“Pagine drammatiche di storia che oggi risuonano come un monito sulle degenerazioni e le atrocità che gli estremismi ideologici, i nazionalismi e i totalitarismi possono produrre verso l’umanità”.
Con queste parole il Presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin, in apertura della seduta odierna dell’Assemblea regionale, ha voluto commemorare il Giorno del Ricordo, nato per conservare e rinnovare la memoria degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della complessa vicenda del confine orientale nella giornata di oggi, 10 febbraio.
“Oggi – ha aggiunto Bertin –, il ricordo diventa anche una forma di condanna contro ogni forma di odio razzista ed etnico in nome di un’appartenenza ad un’unica umanità e nel riconoscimento delle sue diversità, garanzia di sviluppo e di coesione. E proprio l’Unione europea, il cui ideale è nato tra gli orrori della guerra e delle persecuzioni, ha introdotto nel 2000 il suo motto ‘Unità nella diversità’ per indicare come gli europei, insieme, siano riusciti ad assicurare pace e prosperità, cercando di mantenere al tempo stesso la ricchezza delle diverse culture, tradizioni e lingue del continente. In questo momento di pandemia, occorre più che mai ricordare questo motto, affinché una nuova solidarietà si instauri nel nostro continente quale antidoto contro la crisi, contro le derive autoritarie, contro i rigurgiti nazionalistici”.
Lavevaz: “Lavorare per essere uniti di fronte al rifiuto della violenza”
“Il Giorno del Ricordo – ha spiegato in aula il Presidente Erik Lavevaz – ci richiama a un nostro dovere fondamentale, come rappresentanti delle istituzioni: quello di guardare al nostro passato nel momento in cui lavoriamo al nostro futuro. Non possiamo prescindere, da una parte, dalla coscienza delle nostre radici: dall’altra, dobbiamo essere consapevoli di quanto tragici siano stati alcuni errori del nostro passato, come cittadini europei, quando in nome di nazionalismi ciechi ci siamo messi gli uni contro gli altri. Come valdostani, sappiamo cosa significhi essere terra di confine. Sappiamo che cosa significhi identificarsi in un equilibrio tra realtà diverse, che si spinge fino al punto di creare un senso antico di comunità. La tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata ha segnato per sempre un territorio e la sua storia, andando a demonizzare proprio il senso di appartenenza. E tutto questo è avvenuto in un luogo poco distante da qui, e in un tempo che ancora ha dei testimoni viventi. La storia recente ci ha insegnato poi come questo stesso dramma possa essere sfruttato per essere un tema divisivo, violando una seconda volta la dignità delle vittime. Invece, ancora oggi, dobbiamo lavorare per essere uniti di fronte al rifiuto della violenza, della sopraffazione, dei totalitarismi di qualsiasi segno. Perché le nostre peculiarità e le nostre differenti identità devono essere sempre percepite come un valore, come un’occasione di scoperta reciproca e di relazione sulla quale costruire il mondo che desideriamo per chi verrà dopo di noi”.
Consiglio regionale che, a inizio della seduta pomeridiana di oggi, tornerà sul tema con una mozione, depositata dal gruppo Lega Vallée d’Aoste, per l’intitolazione a Salvatore Radizza di un luogo idoneo a ricordarne l’importanza storica, quale simbolo del massacro delle foibe.
Union Valdôtaine: “La prevaricazione dell’altro è sempre da condannare senza se e senza ma”
Nel corso della seduta consiliare, il Capogruppo dell’Union Valdôtaine Aurelio Marguerettaz, ha invece spiegato che questa giornata “non deve servire per avvalorare una tesi o l’altra ma semplicemente per spiegare che il terrore e la violenza, questa prevaricazione dell’altro, è sempre da condannare senza se e senza ma”, con il Mouvement a prendere le distanze “dal fatto che vi sia una violenza buona e una violenza cattiva. No, la condanna è una condanna trasversale”.
“Le ricorrenze sono occasione di rievocazione quanto di riflessione e di approfondimento, per questo, giustamente, le istituzioni coinvolgono fattivamente le scuole, sia per la Giornata della Memoria sia per il Giorno del Ricordo – spiega l’Uv –. Vogliamo condividere una valutazione: il nazionalismo, nella sua accezione peggiore, fu snaturato per giustificare la supremazia di una nazione sulle altre, per negare e per cancellare identità d’intere etnie; ma nella sua accezione più nobile esso, al contrario, rappresenta l’idea stessa di nazione e d’identità, è uno dei cardini del federalismo, della visione dell’Europa dei popoli”.
Alliance Valdôtaine: “Si arrivi il prima possibile ad un’Europa unita e federale”
Ad intervenire è anche Av, che in una nota scrive: “L’Istria e la Dalmazia, come il carso e la Venezia Giulia sono, da sempre, terre multietniche e multiconfessionali, terre in cui i vari nazionalismi che si sono susseguiti nel corso del ‘900 hanno portato solo morte e macerie. Alliance Valdôtaine auspica che la storia sia da insegnamento e si augura che si arrivi il prima possibile a completare la costruzione di un’Europa unita e federale, un’Europa in cui l’appartenenza etnica o la lingua parlata non siano più motivi di divisioni e morte bensì di vita e di crescita”.