“Siamo esausti nel leggere ordinanze di chiusura e di limitazione alle nostre attività, crediamo sia giunto il momento da parte della Giunta Regionale e del Presidente Lavevaz di assumersi le responsabilità, perché la nostra categoria ha il diritto di tornare se non alla vita di prima almeno di sopravvivere con dignità”. Confcommercio Valle d’Aosta torna a farsi portavoce del malcontento, “al limite della protesta”, di commercianti, esercenti, ambulanti, ristoratori e degli operatori del terziario.
I numeri del contagio relegano la Valle d’Aosta fra le peggiori regioni italiane per numero di nuovi casi di positività al Covid in una settimana (319 casi su 100.000 abitanti) e per Rt (1.26).
“Il resto d’Italia – sottolinea Graziano Dominidiato, Presidente Fipe-Confcommercio VdA – il 26 aprile apre mentre la Valle d’Aosta, non si ha alcuna certezza di che colore sarà, è certo comunque che in fatto di contagi è la peggiore in assoluto e non si capisce la motivazione. E’ evidente che questa grave situazione non è imputabile ai settori che rappresentiamo. Necessitiamo di risposte chiare e certe da una classe politica che pare non capire che le scadenze mensili sono un vincolo al quale dobbiamo fare fronte puntualmente.”
Confcommercio-Fipe Vda pretende di sapere dalla Regione “le cause che portano ad un livello di contagio ancora così alto e, come richiesto più volte, a quale categoria appartengano i soggetti positivi”.
I pubblici esercizi sono chiusi da quasi due mesi con la sola possibilità dell’asporto o consegna a casa, da quasi sei mesi la ristorazione dopo le 18 è bandita, nei piccoli esercizi commerciali solo con le serrande abbassate da ormai quasi un mese.
L’Associazione denuncia il mancato confronto con la Giunta regionale. “Se non vengono affrontati i temi specifici, il rischio che la categoria assuma azioni di protesta spontanea è fortemente presente e le avvisaglie sono più che evidenti viste le numerose occupazioni di Piazza e solo la miopia politica non le vede”.
Per il Presidente di Confcommercio VdA: “Serve un cambio di passo della Giunta regionale, stiamo vivendo una drammatica sofferenza e continuando così la zona gialla verrà raggiunta non prima di metà maggio, oltretutto si potrà pranzare o cenare al ristorante ma solo nei dehors. Questo provvedimento nazionale è totalmente inapplicabile per tutte le attività prive di superfici esterne, ma soprattutto chi ci governa si rende conto che nei paesi montani è improponibile cenare all’aperto a maggio?”
L’Associazione chiede, quindi, al Presidente della Regione di intervenire in merito nella prossima ordinanza, adattando questa misura nazionale al contesto della Nostra Regione. “Rappresentiamo un settore importantissimo per il Pil della Valle d’Aosta e che necessita assolutamente di lavorare. Finora siamo stati ligi alle regole, rispettosi delle istituzioni e dei ruoli, ma ora la misura è colma”.