istituzioni fare la propria parte”.