Era stato arrestato nello scorso luglio, al culmine di una serata di “intemperie” a casa della donna con cui viveva ad Issogne, venendo poi condannato per resistenza a pubblico ufficiale. Durante la detenzione domiciliare disposta dal giudice nel sentenziare, a carico di Michel Lanziello, 26enne di Torino, è però emerso un episodio successivo di percosse alla donna. Dopo averlo interrogato, il pm Manlio D’Ambrosi ha chiesto il giudizio immediato dell’uomo per maltrattamenti in famiglia.
I fatti dello scorso luglio avevano visto l’intervento di una pattuglia dei Carabinieri nell’abitazione della bassa Valle. Lanziello, noto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi, viene trovato – nella versione dell’Arma – in “stato di alterazione dovuta all’abuso di alcool”. In quella circostanza, nella ricostruzione degli inquirenti, aveva brandito un machete alla compagna “intimorita”, con il quale aveva anche danneggiato la porta di una vicina di casa. I militari, una volta sul posto, non trovano il coltello, ma l’uomo non smette di essere minaccioso e tenta di colpirli a testate.
Gesto che gli vale l’arresto e l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. L’indomani, nella “direttissima”, il pubblico ministero, a tutela della donna, chiede di porre l’uomo ai domiciliari in un’abitazione diversa, ma la convivente – tramite il difensore dell’imputato – manifesta la disponibilità scritta ad accoglierlo nuovamente in casa. Così accade, ma una ventina di giorni dopo i Carabinieri accertano un nuovo episodio, in cui lei sarebbe stata colpita con uno schiaffo. In ospedale, dove la donna viene condotta, i traumi da lei riportati vengono giudicati guaribili in quindici giorni.
La misura cautelare cui è sottoposto l’uomo viene quindi inasprita, portandolo in carcere a Brissogne. E’ in cella che il pm D’Ambrosi lo interroga: sostiene essersi trattato di un semplice litigio dovuto all’alcool e che la loro relazione, iniziata tempo addietro, non sia problematica, tanto che la donna gli scrive in carcere. Visto il referto ospedaliero e il quadro emerso dalle indagini (sin dall’episodio di luglio), il sostituto procuratore si determina per la sussistenza del reato di maltrattamenti, evidente al punto da chiedere il giudizio immediato. Per Lanziello si profila dunque un nuovo processo.