La spaccatura interna al Progetto civico progressista si fa sempre più profonda. Se dai lidi del Pd il voto sulla risoluzione presentata ieri durante il Consiglio regionale straordinario, che sulla sentenza della Corte dei Conti chiede il ricorso alla Corte costituzionale, è visto con favore, non la pensa allo stesso modo un’altra delle “anime” di Pcp: Area Democratica – Gauche Autonomiste.
In una nota firmata dai coordinatori Gianni Champion e Raimondo Donzel, infatti, si legge che AD “ritiene opportuno esprimere la piena condivisione della posizione, critica e di bocciatura, assunta dalle Consigliere di Pcp Chiara Minelli e Erika Guichardaz, in merito alla risoluzione relativa alla tutela delle prerogative costituzionali e funzioni del Consiglio regionale e dei Consiglieri messe in relazione alla sentenza della Corte dei Conti sui finanziamenti al Casinò, proposta dal gruppo di minoranza Pour l’Autonomie e dai movimenti autonomisti della maggioranza regionale”.
Non solo: “Ancora una volta è inqualificabile il metodo di lavoro di una parte della maggioranza, che lavora a seconda delle esigenze con una parte della minoranza e presenta una risoluzione così delicata, all’ultimo minuto in aula, suffragandola da pareri giurisprudenziali complessi, di decine di pagine tecniche, che nessuno ha avuto il tempo di esaminare in modo adeguato”.
Una risoluzione pericolosa, dicono da Area Democratica, dal momento che “resta imprescindibile la necessità di evitare uno scontro istituzionale fra poteri dello Stato (per nulla legato all’Autonomia in sé ma che riguarda tutto l’assetto costituzionale italiano) sull’onda emotiva di una sentenza. Tale posizione, peraltro, era stata ampiamente illustrata e dibattuta negli organismi di Pcp”.
Adu: “Difesa l’impunità, non l’autonomia”
“Oggi non si è voluta rivendicare l’autonomia regionale, ma semmai difendere il privilegio di quei Consiglieri che non vogliono risarcire il danno causato ai contribuenti e pretendono di continuare a ricevere lauti stipendi, proseguendo i loro intrallazzi politici”. A dirlo è Adu VdA commentano l’esito del Consiglio straordinario.
“Il valore su cui si fonda la nuova maggioranza – di fatto: Union e satelliti, PD, il fariseo Bertin e l’ormai incommentabile Padovani, a cui qualcuno dovrebbe spiegare che non basta postare figurine di sinistra sui social per essere di sinistra e che pare risvegliarsi solo quando si parla della sua base elettorale: non gli ultimi della società, ma il Casinò della Vallée – non è l’autonomismo ma l’impunità” scrive ancora il movimento.
Nel mirino di Adu VdA finisce la Lega “che oggi non ha trovato il coraggio di votare contro chi vorrebbe evitare a Baccega e Rollandin, tra gli altri, di risarcire 16 milioni di euro” ma soprattutto i cinque consiglieri del PCP “che dimostrano che il loro attaccamento alla poltrona supera ormai ogni decenza. Solo grazie a loro, il ricorso alla Corte Costituzionale sarà possibile. Sono, quindi, i principali responsabili di questo ulteriore abbruttimento della politica valdostana”.
Adu Vda fa quindi notare come “gli stessi che dovrebbero pagare hanno chiesto che la Giunta impegni la Regione, in quanto parte offesa da risarcire, a fare ricorso alla Corte costituzionale perché non venga risarcita. Tale assurdo ricorso sarebbe, naturalmente, pagato sempre dagli stessi contribuenti valdostani.Con questi vergognosi comportamenti, è la stessa classe politica localista che sta scavando la fossa per quel che resta dell’autonomismo valdostano”.
Da qui l’invito alle dimissioni dei Consiglieri condannati (Marquis, Baccega, Rollandin, Marguerettaz, Testolin e Restano), ma anche a tutti altri consiglieri che oggi hanno votato questa risoluzione (Lavevaz, Rosaire, Sapinet, Barmasse, Grosjacques, Chatrian, Bertschy, Marzi, Carrel, Malacrinò, Cretier, J. Guichardaz, Padovani, Bertin, Jordan e Caveri).
Il commento del PD VDA
A prendere posizione è anche il Pd VdA, che sottolinea “quanto è difficile parlare dell’autonomia della politica”.
“I consiglieri regionali che fanno riferimento al Partito Democratico hanno votato a favore della risoluzione presentata perché è stato chiaro che non è intenzione di nessuno aprire un conflitto istituzionale, – spiega il Commissario Umberto D’Ottavio – ma la portata della sentenza impone più chiarezza, per il futuro, sui limiti dell’azione politica e della insindacabilità del voto degli eletti“. Il Partito democratico ritiene il ricorso alla Corte Costituzionale, “che ha una sezione apposita per dirimere proprio questioni come quelle sollevate dalla sentenza”, utile “all’azione politica e amministrativa, qualunque sia l’esito”.
Infine per il Pd “ad un anno dal voto del 20 e 21 settembre 2020, è importante rilanciare l’attività dell’amministrazione guidata da Erik Lavevaz e guardare alle questioni aperte con il contributo di tutta la maggioranza”.
La deputata Elisa Tripodi: “Uno schiaffo ai cittadini valdostani e anche allo stato di diritto
“Se è vero che l’autonomia è un patrimonio da meritare quotidianamente, lo spettacolo a cui hanno assistito oggi i cittadini valdostani, con il consiglio regionale straordinario, dimostra che questa classe politica non merita di rappresentare l’istituzione che più di tutte incarna questo riconoscimento costituzionale, e che, nella loro spregiudicatezza, non si fa problemi a calpestare questo valore e a strumentalizzarlo solamente per salvaguardare i propri privilegi”. Così la Vicepresidente del Movimento 5 Stelle alla Camera Elisa Tripodi sul Consiglio Valle straordinario di questa mattina.
“Con questo atto di indirizzo non si rivendica la libertà e l’autonomia amministrativa – continua Elisa Tripodi – ma, semmai, si continua a dimostrare come per alcuni la legge e la giustizia vengano sempre in secondo piano, e prima di ogni cosa vi è la difesa esclusiva del proprio Status quo. Uno schiaffo ai cittadini valdostani e anche allo stato di diritto.