Toyota sottolinea, con una meritata punta di orgoglio, che il percorso di elettrificazione iniziato nel 1997 con la Prius Hybrid, avente come obbiettivo le emissioni zero, è stato portato a termine con la Mirai, prima berlina di serie alimentata ad idrogeno.
Mirai significa in giapponese “futuro” e, con la seconda generazione, che va a sostituire il primo modello datato 2014, mai il nome fu così icastico. Futuro vuol dire trazione elettrica e celle a combustibile a idrogeno. Nulla è più ecologico dell’alimentazione ad idrogeno.
La Mirai, per dire, bonifica l’aria attraverso un catalizzatore che agisce come filtro rispetto a polveri sottili e inquinanti, quali gli ossidi di azoto e di zolfo e il particolato PM 2.5, con un’efficacia pari ad un valore tra il novanta e il cento per cento. Risultato? Espulsione di acqua: acqua e basta. Tanto basterebbe ai fini di un approccio ecologico e responsabile da parte di Case costruttrici e clienti, ma se consideriamo che l’elettrico dipende, per la sua produzione, ancora dai combustibili fossili, come ha recentemente ricordato il numero uno del marchio nipponico Akio Toyoda, non si comprende perché questa tecnologia non venga implementata: sono pochissime le stazioni di servizio adatte ad effettuare il rifornimento. E dire che, anche su questo versante, i benefici sono indubbi: una ricarica richiede pochi minuti rispetto alle ore dell’elettrico.
Una delle novità della nuova Mirai è costituita dai tre serbatoi di idrogeno in fibra di carbonio – in luogo dei due precedenti – che comportano una capacità di 5.6 chilogrammi (contro i 4.6 del modello originario): l’autonomia si attesta sui 650 chilometri, con un incremento del trenta per cento. Il progresso tecnologico ha prodotto una riduzione delle celle dal punto di vista sia delle dimensioni che del numero (330 contro 370). Le batterie ibride in Nickel metal-idruro sono destinate al recupero dell’energia durante le frenate per riutilizzarla in fase di accelerazione. La cella a combustibile è situata sotto il pianale al vano anteriore, il che ottimizza gli spazi e consente la riduzione dell’altezza, per una configurazione più assettata.
Il motore sincrono a magneti permanenti vanta una potenza di 134 kW, pari a 182 cavalli, con una coppia ragguardevole – 300 Nm – e una velocità massima di 175 chilometri orari. La Mirai beneficia della piattaforma Toyota GA-L e il design è indovinato. Si tratta di una berlina, ma le nervature laterali forniscono alle fiancate una sensazione aerodinamica di profondità, di penetrazione sportiveggiante. Sensazione accentuata dai fari a LED sottili e convergenti ad inserirsi nel frontale. Tra i sistemi di sicurezza, il pre-collisione e i pannelli carrozzeria ad alto assorbimento di energia per la protezione dei pedoni, senza dimenticare i fendinebbia ad ampio angolo.