Un rinvio ha caratterizzato oggi, martedì 14 settembre, l’udienza preliminare a carico di Andrea Caglieris, il 64enne di Sarre imputato di omicidio colposo per la morte del Vigile del fuoco 46enne Andrea Susanna, precipitato in parapendio il 14 ottobre 2019 nella zona del colle del Piccolo San Bernardo. L’uomo, istruttore di volo e presidente dell’associazione “Parapendio Valle d’Aosta”, è difeso dagli avvocati Corrado Bellora di Aosta e Isabella Oderda di Torino, che hanno richiesto al Gup Giuseppe Colazingari un incidente probatorio. Il giudice ha disposto l’aggiornamento, affinché le parti possano confrontarsi sull’istanza difensiva.
La perizia richiesta riguarda la ricostruzione dei fatti e la tenuta della vela che era utilizzata da Susanna in quell’uscita, promossa da Caglieris. Nell’udienza odierna, i legali dell’imputato hanno inoltre depositato l’esito di alcune indagini difensive, svolte raccogliendo testimonianze e documentazione di carattere tecnico. Nel processo si sono costituiti quale parte civile i familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Dario Frassy di Aosta. Tra due settimane è quindi atteso il pronunciamento del Gup sulla richiesta di incidente probatorio.
Stando alle indagini, coordinate dal pm Francesco Pizzato, Caglieris avrebbe agito con “imprudenza, negligenza e imperizia”, ovvero con l’“inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline”. Nella tesi d’accusa, la vittima era priva del brevetto e quindi non avrebbe potuto volare da sola, condizione tale da far scattare la “posizione di garanzia” dell’istruttore rispetto a Susanna, allievo dell’associazione. Inoltre, secondo una consulenza della Procura, le condizioni meteorologiche di quel pomeriggio (punte di vento attorno ai 30 km/h) non erano “adatte ad allievi con poca esperienza”.
Valutazione analoga per il luogo dell’uscita (sopra il lago Verney, a 2.150 metri di quota), tale da “permettere di volare sfruttando correnti ascensionali in prossimità di costoni montani”, profilo non banale per un pilota. Nella ricostruzione inquirente, Susanna era precipitato a terra, perdendo la vita, poco dopo il decollo, quando la sua vela si era chiusa generando un “moto elicoidale veloce”, che il pompiere – caduto nel panico al verificarsi dell’“avvitamento” – con le indicazioni ricevute non è riuscito a gestire.
Non convergenti si sono, però, rivelate le testimonianze raccolte dall’accusa tra i numerosi partecipanti (gli accertamenti erano stati affidati al Soccorso Alpino della Guardia di finanza di Entrèves) per determinare se l’uscita rappresentasse una lezione formale, o un’attività esterna ad un corso. Proprio questo è uno degli aspetti su cui la difesa dell’imputato, che respinge tutti gli addebiti, sostenendo l’assenza di posizione di garanzia del Presidente dell’associazione, imposta la sua linea.