Lettera aperta ai sindacati da una socia lavoratrice di una cooperativa

Di quali "lavoratori" parlano oggi giorno i sindacalisti? Riflessioni e considerazioni pervenute in redazione da una socia lavoratrice di una cooperativa di Aosta in merito al perdita dell'appalto relativo ai servizi agli anziani nel Comune di Aosta.
I lettori di Aostasera
Sono una socia lavoratrice di Cooperativa e in questi giorni ho letto con
stupore i trafiletti apparsi su vari giornali regionali in cui le
Organizzazioni Sindacali avvertono con toni minacciosi che "chi rifiuta il
passaggio alla Pro.ges. rischia di perdere il posto di lavoro" e dichiarano che
"siccome il Trait d'Union perde una grossa partita sta dicendo ai lavoratori di
tenere duro…".
Ho sempre avuto una grossa stima dei Sindacati perché ritengo che siano stati
promotori di grandi cambiamenti, in favore dei lavoratori, che hanno segnato un'
epoca, ora però mi trovo a domandarmi di quali "lavoratori" parlino oggi giorno
i sindacalisti.
Forse di uno stereotipo un po' datato, per cui ormai hanno ottenuto una serie
di garanzie, e per cui è più facile "lottare"?
Sicuramente non di me, ne degli altri soci delle Cooperative valdostane in
causa che, cresciuti con gli ideali di una maggiore equità del lavoro, in cui
le sorti dell'azienda e di chi ci lavora non siano in mano ai "padroni" ma in
mano ai lavoratori stessi, si sono impegnati per costruire delle cooperative in
cui i lavoratori potessero essere i soci dell'impresa.
Le cooperative del Consorzio Trait d'Union non obbligano i lavoratori a
diventare soci, questa è una scelta che matura nella persona se condivide i
principi etici e le modalità operative dell'ente per cui lavora.
Ho l'impressione che i sindacati non abbiano idea di cosa stiano parlando
perché non conoscono la realtà cooperativa e parlano del Trait d'Union che
"perde una grossa partita" come se parlassero di un'entità estranea ai
lavoratori, un crocchio di padroni che sfruttano i lavoratori per realizzare un
utile che verrà spartito tra pochi, mentre in realtà il Trait d'Union è i soci
lavoratori e l'utile realizzato dalle cooperative non viene speso in festini ma
ristornato tra i soci, impiegato nel miglioramento dei servizi e delle
condizioni di lavoro, utilizzato per proporre dei momenti di crescita e
formazione di alto livello, e, soprattutto, finanzia la possibilità di
progettare, sul territorio valdostano, nuovi servizi di utilità sociale che
generano nuovi posti di lavoro.
Forse i sindacati non si rendono conto che per i soci che hanno costruito
tutto ciò non si tratta solo del mantenimento di un qualunque posto di lavoro
che si può cambiare come si cambia un elettrodomestico difettoso, ma di perdere
ciò che si è costruito insieme in anni di lavoro e in cui si crede e che si
condivide a livello etico e morale.
Quello di cui non si rendono neanche conto è che una tale perdita metterebbe
in crisi una grossa fetta del mercato del lavoro valdostano perché alcune
cooperative verrebbero ridotte a tal punto da non potersi permettere di
mantenere anche parte dei lavoratori non direttamente coinvolti nell'appalto,
senza parlare dell'arresto che ne avrebbe la progettazione e creazione di nuovi
servizi.  Invito quindi le Organizzazioni Sindacali a riflettere sulla loro visione del
mondo del lavoro che mi pare, almeno in questo caso, obsoleta e distaccata
dalla realtà.

Distinti saluti
Daniela Olmo

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