“Che a un concorso bandito, e ancor peggio espletato, in piena pandemia fosse riservata questa sorte era facilmente prevedibile. A nulla sono valsi appelli, richieste, inviti a prese di coscienza che in questi ultimi mesi si sono susseguiti da parte di associazioni di docenti precari, sigle sindacali, Governatori di Regione e esponenti di alcune forze politiche ad un Ministro che si è rivelato sordo e totalmente privo di buon senso nella sua ‘crociata’ contro i precari”.
A scriverlo in una nota sono i “Professori senza cattedra”, dopo che il Dpcm dello scorso 3 novembre firmato dal premier Conte ha disposto ha disposto la sospensione del concorso straordinario per i docenti delle scuole secondarie fino al 3 dicembre.
Una procedura, quella concorsuale, aggiungono i docenti precari – contrari ad un concorso così importante in piena emergenza – “che sicuramente è destinata ad essere ostacolata, se non addirittura invalidata da ricorsi già inoltrati anche qui in Valle d’Aosta da parte di quei candidati che, in quanto posti in quarantena fiduciaria o obbligatoria, sono stati impossibilitati a presentarsi per lo svolgimento della prova e per i quali il Ministero, e di conseguenza anche la nostra Regione che al bando ministeriale si è totalmente adeguata, non ha previsto alcuna possibilità di prova suppletiva”.
Non solo, il problema potrebbe arrivare anche da parte di chi la prova l’ha fatta: “a fronte dell’attuale sospensione del concorso – scrivono ancora i Professori -, con alta probabilità si aggiungeranno ulteriori azioni legali da parte dei docenti che hanno già affrontato la prova in condizioni certamente più rischiose e disagiate rispetto a chi potrà affrontare il concorso in un momento successivo, con maggiore tranquillità e con qualche preziosa settimana in più da dedicare allo studio e alla preparazione: un’evidente disparità di trattamento che aggrava ulteriormente uno scenario già particolarmente desolante per tutti i candidati coinvolti nella procedura”.
Professori che tornano poi sul “punto dolente” di un’Autonomia di facciata, che si piega supina alle decisioni ministeriali: “La Valle d’Aosta, a fronte di un’autonomia ‘invidiata’ da molte Regioni – scrivono -, potrebbe annullare le prove svolte sino ad ora e optare per un concorso per titoli e servizio (non una sanatoria) che, oltre a essere più rispettoso dei diritti del personale precario che da anni lavora al servizio della scuola valdostana, risulta essere anche molto più celere nell’espletamento e ragionevole in un momento di emergenza in cui una supplentite ormai patologica continua ad aggravarsi con gravi ripercussioni anche in termini di qualità ed efficienza del sistema scolastico”.
In chiaro: “A fronte di scelte nazionali completamente fallimentari, la scuola valdostana non ha più tempo e non si può più permettere di sperare in inversioni di rotta da parte del Ministro – chiude la nota -. Un parere in materia di autonomia valdostana sottoposto all’attenzione di tutto il Consiglio regionale e della stessa Giunta indica soluzioni rapide da seguire nell’immediato per poter introdurre finalmente forme di reclutamento autonome, efficaci e non suscettibili di cambiamento a seconda delle scelte dei diversi Governi centrali che si susseguono”.
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In pratica non una sanatoria….ma un concorso per titoli e servizi. Quindi alla fine ad essere premiati sono i supplenti che hanno anni di insegnamento ma senza una vera valutazione sul merito degli stessi. Che i concorsi non permettano di verificare tutte le attitudini all’insegnamento è un fatto, ma che si debba sbracare, anche in un momento tanto delicato, non lo condivido. Gli insegnanti assunti lo saranno per alcune decine di anni per cui sarebbe meglio cercare di puntare al meglio.
Sig. Luca, il suo giudizio risulta completamente inappropriato e denota una mancata conoscenza dell’argomento unita ad una superficialità sconcertante, ormai sempre più di moda nel nostro Paese.
Esporsi e prendere posizione, come ha fatto lei, non può prescindere da una corretta informazione in merito alla problematica che, nel suo caso, è a dir poco carente.
Ora, PER L’ENNESIMA VOLTA, il concorso per titoli e servizio che noi docenti precari chiediamo da mesi NON E’UNA SANATORIA, ma bensì una procedura che consente di affinare le competenze maturate sul campo attraverso UN ANNO DI STUDIO di metodologie didattiche e altre discipline inerenti la docenza al termine del quale conseguire un’abilitazione all’insegnamento indispensabile per poter poi sostenere UNA PROVA ORALE SELETTIVA per l’accesso al ruolo nella scuola pubblica.
Le pare questa una sanatoria o uno “sbracare anche in un momento tanto delicato”?????
La invito, infine, a astenersi per il futuro da simili commenti gratuitamente denigratori di una categoria, i precari della scuola, che lavorano da molti anni al servizio della scuola valdostana, ne consentono il funzionamento e probabilmente stanno formando anche i suoi figli, se ne ha.
Concludo ribadendo che il nostro valore viene già ampiamente comprovato dagli anni di insegnamento e dall’esperienza maturata sul campo e non abbiamo certo nulla da dimostrare a lei o a chiunque altro.
“Esiste un solo bene, la conoscenza, ed un solo male, l’ignoranza” – Socrate