E’ riuscito a convincere un imprenditore valdostano della ristorazione a investire 100mila euro in “una grossa operazione finanziaria internazionale”. Peccato che, non appena il beneficiario si è insospettito per il mancato versamento degli introiti previsti, siano scattate le scuse più varie, dalla poca reattività dell’economia internazionale alle “penali” spropositate di uscita dell’operazione. Alla denuncia in Questura presentata dalla vittima è quindi seguita la perquisizione domiciliare d’urgenza, in cui sono stati rinvenuti 74mila euro ed ora il sedicente esperto di finanza, un 50enne residente in Valle, è indagato per la maxi truffa.
Secondo quanto ricostruito dalla Sezione “Anti rapina” della Squadra Mobile, la strategia dell’impostore ha visto una prima fase di “avvicinamento” all’obiettivo, in cui il 50enne si è mostrato come un abituale cliente del ristorante del raggirato. Ha così instaurato il rapporto di fiducia che, nella lettura inquirente, ha costituito la “premessa” della successiva richiesta di denaro. In seconda battuta, è scattata la proposta, sospinta dalla convinzione indotta nel ristoratore che – spendendo molti soldi nel locale – l’“esperto di finanza” vantasse un elevato tenore di vita, rendendo plausibili i millantati rapporti con importanti banchieri e manager e la remuneratività delle transizioni e speculazioni operate.
L’imprenditore, nella speranza di dare respiro al periodo di calo dei guadagni del ristorante viste le restrizioni Covid-19, ha così consegnato i 100mila euro in contanti. Sin dalle prime richieste sull’andamento dell’investimento, però, ha ricevuto solo giustificazioni, fino a che – esasperato e, a quel punto, cosciente di essere stato truffato – ha tentato invano di chiedere la restituzione della somma. In quel momento, secondo le investigazioni, l’indagato è andato pure oltre, cercando di convincere anche altri amici del ristoratore a concorrere all’operazione, giacché una maggiore liquidità in campo avrebbe comportato maggior celerità nel ritorno degli introiti.
E’ il momento in cui, convinto di aver perso i risparmi vitali per dare continuità all’azienda, il ristoratore sporge denuncia. I detectives della Mobile, diretti dal Commissario capo Francesco Filograno, sono riusciti a ricomporre il quadro completo dell’accaduto, anche attraverso le dichiarazioni di altri imprenditori che, nel tempo, erano stati avvicinati dall’indagato, con richieste simili.
Nell’ambito del fascicolo aperto in Procura per truffa aggravata, il pm Manlio D’Ambrosi ha richiesto la perquisizione d’urgenza, nella convinzione che l’“esperto” avesse ancora la disponibilità del contante consegnatoli, per spenderlo nelle abitudini che il suo elevato tenore di vita denotava. Una sensazione rivelatasi fondata: dalla ricerca nell’appartamento del 50enne sono spuntati i 74mila euro, ora sequestrati, divisi in 10 mazzette nascoste in barattoli, borsoni, dvd, sparsi per tutta la casa. Il reato di cui l’indagato dovrà rispondere è contestato con l’aggravante dell’ingente danno patrimoniale cagionato alla persona offesa.