"40 lavoratori, circa uno su quattro, terminerebbero la loro esperienza professionale in questo settore: per questo l’intenzione è far rivedere al Comune di Aosta il nuovo bando dei servizi sociali prestando, questa volta, maggiore attenzione alle preoccupazioni dei lavoratori, oltre che alla cura e al rispetto degli utenti e dei cittadini". Sono già circa una cinquantina gli operatori del settore dei servizi sociali di Aosta, riuniti "in un primo gruppo spontaneo", che hanno scritto una lettera alla Giunta del capoluogo regionale e all'assessorato comunale ai Servizi Sociali.
Un altro grande elemento di preoccupazione ha messo in allerta il mondo delle cooperative, che si faranno probabilmente sentire con un comunicato congiunto all'inizio della prossima settimana. Nei nuovi bandi non è specificato la necessità di applicare l'integrativo regionale alle paghe dei dipendenti. Le aziende locali dagli anni '90 pagano di più gli operatori, per competere con il bilinguismo dei regionali. Ora si troverebbero nella posizione proibitiva di dover tagliare gli stipendi dei loro dipendenti storici per competere invece con le aziende provenienti da fuori Valle, che non conoscono questa misura.
Nel documento degli operatori, invece, si elencano per ogni settore i posti di lavoro messi a rischio dai nuovi bandi per la gestione delle microcomunità, dei servizi di prossimità e dell'assistenza domiciliare. La lettera, confrontando le nuove ore di lavoro richieste, inferiori rispetto a quelle precedenti, descrive nel dettaglio gli esuberi che si verificherebbero nelle varie strutture comunali di assistenza: la casa Famiglia di viale Europa, il Centro polivalente e la residenza protetta di via Capitano Chamonin, quello di via Saint-Martin-de-Corléans, la microcomunità di via Guido Rey, e il centro diurno di via Festaz.
In tutto, nei cinque poli di assistenza agli anziani, si ipotizza un calo di 21,5 posti di lavoro: un coordinatore, 1,5 animatori, tre ausiliari, due cuochi e 14 assistenti oos. Nei servizi di prossimità, svolto nei quartieri con lo scopo di assistere le persone indigenti e emarginate, si perderà un coordinatore e sei operatori. Infine nei servizi di assistenza domiciliare ad anziani e pazienti psichiatrici il documento calcola la perdita di 13 posti di lavori: 2 coordinatori e 11 operatori.
La nota si conclude lamentando un pericolo di diminuzione della qualità del servizio: "I criteri alla base della promulgazione del bando sembrano fondati unicamente sull'offerta economicamente più vantaggiosa, si favorisce una mera impostazione prestazionale e quantitativa, non tenendo conto di nessun tipo di progettualità in merito alla cura e al benessere della persona e tralasciando le peculiarità del nstro territorio".