“Non è il momento delle chiacchiere, è il momento di agire. È necessario aumentare le capacità di test pubblici”. A dirlo è Vilma Gaillard, segretario generale Cgil Valle d’Aosta: “Dalla saturazione della sanità valdostana in evidente difficoltà, con una gestione che fino ad oggi è al limite del caos, frutto di scelte del passato che invece di investire sulla salute pubblica ha tagliato fondi, alla scuola e al lavoro. Abbiamo una comunità disorientata, la sanità al collasso e il lavoro che non viene tutelato adeguatamente”.
Secondo la segretaria generale della Cgil valdostana, vanno “bene i tavoli tecnici, ma devono tradursi in azioni rapide altrimenti danno più l’impressione di prendere tempo, piuttosto che valutare azioni concrete di contrasto alla lotta al coronavirus. Non è più il tempo per le giustificazioni, serve una cabina di regia che non subisca passivamente tutto ciò che sta succedendo, ma che agisca. Come sindacato abbiamo il diritto e la necessità di essere informati passo passo, ce lo chiedono i lavoratori di tutti i settori e i cittadini”.
Si chiede ancora la segretaria della Cgil “a che punto siamo con le vaccinazioni antinfluenzali? È notizia di poche settimane fa quella della consegna di 20mila dosi, eppure diversi territori della nostra regione ne sono ancora sprovvisti. È chiaro che in 8 mesi è stato fatto, da parte della politica regionale in primis, poco o niente e oggi ci ritroviamo in questa situazione. Paghiamo sicuramente scelte sbagliate del passato, ma non si può continuare a usarla come giustificazione. Abbiamo una comunità che cerca aiuto e vuole risposte adesso, subito, non fra un mese. È ora di finirla con le dichiarazioni spot per calmare gli animi, serve agire”.
Quali sono dunque le proposte della Cgil? “Si proceda con l’assunzione di personale sanitario – spiega ancora Gaillard – e si mettano in sicurezza gli ambienti più fragili (ospedale e microcomunità), si diano alle imprese gli strumenti per proteggere i lavoratori, e altresì si mettano i lavoratori nelle condizioni di ricevere aiuti in un lasso di tempo più rapido (non esiste che i lavoratori debbano aspettare la cassa integrazione da aprile, eppure ci vengono segnalati anche questi casi). È il momento di agire in fretta, con fermezza. Al centro ci dovrebbero essere sempre due prerogative: salute e lavoro. Poi quando tutto questo sarà finito, e ci auguriamo presto, si farà la conta delle responsabilità, che dovranno essere sicuramente individuate”.