Il Servizio Trasfusionale di Aosta ha contribuito a una ricerca pubblicata su una delle maggiori riviste internazionali di Medicina Trasfusionale.
Il dottor Pierluigi Berti, Direttore della Struttura complessa di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’Azienda Usl Valle d’Aosta, è infatti fra gli ideatori ed autori dello studio “A nationwide survey of clinical use of blood in Italy”, appena pubblicato sulla rivista “Blood Transfusion”.
In Italia – spiega l’Azienda –, come in molti paesi sviluppati, si osserva da qualche anno un progressivo calo nell’utilizzo di sangue e di emocomponenti, in particolare di globuli rossi, ma le cause di questo fenomeno non erano state ancora approfonditamente studiate.
Per questo motivo, è stato progettato un sondaggio a livello nazionale per determinare le caratteristiche principali dei pazienti trasfusi, e ottenere una rappresentazione oggettiva dell’utilizzo clinico del sangue.
I dati sono stati raccolti in un giorno indice attraverso un modulo di segnalazione online, registrando le informazioni sul numero e area geografica della struttura rispondente, caratteristiche dei riceventi e indicazioni cliniche per ciascuna unità di globuli rossi, piastrine e plasma trasfuso in un periodo di 24 ore.
I dati rappresentano il 64,5% delle strutture trasfusionali. Complessivamente, sono state analizzate 6.309 unità di globuli rossi trasfusi a 3.850 riceventi, di cui il 66,7% per un’indicazione medica e il 32,4% per un’indicazione chirurgica.
La più comune indicazione medica è stata l’anemia acquisita non correlata al cancro e più del 30% delle trasfusioni sono avvenute in Pronto Soccorso. Sono state anche studiate 560 trasfusioni di piastrine somministrate a 520 riceventi, di cui il 62,7% per profilassi e 28,6% per sanguinamento prima o durante una procedura o un intervento chirurgico invasivo o per trombocitopenia. 194 pazienti hanno ricevuto 654 unità di plasma, di cui il 71,1% a scopo terapeutico in pazienti emorragici.
Il quadro dell’epidemiologia trasfusionale in Italia che si è potuto delineare con questo studio, assai ricco di dati e spunti di approfondimento, potrà anche orientare su dati più solidi i futuri piani di “Patient Blood Management”, che dovrebbero essere focalizzati maggiormente sull’anemia di tipo medico soprattutto nell’ambito del Pronto Soccorso.