Sono la carabiniera di La Salle Federica Brignone, lo scultore Guido Diémoz e Giuseppe Bosonin i nuovi Chevaliers de l’Autonomie, mentre il fondatore dell’omonima fondazione culturale Léonard Gianadda e l’alpinista Francesco Obert i nuovi Amis de la Vallée d’Aoste.
Le onorificenze sono state annunciate venerdì 26 febbraio a Palazzo regionale, in occasione del 75esimo anniversario dell’Autonomia e il 73esimo dello Statuto speciale valdostano a cui ha preso parte – anche se solo con un contributo video – il Presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Stefano Bonaccini.
“Sono contento di come sia iniziato il rapporto con il nuovo Governo”, ha detto Bonaccini. “Serve una profonda e proficua collaborazione istituzionale. Durante questo anno di pandemia abbiamo capito che lo Stato non può farcela senza il nostro aiuto, così come noi regioni non potremmo farcela senza la cornice dello Stato”.
Ad aprire le celebrazioni, il Presidente del Consiglio regionale, Alberto Bertin ha sottolineato come “la pandemia ha messo in evidenza i limiti di un sistema in affanno e l’autonomia è stata messa alla prova da questo evento straordinario e tragico. La ripartenza e la ricostruzione dovranno prendere in considerazione gli errori ed i limiti emersi in questi anni. L’autonomia è uno strumento che va usato con responsabilità e guardando ad un futuro a lungo termine. In questi anni abbiamo assistito ad un’autonomia autoreferenziale che guardava solo al presente con risultati evidenti”. Infine, Bertin lancia una domanda: “Esiste ancora la volontà dei valdostani di autogovernarsi? È necessario promuovere una cultura autonomista e federalista per rispondere a tentativi di delegittimare l’autonomia delle regioni”.
Franco Manes, presidente del CPEL, ammette che “ragionare di autogoverno in un anno come questo è per me difficile. Sono amareggiato dalle difficoltà che, come sindaci, incontriamo. La montagna è stata vista come sacrificabile dal governo italiano e le nostre prerogative statutarie messe in discussione. Per molti politici la Valle d’Aosta è vista come un problema e non una risorsa, ma gli attacchi più desolanti arrivano dal cosiddetto “fuoco amico”. I territori marginali sono centrali”.
“C’è una sola strada: la collaborazione leale tra le istituzioni ed il rispetto gli uni per gli altri”, ha detto il Presidente della Regione, Erik Lavevaz. “La nostra legge è stata ribattezzata “anti-DPCM”, ma in realtà era una legge per la Valle d’Aosta. Reclamiamo la nostra autonomia per permettere alla nostra regione di trovare il suo posto armonioso in Italia e in Europa, ed il messaggio di Bonaccini ci ricorda la nuova centralità delle regioni. L’autonomia è un investimento per il futuro, non nostalgia per quello che è stato. Dobbiamo ridisegnare il futuro e ritrovare il senso di comunità”.
“La particolarità di questo momento storico ci sta rendendo tutti più fragili, insicuri – ha osservato il Senatore della Valle d’Aosta, Albert Lanièce – e ritrovarsi attorno ai valori della solidarietà, del rispetto, della libertà e della sussidiarietà rappresenta il modo migliore per celebrare la nostra Autonomia speciale che in questi valori trova il suo fondamento. Gli effetti pesantissimi, sanitari economici e sociali, che questa crisi pandemica sta producendo sulla nostra società rappresentano senza dubbio la sfida più impegnativa che la politica abbia mai affrontato dal secondo Dopoguerra: impedire la disgregazione della nostra società e evitare che molte delle nostre famiglie cadano nella povertà”.
Per la Deputata della Valle d’Aosta, Elisa Tripodi, “è con spirito resiliente che si deve costruire la ripartenza e la ripresa, e, con spirito innovatore, per guardare al futuro della comunità e dei suoi giovani. Una comunità che muta in continuazione e a cui si deve dare i giusti strumenti per rispondere alle sfide del futuro. Strumenti di legalità e di pari opportunità per tutti e tutte”.