Aosta vara la sua “Food policy”, il piano per le politiche alimentari della città

L'atto è stato approvato, all'unanimità, nella III Commissione di oggi. Il documento mette in campo sette obiettivi che il Comune dovrà perseguire. Inoltre, è stato siglato il Milan urban food policy pact, nato per rendere sostenibili i sistemi alimentari delle città.
Politica

Il Comune di Aosta ha deciso di sottoscrivere il documento Food policy Aosta – Politiche alimentari Aosta, e di aderire al Milan urban food policy pact, patto internazionale sottoscritto da oltre 200 città di tutto il mondo che – si legge sul sito ufficiale – “impegna i sindaci a lavorare per rendere sostenibili i sistemi alimentari, garantire cibo sano e accessibile a tutti, preservare la biodiversità, lottare contro lo spreco”.

La delibera è stata illustrata oggi, mercoledì 16 giugno, nella III Commissione consiliareServizi alla persona”, e approvata all’unanimità.

Le premesse partono da lontano, dagli “oltre 820 milioni oggi le persone che soffrono la fame nel mondo – secondo la Fao – a causa di squilibri economici che portano, fra l’altro, allo spreco di oltre un terzo degli alimenti prodotti a livello globale”, per arrivare al qui e ora, adottando, appunto, una food policy per “delineare una strategia condivisa sul rapporto della città con il cibo” che possa “connettere in modo sostenibile e virtuoso la salute, la nutrizione, le relazioni tra città e campagna, i rapporti all’interno delle filiere, i diritti dei lavoratori, l’ambiente e la pianificazione delle aree verdi, la rigenerazione degli spazi, le pratiche inclusive e di solidarietà”.

Gli impegni della policy

 Sette gli ambiti nei quali la Food policy di Aosta si articolerà:

  1. Governance: attraverso azioni quali la mappatura delle realtà esistenti sul territorio, lo sviluppo di un rapporto indipendente di ricerca sul sistema alimentare, lo scambio di informazioni, il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema alimentare locale finalizzati a costruire una visione condivisa delle politiche alimentari
  2. Formazione: azioni di educazione sensibilizzazione alla produzione, alla trasformazione e al consumo del cibo sano, sostenibile e a filiera corta
  3. Diete sostenibili: con attività quali lo sviluppo di linee guida sull’educazione alimentare e ambientale che partano dalle scuole e dalla rete degli orti urbani
  4. Giustizia sociale ed economica: che comprende il sostegno alle fasce più deboli attraverso la creazione di mense condivise e la promozione di attività di inclusione sociale come gli orti urbani
  5. Produzione del cibo: con interventi a sostegno della produzione urbana e periurbana, favorendo l’approvvigionamento di prossimità
  6. Distribuzione del cibo: attraverso la pianificazione di sistemi logistici a basso impatto ambientale, la promozione delle diverse tipologie di filiera corta, la presenza degli agricoltori diretti all’interno dei mercati comunali
  7. Spreco alimentare: con l’adozione di politiche che favoriscano la diminuzione delle eccedenze e perdite lungo tutta la filiera alimentare e supportino le iniziative di recupero e redistribuzione delle eccedenze al fine di garantire l’accesso al cibo da parte delle fasce sociali più deboli.

In aula, il Sindaco Gianni Nuti ha spiegato: “Questa è una piattaforma nella quale cercare di mettere insieme le idee a frutto. L’idea è quella di partire coinvolgendo giovani ricercatori per fare una mappatura e per aiutarci con un piano di informazione con l’obiettivo di entrare in una rete internazionale di ricerca. Una campagna di sensibilizzazione che va studiata bene, realizzata da chi conosce le strategie più efficaci e poi calata specificamente sul nostro territorio”.

Che di “specifico” ha molto, a dire del Primo cittadino: “Le vigne in città, ad esempio, sono quasi un unicum, e questo elemento va valorizzato. Anche a termini di alleanze come quella con l’Institut Agricole. Questo è un modello ideale su cui sviluppare i nostri ‘fuochi’ socio-economici sul territorio”.

Discorso che dalla dimensione locale si allarga: “Le produzioni alimentari hanno stretta attinenza con l’ambiente e lo sviluppo sostenibile – ha spiegato Loris Sartore, Assessore all’Ambiente –. Spesso non ci rendiamo conto che qui, dove le produzioni sono spesso a chilometro zero, contribuiamo alla causa ambientale. Ciò che questo tipo di piattaforma deve fare è anche quello di far crescere la consapevolezza che i cittadini devono consumare in maniera più consapevole”.

Il Milan urban food policy pact

Lanciato dal Comune di Milano nel 2014 – firmato da oltre 100 città nell’ottobre dell’anno dopo, che oggi sono salite a 211 –, il Milan urban food policy pact nasce come “eredità” dell’Expo 2015.

 Firmato il patto, sono diversi gli obiettivi che Aosta si propone come punto di partenza:

  • Orti urbani

    Valorizzare i suoi 180 orti urbani e trasformarli in una fonte di lavoro e di cibo sano e di stagione per i propri cittadini ed al contempo, sulla scia di altre città, sviluppare integrazioni e progettualità sul piano culturale e turistico.

  • Mense scolastiche

    Migliorare la qualità del cibo nelle mense scolastiche aumentando la quantità di cibo biologico e locale, favorendo così un mercato sicuro e remunerativo ai produttori locali ma anche la qualità complessiva del servizio sia sul piano lavorativo che su quello educativo immaginando le mense come parte del sistema educativo.

  • Turismo gastronomico

    Investire sul turismo gastronomico e rafforzando l’economia locale. La produzione alimentare di altissima qualità in Valle d’Aosta non dev’essere esclusivamente esportata, ma usata come leva per incrementare e rafforzare un turismo sostenibile.

  • Cultura della salute alimentare

    Promuovere una cultura della sana alimentazione puntando, con iniziative informative e culturali, sul benessere derivante da stili di vita più corretti e salutari.

  • Conformare le scelte urbanistiche

    Leggere la struttura urbanistica della città anche con il criterio di una più razionale distribuzione e integrazione delle realtà produttive e distributive delle risorse alimentari per evitare sbilanciamenti in grado di incidere negativamente sui comportamenti e sulle scelte consumeristiche dei cittadini.

  • Combattere lo spreco alimentare

    Agire concretamente e attivamente per combattere lo spreco alimentare che, anche nella nostra città, rappresenta un costo e una fonte di inquinamento molto rilevante. Combattere lo spreco alimentare significa anche sostenere e allargare le esperienze come quelle dell’emporio solidale e delle altre esperienze sul territorio che possono trasformare un danno in un sostegno concreto per molte famiglie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e da Googlepolitica sulla riservatezza e Termini di servizio fare domanda a.

Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte